29 settembre, elezioni politiche in Austria. Sono stati circa 6,35 milioni i cittadini austriaci che sono stati chiamati alle urne ed è stata la XXVIII elezione con una partecipazione al voto del 77,25% (4.902.460). Ha vinto l’estrema destra, come era stato previsto dai sondaggi, la FPÖ (Freiheitliche Partei Österreichs = Partito della Libertà d'Austria) ha vinto con il 28,90% dei voti, 57 seggi; il cancelliere uscente, Karl Nehammer del partito popolare ha ricevuto il 26,32%, 51 seggi; il Partito Socialdemocratico il 21,12%, 41 seggi; i Liberali di NEOS, il 9,11%, 18 seggi; i Verdi l’8,19%, 16 seggi. Il Consiglio Nazionale che è stato eletto, che è la camera bassa del Parlamento austriaco, è formato da 183 deputati, con soglia di sbarramento al 4% a livello nazionale. L’Austria è una Repubblica semipresidenziale federale ed è composta da nove Länder ed è uno dei 27 Stati dell’Unione europea.
Il candidato principale della FPÖ, Herbert Kickl, presidente del Partito della Libertà Austriaco (con seggio elettorale del Land della Bassa Austria), ha condotto la campagna elettorale utilizzando il soprannome di "cancelliere del popolo" che viene usato per richiamarsi ad Adolf Hitler. Domenica sera alla Orf, la televisione di Stato austriaca ha dichiarato: “La nostra mano è aperta in tutte le direzioni” [1] ma contro l'ultradestra il Presidente della Repubblica Alexander van der Bellen, non ha, almeno al momento, alcuna intenzione di affidare al rappresentante della destra estremista dell’Austria l’incarico di formare un governo, ha fatto capire che ci vorrà del tempo per la formazione di un nuovo governo ed ha dichiarato: “Governano i partiti che riescono a trovare una convergenza e una maggioranza in Parlamento, loro devono negoziare tra loro, io terrò consultazioni con tutti per vedere quale compromesso sarà possibile” [2]. Il Partito popolare austriaco, Ovp, del cancelliere in carica, Karl Nehammer, ha confermato di non voler formare una coalizione con FPÖ e il segretario generale dell'Ovp, Christian Stocker, ha anche dichiarato: “Era così ieri, è così oggi e sarà così anche domani” [3].
Il primo partito che non ha raggiunto il quorum del 4% è stato il Partito Comunista Austriaco, KPÖ, che con 115695 voti si è classificato al sesto posto con il 2,38% [4]. Premesso che non è rappresentato nel parlamento austriaco dal 1959 ma è presente soltanto in alcuni governi locali, alle elezioni statali nel Salisburghese del 2023 il KPÖ ha ottenuto l'11,7% dei voti con 4 seggi nel Landtag. Sui risultati delle elezioni del 29 settembre il segretario generale, Tobias Schweiger, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Con questo risultato elettorale, si intensificheranno gli sviluppi degli ultimi anni. Continuiamo a lavorare per la costruzione del KPÖ, che incondizionatamente è al fianco del popolo. Il risultato di KPÖ non è quello che speravamo. Ma il risultato e la campagna elettorale dimostrano che il KPÖ sta diventando un partito che ci si può aspettare anche a livello federale. Costruire il partito dal basso: l'ancoraggio in molte parti del paese fa strada. Anche se la grande sensazione di questa campagna elettorale per il KPÖ non ha avuto successo, quest'anno ci sono state molte piccole sensazioni su cui costruiremo nei prossimi anni. Grazie a tutti coloro che ci stanno lavorando e ci lavoreranno nei prossimi mesi e anni. C'è tanto da fare.” [5].
Il Partito Comunista Austriaco, KPÖ, è assente dal 1959 dal Parlamento, ma era dato nei sondaggi sopra la soglia di sbarramento del 4%. In Austria, in controtendenza rispetto allo spostamento a destra, una svolta c’è già stata nel 2021 in quanto il KPÖ ha conquistato la città di Graz ed è presente in diversi Land come la Stiria e, come abbiamo già detto nel Salisburghese. Il suo programma per queste elezioni si è articolato su 4 punti: 1) Tetto massimo agli affitti; 2) Ritorno integrale alla sanità pubblica, contro le privatizzazioni; 3) Neutralità dell’Austria e rifiuto delle politiche belliciste di Nato e Unione Europea; 4) Attacco ai privilegi dei politici stabilendo un tetto massimo ai loro stipendi [6].
Il KPÖ ha indicato agli elettori una strategia complessiva per battere le destre ed ha presentato un programma elettorale [7], dichiarando che non è utile legarsi al centro sinistra, perché è co-responsabile delle politiche liberiste, antipopolari e dell’escalation bellica in corso. A tal proposito, specie per quanto concerne il conflitto Ucraina-Russia, penso che in Austria come in Europa bisogna emarginare il centrosinistra guerrafondaio; al riguardo, ciò sarebbe agevolato se tutti i partiti comunisti d’Europa si mettessero insieme per rilanciare la parola d'ordine della pace tra gli oppressi e la guerra all’oppressore che avrebbe tra i punti salienti il forte contrasto all’economia di guerra della Ue. La destra estremista e xenofoba, molto seguita dai media europei, non si dichiara mai apertamente contro i conflitti bellici e per loro il problema è sempre e soltanto quello degli immigrati.
Il Partito popolare austriaco sembra che abbia già deciso sulla formazione del nuovo governo in quanto ha dichiarato che “Nessuna coalizione è possibile senza l'Ovp e l'Ovp non entrerà in un governo di coalizione guidato da Herbert Kickl" [8]. Funzionerà per emarginare la destra estremista? Certo potrebbe funzionare ma a patto che il nuovo governo dell’Austria che si formerà abbia un programma condiviso alternativo a quello della passata legislatura e che metta in campo risposte non xenofobe al fenomeno in corso degli immigrati; inoltre, si metta di contrasto verso Ursula von der Leyen e dei suoi obiettivi di economia di guerra, anche se su questo tema l’insieme della destra estremista europea, che ha ricevuto un consenso notevole in Austria come anche nelle altre elezioni in Europa, non ha fatto fino ad oggi nessuna dichiarazione contraria al di là di qualche sporadico intervento di qualche singolo politico. Naturalmente la destra che si dichiara non estremista, come i popolari ad esempio, hanno proposto e votato il 18 luglio per Ursula von der Leyen Presidente della Commissione Ue (che è stata eletta con 401 voti a favore su 707 eurodeputati che hanno partecipato al voto), dopo che Ursula aveva conclamato a livello planetario i noti obiettivi Ue per mettere in campo in tempo reale politiche progressive di economia di guerra, come sta facendo.
Quale governo avremo dopo queste elezioni parlamentari in Austria? Si tenga conto che in politica estera l’Austria non ha preso una posizione esplicita sul sostegno all’Ucraina e neanche sulle sanzioni alla Russia, e si limita a difendere una posizione neutrale dell’Austria. Ma è chiaro: poiché l’Ue sta facendo delle scelte di economia di guerra, assumere posizioni “indifferenti” sul tema significa in pratica condividere i processi in corso di Ursula von der Leyen.
La FPÖ, il Partito della libertà austriaco che ha vinto le elezioni è dichiaratamente anti-immigrazione e vuole sospendere il diritto d'asilo, in campagna elettorale ha rilanciato la remigazione intendendo con questo termine l'espulsione forzata o addirittura le deportazioni di massa degli immigrati irregolari, ed ha quindi posizioni dichiaratamente non democratiche e contrarie ai Trattati Ue; peraltro, vuole vietare le discussioni sui temi dell’LGBTQ+ nelle scuole, ma difende il primato della legge nazionale austriaca e le norme dell’Unione Europea, e chiede di inserire nella Costituzione austriaca una disposizione che obblighi lo Stato a riconoscere soltanto due generi, maschile e femminile, e questa è considerata una discriminazione nei confronti delle persone che si riconoscono come non binarie, cosa ordinaria in Europa.
L’Austria è cambiata! La vittoria della FPÖ, comunque si analizzano i risultati elettorali, appare evidente che anche in questo paese sono in corso cambiamenti politici rilevanti perché i temi sociopolitici dell’estrema destra hanno ricevuto un consenso notevole da una parte considerevole dell’elettorato e al di là del riemergere dei rigurgiti nazisti, è chiaro che anche in questo paese è in corso una crisi di valori che è anche economica, come in tutti gli Stati Ue, ed è anche sociale e soprattutto culturale perché i processi di xenofobia contro i migranti sono alimentati da tempo con metodi raffinati da centrali di opinione ben organizzate ma che nulla dicono però che il fenomeno dei migranti è in relazione all’economia mondiale e deve essere gestito a livello continentale e quindi la Ue deve fare scelte condivise con tutti gli stati, nessuno escluso. Al momento nulla si sa in concreto se si formerà un governo in Austria e quali partiti ne faranno parte ma è chiaro che, se si farà, il programma di governo dovrà avere dei punti che riguarderanno le tematiche dell’immigrazione in relazione alle risposte che l’elettorato ha messo in evidenza con il voto alla FPÖ, ma anche tematiche come il diritto alla casa che è un problema per i giovani in Austria insieme a quello della sanità pubblica.
La contraddizione evidente è che i popolari e i socialdemocratici, ma anche i verdi che hanno governato fino ad oggi, sono i responsabili della crisi in corso che è anche culturale oltre che politica, e continuano a supportare le scelte Ue dell’economia di guerra e sono determinati e convinti e purtroppo con passione politico-culturale-ideologica. Il problema è che non possono coesistere due scelte opposte e contraddittorie, una a livello Ue di economia di guerra e l’altra a livello di Stato senza investimenti per servizi primari come la sanità e con un’emergenza di abitazioni da gestire. Agitare continuamente il conflitto Ucraina- Russia e non fare nulla per risolverlo per arrivare ad una pace condivisa significa continuare a distrarre continue risorse finanziare dagli investimenti per i servizi di base come sanità, istruzione e opere pubbliche per alimentare uno scontro bellico senza soluzione.
L’economia di guerra alimenta i processi economici-finanziari delle grandi multinazionali che producono armi e rilanciano continue fasi di miseria per tutti gli Stati Ue anche sapendo che pagheranno le giovani generazioni. I gruppi politici dell’estrema destra parlano soltanto dell’arrivo dei migranti in Europa; mai una volta che si dichiarassero contro, a prescindere dai soggetti, s’intende, i conflitti bellici in corso.
Note:
[] (https://www.ilfoglio.it/esteri/2024/09/30/news/per-la-prima-volta-dal-1945-l-fpo-e-il-piu-votato-kickl-cerca-alleanze-6994927/).
[2] (https://www.fanpage.it/esteri/elezioni-austria-i-risultati-definitivi-vince-lfpo-partito-di-estrema-destra-cosa-succede-ora/).
[3] (https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/elezioni-austria-oggi-risultati-e-ultime-news_5tKycUI52tFN4dN51G9PEZ?refresh_ce).
[4] (https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_parlamentari_in_Austria_del_2024#Risultati).
[5] (https://www.facebook.com/tobias.schweiger.5).
[6] (https://contropiano.org/news/internazionale-news/2024/09/29/si-vota-in-austria-vento-di-destra-ma-anche-aspettative-per-il-partito-comunista-0176064).
[7] Testo in tedesco (https://www.kpoe.at/wp-content/uploads/2024/08/2024-08_A5_Wahlprogramm.pdf).
[8] (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2024/09/30/popolari-austriaci-escludono-coalizione-a-guida-kickl_4c1e357c-70a2-4b61-b51b-3685cccf7195.html).