2018, antisemitismo in Germania

La comunità ebraica chiede di controllare la crescita dell’antisemitismo nelle scuole tedesche.


2018, antisemitismo in Germania

BREMA. Furono posti in evidenza nello scorso autunno (v. LCF n. 149 del 21 ottobre 2017) l’incremento di episodi contro giovani e famiglie d’origine ebraica nella Francia, in città con complicate condizioni delle periferie e la crescente simpatia per la destra xenofoba del Front National di Marine Le Pen uscita sconfitta dalle elezioni presidenziali e per altri movimenti filonazisti. Fenomeni preoccupanti che nei Paesi europei hanno trovato linfa in Polonia e Ungheria, dove gruppi e partiti di stampo nazista raccolgono sostegni e voti grazie alla crisi economica, alla mancanza di lavoro, all’aumento delle migrazioni e alla smarrita capacità di pensiero. Una storia già vista e la cui pericolosità sembra sfuggire.

Qui, in terra tedesca con una recente difficoltosa soluzione per nominare un governo dopo elezioni con la sconfitta dei maggiori partiti abituati a guidare il Paese, magari alternandosi, nelle ultime settimane di marzo la comunità ebraica ha sollecitato le scuole primarie a porre attenzione al bullismo religioso che si sta incrementando anche tra i ragazzi più giovani. Chi rappresenta gli ebrei ha fatto presente, infatti, che durante le pause di ricreazione e di gioco accadono manifestazioni di abuso antisemita.

Un allarme bullismo religioso tra i giovani, dove vittime designate sono ragazze e ragazzi di religione ebraica.

Il presidente del Consiglio generale degli ebrei tedeschi, Josef Schuster, ha dichiarato in una intervista all’emittente televisiva ZDF di sostenere la proposta formulata da un sindacato di polizia che intende elaborare statistiche nazionali per tracciare i casi di bullismo religioso nelle scuole. Anche Israel national news ha evidenziato il fatto sottolineando che il fenomeno è preoccupante.

Schuster auspica che insegnanti e studenti si disponessero a iniziare l’indagine statistica “sugli atti antisemiti e violenti” nelle scuole. Un metodo che evidenzierebbe una chiara fotografia di quello che sta accadendo nelle scuole tedesche.

La richiesta è scaturita anche dopo una recente indagine giornalistica che ha provocato forte indignazione in Germania. La stampa tedesca ha, infatti, scoperto che una giovane ragazza ebrea è stata vittima di atti di bullismo da parte di una compagna musulmana in una scuola elementare di Berlino. La giovane ebrea avrebbe anche ricevuto minacce di morte perché non crede in Allah. Questo allarmante incidente, ripreso anche questa settimana dal padre della ragazza in un’intervista al quotidiano Berliner Zeitung, ha acceso i timori già da tempo evidenti per la crescita dell’antisemitismo in Germania, 80 anni dopo la Shoah.

“Non è solo un caso isolato”, ci ha detto Marina Chemivsky che dirige il gruppo di sorveglianza sull’antisemitismo di Berlino.

Sempre più spesso il termine “ebreo” viene utilizzato come insulto tra i giovani ragazzi delle scuole elementari: lo dicono molti maestri di Berlino. Analisti di geo-politica sostengono che il sentimento anti-ebraico stia aumentando a causa dei flussi migratori del 2015: allora un milione di immigrati, in prevalenza musulmani, chiesero asilo alla Germania.

Marina Chernivsky ci ha detto che il problema, però, non riguarda soltanto i nuovi arrivati di origine musulmana. Le preoccupazioni della comunità ebraica tedesca originano anche dalla considerazione “che nei Paesi di questi nuovi immigrati l’antisemitismo e l’anti-israelismo sono molto diffusi”.

Josef Schuster ha dichiarato al Tagesspiegelche “finché gli ebrei avranno paura di andare a scuola temendo di subire un abuso antisemita ci sarà qualcosa di sbagliato in questo Paese”.

Paese dove ti capita di incontrare anche “negazionisti”, come il presidente dell’associazione berlinese degli amministratori scolastici, Astrid-Sabine Busse, che dubita sul fatto che il bullismo religioso sia un serio problema per gli scolari: “Non registriamo spesso questi tipi di incidenti antisemiti” ha detto al Tagesspiegel.

Eppure, secondo una classifica del Centro ebraico, la Germania è al secondo posto per diffusione di immagini e post antisemiti nel web. Fatto non imputabile soltanto ai giovani e ai ragazzi.

07/04/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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