Una stabile crescita interna è l'obiettivo della Cina per il 2017

L'economia cinese continua a crescere e a costituire il traino dell'ecomia mondiale. Gli obiettivi della pianificazione e le misure di politica economica.


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La Conferenza Economica Centrale di Lavoro cinese tenutasi nel dicembre del 2016 ha delineato un progetto che è stato ripreso dalla sessione dell'Assemblea Popolare Nazionale tenutasi a Marzo 2017.

Presentando il rapporto sul lavoro del governo, il Primo Ministro Li Keqiang ha fissato un tasso di crescita del 6,5% per il 2017 (6,7 nel 2016) e ha aumentato di un milione il target per la creazione di nuovi posti di lavoro, da 10 milioni ad 11, per quest'anno.

Tutti i dati macroeconomici andranno inquadrati nell'ambito del Tredicesimo Piano Quinquiennale (2016-2020) e nel progetto del raddoppio del Pil e del reddito pro capite dal 2010 all'anno 2020.

Il piano quinquiennale è a sua volta inserito nel progetto del cambiamento del paradigma di sviluppo che ormai la Cina da qualche anno sta perseguendo (per un'approccio approfondito, consigliamo caldamente la lettura del libro di Xi Jinping, "The Governance of China", Foreign Language Press, 2014, recentemente tradotto anche in italiano da M. Castorina, T. Zappone, "Governare la Cina", Giunti Editore, 2016).

Ma andiamo con ordine, con il criterio dei quattro classici strumenti della politica economica:

Politica Fiscale

Le priorità fiscali del governo per quest'anno saranno rafforzare gli investimenti in infrastrutture pubbliche (3.380 miliardi di dllari in quattro anni dal 2016 al 2020), nell'edilizia pubblica popolare, e quelli nel welfare sociale.

Il deficit pubblico si attesterà al 3% del pil, e il debito pubblico è stato il 36,7% del Pil nel 2016(1.624 miliardi di dollari di debito pubblico centrale e 2.350 miliardi di dollari di debiti dei governi locali, 3.974 miliardi in totale).

La soglia relativamente bassa della somma complessiva dei debiti del governo centrale e locali in rapporto al Pil non ha comunque evitato che il governo lanciasse un piano in quattro stadi per evitare qualsiasi rischio default a livello locale.

I debiti delle amministrazioni cittadine e di contea saranno divisi in 4 gradi di rischio, con il primo grado a rappresentare il rischio più elevato.

Le manovre di aggiustamento del debito locale seguiranno un criterio: si chiederà un aggiustamento qualora gli interessi sui debiti locali supereranno del 10% il loro budget di spesa pubblica, o se gli interessi sui debiti speciali supereranno del 10% budget governativo locale.

In base a questo meccanismo, le amministrazioni locali dovranno rientrare nautomaticamente nei suddetti limiti, riducendo le spese o cedendo atività.

Nel 2016 è stato posto un tetto al totale nazionale dei debititi delle amministrazioni locali per lo stesso anno, a 2.400 miliardi di dollari.

E' stato inoltre introdotto un programma di swap, per la trasformazione del debito in bond, che alla fine del settembre 2016 aveva già trasformato 1.000 miliardi di dollari di debito locale per quell'anno.

Il Ministero delle Finanze ha comunque escluso qualsiasi ipotesi di bailout da parte del governo centrale nella remota eventualità di default delle amministrazioni pubbliche locali, ovvero di salvataggio esterno con fondi pubblici. I funzionari delle amministrazioni locali saranno ritenuti responsabili.

Politica monetaria e del tasso di cambio

Nel febbraio 2017 la Banca del Popolo Cinese, PBOC, (che funge da banca centrale) ha riaffermato una politica monetaria prudente ma anche neutrale, con l'obiettivo di sgonfiare le bolle speculative (nell'immobiliare) e di salvaguardare il Paese da rischi finanziari (debito locale e mercato azionario).

La crescita dell'aggregato monetario M2 (moneta legale + depositi a due anni, esclusi bot e obbligazioni M3), è stato annunciato, sarà più bassa. Infatti nel febbraio 2017 il totale è stato di oltre 158.000 miliardi di yuan (23.000 miliardi di dollari), un aumento dell 11,1% rispetto a quello del mese precedente, che era stato dell 11.3% e più basso delle aspettative dei mercati, che ritenevano si sarebbe attestato sull'11.4%.

Il 3 febbraio la PBOC ha annunciato un aumento dei tassi di interesse dei suoi prestiti alle banche, e innalzamenti del tasso di interesse per gli accordi di riacquisto nella versione da 7 giorni, a 14 e a 28 sulle operazioni nel mercato aperto, a segnalare una politica leggermente restrittiva.

In gennaio, la Pboc aveva aumentato i tassi anche sui prestiti a medio termine, limitando un altro strumento di liquidità e dunque favorendo indirettamente l'apprezzamento dello yuan senza utilizzare le riserve forex, che infatti a sorpresa a febbraio 2017 sono cresciute, rompendo una serie di 8 mesi negativi di calo delle riserve, e risalite per la prima volta sopra ai 3000 miliardi di dollari.

In generale, dopo la bolla finanziaria di fine estate 2015, la Pboc è andata riducendo l'allentamento della politica monetaria fino ad invertirla con le manovre di inizio 2017. La ragione principale è che una crescita del 6,5% è comunque sufficientemente alta da sopportare una politica monetaria restrittiva sia sul fronte dell'aggregato monetario che dei tassi.

Tutte le manovre espansive si sono rivelate troppo rischiose in un ambiente di crescita comunque così sostenuto, e hanno dato risultati negativi in ambito azionario, di debito locale, di tendenza all'esportazione di capitali e soprattutto hanno contribuito al deprezzamento dello yuan, che invece la banca centrale ha puntato a sostenere vendendo riserve forex e comprando renminbì, che comunque si è leggermente svalutato da 6.2 yuan contro 1 dollaro usa all'inizio della tempesta finanziara alla fine dell'estate del 2015 fino al 6.8 yuan contro un USD attuale. In questo modo tuttavia le riserve forex sono scese sotto i 3000 miliardi di dollari in due anni, bruciando ben 1000 miliardi di dollari (quasi 4000 nel 2014), e di conseguenza la politica restrittiva si è di nuovo rivelata necessaria e in generale più adatta ad evitare un surriscaldamento (ad esempio del mercato immobiliare) in un'economia comunque in rapida crescita.

Inizialmente la politica monetaria espansiva (riduzione del tasso di interesse dal 6% al 4.5% tra il 2015 e il 2016) era servita ad evitare un hard landing (atterraggio duro) dell'economia negli anni in cui il tasso di crescita si è ridotto fino ai livelli della "nuova normalità". Ha contribuito inoltre alla diffusione dello yuan sui mercati, fino al riconoscimento di valuta di riserva nel paniere Fmi il 30 novembre 2015, ma ora non è più necessaria. Ecco perché la PBOC ha cambiato orientamento.

Questo effetto si è combinato con politiche di controllo dei capitali più severe, per ridurre il deflusso di capitali all'estero.

Stabili invece le riserve auree a 1842 tonnellate di oro a gennaio 2017.

Politica dei redditi e dei prezzi

Il rapporto del governo sulla riduzione della povertà e sui diritti umani dell'Ottobre 2016 conferma gli obiettivi di politica fiscale sul rafforzamento dello stato sociale cinese.

I livelli di povertà assoluta si sono ulteriormente ridotti, come mostra questo grafico che tiene conto del periodo a partire dal 1978, anno del lancio della politica di riforma ed apertura.

economia cinese

Nello specifico del periodo dal 2011 al 2015, altri 109 milioni di persone sono uscite dalla povertà, come mostra il grafico successivo.

economia cinese

Per quanto riguarda il finanziamento al sistema sanitario cooperativo rurale di base (NRCMS), i sussidi pro capite sono aumentati secondo la curva seguente:

economia cinese

In generale, sono aumentati i fondi speciali governativi per la riduzione della povertà dal 2010 al 2016, dai 22 miliardi di yuan del 2010 ai 67 miliardi di yuan del 2016. Segue grafico esplicativo.

economia cinese

La produzione industriale ha accelerato ad inizio anno.

La bilancia commerciale ha segnato un risultato negativo a febbraio 2017 dopo mesi di attivo (e consistente anche), anche se il segno più è ritornato nelnmese successivo. Bisognerà ragionare sui dati complessivi alla fine del 2017.

Il tasso di disoccupazione urbana è rimasto invariato al 4.02%, un dato bassissimo se confrontato con i livelli di disoccupazione nell'Europa meridionale.

Prosegue il piano di riforma delle aziende di stato (Soe), che prevede in alcune industrie l'aumento della proprietà mista pubblico privato, con i privati in ruolo di minoranza.

In ogni caso, è stato annunciato che nell'ambito del piano della riduzione della capacità produttiva, non ci saranno licenziamenti di massa tra gli impiegati delle aziende pubbliche sottoposte a riforma come negli anni '90 (quando comunque vennero attuati massicci piani per il reimpiego in altri settori). La tutela degli interessi dei lavoratori di quelle imprese, è stato annunciato da Xiao Yaqing, capo della Commissione Centrale per l'Amministrazione dei beni di Stato, sarà un compito di primaria importanza nei piani di aggiustamento.

Per quanto riguarda l'inflazione, quella prevista per l'anno in corso sarà del 3%, in linea con l'andamento degli ultimi due anni.

Sul piano degli effetti sull'estero delle politiche economiche cinesi, segnaliamo che nel 2016 la Cina ha contribuito ad un terzo della crescita economica mondiale secondo i dati della Banca Mondiale, più di ogni altro Paese al mondo.

Prosegue inoltre il progetto della Nuova Via della Seta e quello "One Belt, One Road", nell'ottica della cosiddetta Globalizzazione 2.0, ovvero quella in cui, ad una prima fase in cui la Cina esportava essenzialmente beni finiti, fa seguito una fase in cui si esporta la capacità di costruzione infrastrutturale domestica cinese in eccesso sotto forma di investimenti infrastrutturali esteri, che contribuiscono ai pil delle economie locali e creano le basi di uno sviluppo di lungo periodo in Asia, ma anche in Africa. In quest'ottica gioca un ruolo fondamentale la costituita Banca D'investimenti Infrastrutturali Asiatica (AAIB).

15/04/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Walter Ceccotti

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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