L’omofobia delle destre e l’ipocrisia delle sinistre. La verità sul Ddl Zan

Difendere il diritto all’omosessualità in ogni sua declinazione, se si vuole fare un discorso di buon senso, non è una questione politica o di colore partitico, ma una questione di civiltà, e appare pertanto lapalissiano dover appoggiare le istanze alla tutela di tale diritto. 


L’omofobia delle destre e l’ipocrisia delle sinistre. La verità sul Ddl Zan

Difendere il diritto all’omosessualità in ogni sua declinazione, se si vuole fare un discorso di buon senso, non è una questione politica o di colore partitico, ma una questione di civiltà, e appare pertanto lapalissiano dover appoggiare le istanze alla tutela di tale diritto. 

   Oggi assistiamo a un gran vociare a causa dell’affossamento del Ddl Zan e, ovviamente, si punta il dito contro l’omofobia delle destre e degli altri partiti seduti ai lati opposti delle Camere parlamentari, ma non si riesce a guardare all’ipocrisia della sinistra, anche extraparlamentare, che urla e scalpita ma che non coglie l’occasione per rilanciare un testo di legge più efficiente e in grado di coprire il vulnus legislativo che stava alla base dello stesso Ddl Zan e che rischiava di renderlo inutile anche dopo una eventuale approvazione.

   Veniamo al dunque. Ogni tipo di violenza viene attualmente punito dal codice penale vigente con pene che, nei fatti, consistono in ammende pecuniarie con effetti sulla fedina penale del reo (la carcerazione solo in caso di lesioni gravi o di omicidio) e il Ddl Zan avrebbe solo influito, attraverso il riconoscimento della discriminazione sessuale come aggravante, a rendere l’ammenda pecuniaria lievemente più alta. Cosicché, chi intendesse commettere un reato di violenza a sfondo di discriminazione sessuale non sarebbe stato dissuaso dal suo proposito per una minima differenza di esborso economico dovuta agli effetti di legge su descritti per via detto decreto. Dunque, dalla bocciatura di questo Ddl, una sinistra sociale dovrebbe ripartire dalla richiesta di riconoscere sì l’aggravante di discriminazione sessuale in caso di violenza, ma di chiedere che l’aggravante, per questa e per tutte le altre discriminazioni, alla luce delle emergenze d’oggi, comporti un aggravio della pena che dalla semplice ammenda pecuniaria si traduca nella carcerazione senza possibilità di sospensione della pena concessa, al limite, solo al committente di primo reato ma con l’obbligo di messa alla prova con il servizio sociale. 

   Altre cose che prevedeva il Ddl Zan consistevano nel trattamento della materia nella scuola, a quella scuola a cui ormai si delega tutto senza però ottenere risultati (se non quelli di sperpero di danaro attraverso progetti scolastici che non beneficiano nei fatti sulla preparazione o sull’educazione degli studenti) e alla quale ora va di moda chiedere sempre di parlare di sesso in ogni sfaccettatura; nonché una disquisizione filosofica sulla differenza tra sesso e genere, una questione ardua che non può essere definita, senza creare problemi, nelle poche righe di un decreto senza un approfondito dibattito. 

05/11/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Gaetano Errigo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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