L'Altra Europa ha bisogno di un PRC ricompattato

Cari Compagni, care compagne, dopo aver letto i documenti prodotti dal dibattito pubblicato nella rubrica specifica della "Città futura", poche e sintetiche sono le considerazioni a cui sono approdata;


L'Altra Europa ha bisogno di un PRC ricompattato

Cari Compagni, care compagne, dopo aver letto i documenti prodotti dal dibattito pubblicato nella rubrica specifica della "Città futura", poche e sintetiche sono le considerazioni a cui sono approdata;

a) mille ringraziamenti ai compagni (Andrea e Raul in primo luogo) che hanno creato uno spazio di dibattito davvero ampio (da Mordenti a Mantovani, Boghetta, Ursella, Steri....) e condiviso;

b) mi pare che tutti gli interlocutori (Ferrero compreso) siano assolutamente consapevoli dell'estrema debolezza in questa fase sia del PRC, praticamente paralizzato da veti incrociati, che dell'Altra Europa, priva di chiarezza nella sua linea politica prima che organizzativa. Grandissima è la confusione che emerge, ad esempio dalle giornate fiorentine organizzate da "Transform" per l'Altra Europa ma anche dal flop della manifestazione a piazza Farnese.
A che punto è infatti "L'Altra Europa"? Revelli apre ai democratici non renziani; Maltese indica PODEMOS come il modello su cui puntare (altro che Izquierda Unida, come dice Mantovani!); Casarini, Bolini, Viale salutano positivamente la mossa di Vendola (lo "Human factor").... che dire?
Che ci sia uno sbandamento totale mi pare palese.

c) Per uscire dalla doppia impasse PRC-L'Altra Europa, è convinzione di Ferrero che i tempi vadano accelerati. Quella di Ferrero è un'idea davvero peculiare sia di egemonia che di "guerra di movimento". Il "matrimonio" tra PRC e l'Altra Europa non potrebbe avvenire nel momento meno indicato e nel modo più infelice. Grande è ancora il cammino di costruzione e ricostruzione che ci aspetta. La somma di più debolezze non fa una forza ma solo una debolezza più grande, che rischia di essere stritolata nel gioco delle tattiche pre-elettorali.

d) Se è la ricostruzione di una strategia egemonica antiliberista ed anticapitalista ciò a cui puntiamo (e ci puntiamo) va impedito innanzitutto il dissolvimento del PRC. Revelli, Maltese e la stessa Spinelli non hanno mai fatto parte della Sinistra Europea, e non per una distrazione o per sfortunate circostanze. Se le strade di costoro hanno incrociato quelle del PRC è per ingaggiare una duro braccio di ferro politico sulla sinistra italiana, braccio di ferro che infatti è in corso.

L'Altra Europa ha bisogno di un PRC ricompattato per poter sopravvivere al tritacarne che l'aspetta.

Io non comprendo come Ferrero e la sua segreteria non se ne rendano conto. Forse danno il PRC per spacciato. A me sembra invece che, per quanto male siamo combinati (e lo siamo) il PRC sia l'unico soggetto della sinistra anticapitalista in italia ad avere una linea nazionale ed europea, uno straccio di radicamento territoriale nazionale, una tessera doppia (non una doppia tessera!) PRC-Gue/Sinistra Europea.

Scusate se è poco.

Vi abbraccio, fraternamente.
Elisabetta Gallo (Civitavecchia)  

20/12/2014 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Elisabetta Gallo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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