Le ingiustizie e le diseguaglianze perseguite dalle società capitaliste sono sotto gli occhi di tutti. Essere comunisti oggi è una questione etica e di sensibilità. Un’etica che si arricchisca continuamente dinanzi alle sfide che la storia e la vita ci propongono continuamente.
di Laura Nanni
E’ quando l’etica viene scartata dall’ambito del “politico” che vengono meno le motivazioni profonde che alimentano le forze utili al perseguimento e al mantenimento dell’obiettivo. Mi sono fermata a riflettere su questo: essere comunisti oggi è una questione etica.
Oggi che, dopo le grandi conquiste sociali, gli stati in Europa dimostrano di non avere più quella funzione regolatrice per intervenire, sopperendo alle diseguaglianze, garantendo la tutela della dignità delle persone in linea con i diritti umani universali promulgati nel 1948.
Le ingiustizie e le diseguaglianze perseguite dalle società capitaliste sono sotto gli occhi di tutti, l’indifferenza per la vita umana come per quella del pianeta, arriva a considerare la natura o intere popolazioni un ostacolo nella corsa al maggior accumulo possibile di potere e di denaro.
Per questo occorre far chiarezza e comprendere quali siano le priorità e che c’è un ordine di valori da pensare o ripensare, nel comunismo e nella sua progettazione sociale. Guardando alla separazione che c’è tra partiti e movimenti di ispirazione comunista, vedo anche una grande ricerca di senso, pur nello scoramento di fronte all’evidenza che non è affatto scontata la ribellione delle masse popolari di fronte alle evidenti ingiustizie, anzi.
Allora una delle risposte a questa mancata rivolta può essere quella della scarsa formazione e capacità di lettura del reale, dovuta anche alla volontà da parte dei potentati di mantenere le masse nell’ignoranza, e lo vediamo dalle scelte di riforma che ci vengono propinate nella scuola.
Ma in questo ragionamento che voglio seguire, il mio focus è l’etica.
Penso che dovremmo chiarirci sull’ordine dei valori che riguardano il pensiero comunista e il comunismo come progetto di società. Si tratta di dare un ordine a valori che dovrebbero essere condivisi nella grande comunità di coloro che credono nell’attualità del pensiero comunista, nella possibilità di realizzazione del socialismo nella società, che ritengono il pensiero comunista utile e valido nell’analisi e nella risoluzione delle questioni reali.
Un’etica condivisa in cui le priorità siano evidenti per tutti. Da distinguere dall’ethos individuale, che non può essere in contrasto con l’etica comunitaria (pena la scissione della persona!), ma che ha la sua area nella dimensione personale, in quanto si applica a questioni private. Etica comunitaria ed ethos individuale vanno infatti a completarsi, riguardando le dimensioni di espressione della vita della persona.
L’etica è e dovrebbe essere un campo di ricerca, va sempre ad arricchirsi di fronte alle sfide che la storia e la vita ci propongono, i fatti della realtà ci pongono sempre nuovi interrogativi in cui le risposte vanno ogni volte ragionate e non date per scontate. Senza cadere nello scetticismo. In Italia abbiamo purtroppo una tradizione di comportamenti e attitudini in politica tutt’altro che improntati alla ragione pratica, portatrice di valori etici e tradotta nei diritti.
Ma abbiamo la possibilità di fare in modo che quella tradizione non continui ad operare in noi, rivolgendoci a un altro esempio della nostra tradizione, quello gramsciano, insieme alla ripresa del pensiero di una civiltà fondata sulla ragione, che dalla politica non escluda l’etica.
Allora credo che il comunismo sia attuale, che si possa parlarne come di una questione che abbraccia prima di tutto la vita, e che, dal punto di vista etico non ha bisogno di grandi studi, ha bisogno di sensibilità, proprio perché il sentire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, credo sia alla portata di ognuno che si faccia domande sulla giustizia nella vita e nella politica, sui diritti umani e sulla loro attuazione.