Gennaio

Linzer Torte


Gennaio

Linzer Torte

di Rita Tersilla

L’inverno, il freddo mi fa ricordare le vacanze in montagna, le passeggiate, i rifugi e le soste con una tazza di tè e una torta, precisamente la Linzer Torte.

La Linzer Torte è una torta originaria della città di Linz (Austria), sul sito della città di Linz è considerata la torta più antica del mondo perché citata già dal 1653, mentre altri fonti attribuiscono la sua nascita al pasticcere Johann Konrad Vogel nell’anno 1822.
Data di nascita a parte, la Linzer Torte è una torta di fama internazionale originariamente preparata solo durante il periodo delle feste natalizie, ora si trova tutto l’anno nei forni e nelle pasticcerie austriache, tedesche, ungheresi e del Trentino Alto Adige.
Preparata con una pasta frolla a base di nocciole, viene farcita con la marmellata di ribes rosso e coperta con un reticolo di pasta proprio come una crostata.

Come tutte le ricette tradizionali ci sono mille interpretazioni che variano da nazione a nazione, da paese in paese e da famiglia a famiglia.

Questa è la mia Linzer Torte!

Ingredienti per una tortiera da 24/26 cm

150 g di burro
10 mandorle spellate
250 g di farina
150 g di zucchero a velo
120 g di nocciole spellate
1 uovo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
la scorza di un limone
1 pizzico di cannella
2,4 chiodi di garofano
1 bustina di lievito per dolci
300 g di marmellate di ribes

Tostate in padella, con fuoco moderato le nocciole fino a quando non saranno leggermente arrostite. Tritatele al frullatore o se avete il robot da cucina grattuggiatele con le lame da grattugia.

Setacciate la farina insieme allo zucchero e tritate al mortaio i chiodi di garofano.

Prelevate con un rigalimoni o con un pelapatate la scorza del limone stando attenti a non prendere la parte bianca. Tritatela grossolanamente.

Affettate sottilmente le mandorle.

In una ciotola o con le fruste elettriche, lavorate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero, fino a ottenere una crema morbida e spumosa, aggiungete l’uovo e continuate a impastate. Aggiungete le spezie, la buccia di limone, la granella di nocciole e la farina con il lievito.

Impastate fino a ottenere un impasto cremoso e omogeneo. Raccoglietelo a palla in una ciotola, copritelo con la pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo per almeno un’ora.

Imburrate una teglia e prelevate ¾ della pasta. Spianate la pasta direttamente nella tortiera con le mani. Se l’impasto dovesse essere troppo morbido per stenderlo a mano sulla tortiera potete usare un sac a poche, realizzando una spirale dal centro verso l’esterno.

Spalmatevi sopra la marmellata di ribes in modo uniforme.

Con il resto della pasta formate un cilindro lungo e stretto che disporrete come orlo della torta e tanti piccoli cilindri che vi serviranno per fare la classica forma a grata (molto fitta) delle crostate.

Coprite l’orlo con le mandorle affettate e infornate nel forno (in precedenza scaldato a 190°C) per 30-40 minuti o fino a quando non sarà cresciuta e avrà un bel colore ambrato.

Vino in abbinamento consigliato: Malvasia di Bosa.

 

*Rita Tersilla, cultrice delle tradizioni culinarie in particolar modo del cibo di strada, collabora con varie testate giornalistiche e tiene consulenze sulle tematiche gastronomiche. E’ inoltre cuoca del canale web “D - Ricette” del Gruppo Editoriale “L’Espresso”. Nel 2008 dà vita ai Sarti del Gusto che si occupano di organizzare degustazioni ed eventi enogastronomici pubblici e privati.

09/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Rita Tersilla

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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