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Dal decennio berlusconiano ai governi del presidente
Le cause e i motivi per i quali si sono progressivamente affermati in Italia il populismo demagogico e la restaurazione liberista.
Populismo, bonapartismo e governo tecnico
Tutti i principali demagoghi e populisti che hanno caratterizzato la seconda repubblica italiana sono divenuti i più convinti sostenitori del governo tecnico di Mario Draghi, da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi, da Beppe Grillo a Matteo Salvini.
Il banchiere-usuraio: Draghi o Gobseck [1]?
La normalizzazione dei governi tecnici al servizio del capitale
Molti sostengono che gli esempi contemporanei di fascismo non siano paragonabili ai regimi dittatoriali del passato. Ma la normalizzazione del mito fascista, al pari della odierna mitizzazione del mercato e di interessi superiori capitalistici ai quali piegare la sovranità popolare, rappresenta la minaccia dalla quale guardarsi e difendersi.
Draghi come Ciampi, commissari della democrazia
Il confronto dell’attuale emergenza pandemica con la passata emergenza “morale” della vicenda Mani Pulite fa capire come, al di là della narrazione mistificata e nell’appiattimento acritico dello scenario politico anche di campo “progressista”, i governi tecnici rappresentano l’intervento diretto delle oligarchie finanziarie ed economiche per indirizzare a loro vantaggio, in momenti cruciali, le scelte economiche e sociali fondamentali del paese.
L’Anti-Draghi
Non essendo stati eletti da nessuno e non dovendo rispondere del proprio agire politico dinanzi alla sovranità popolare, i governi cosiddetti tecnici non hanno nemmeno il bisogno dell’occultamento dietro le forme della rivoluzione passiva.
Lo spettro del governo del capitale finanziario
La crisi di governo aperta da Renzi mira a rappresentare pienamente gli interessi dei poteri forti, in altre parole una dittatura ancora più aperta del grande capitale senza nemmeno quelle misere misure di rivoluzione passiva necessarie al governo Conte per mantenere l’egemonia sulle classi dominate.
La crisi di governo quale crisi della politica
A dominare incontrastato è ancora una volta il trasformismo, al punto che l’attuale classe dirigente di maggioranza e opposizione non appare nemmeno in grado di fare i reali interessi della classe dominante nel suo insieme.