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Le ceneri di Gramsci
A quasi 80 anni di distanza, ormai, dalla sua morte Antonio Gramsci resta l'intellettuale comunista di più grande rilievo che l'Italia abbia mai conosciuto, preso a modello e studiato a fondo anche in America Latina. Mentre in Italia, invece, l'élite intellettuale delle classi dominanti lavora alla lenta disintegrazione del pensiero che il grande comunista di Ales ci ha lasciato in eredità.
Verità e politica in Gramsci
Antonio A. Santucci (Cava de’ Tirreni, 2 ottobre 1949 – Roma, 27 febbraio 2004) ha lasciato un vuoto intellettuale incolmabile nell’ambito degli studi gramsciani ma anche umano, per chi fu a lui più vicino come amico e come compagno di militanza politica.
A proposito di trasformismo
Nell’articolo Il trasformismo delle classi dirigenti (ne “il manifesto” del 17/ 02/2015) Alberto Burgio fa notare la quasi totale latitanza della stampa nazionale sugli episodi di trasformismo che hanno caratterizzato la recente vita parlamentare del nostro paese. Settori e/o gruppi di diversa provenienza politica (Scelta Civica, esponenti di Sel, dissidenti di M5S) sono confluiti nel partito del Presidente del Consiglio, rafforzando così la stabilità del governo e avallando lo stile dirigistico e decisionista impresso al potere esecutivo, a detrimento della funzione legislativa del Parlamento.
Controlezionitv: Gramsci
Antonio Gramsci continua ad essere al centro di innumerevoli rivisitazioni, a conferma dell’inesauribile contenuto della sua opera e della sua centralità sia per chi vuole valorizzarla, sia per chi ritiene opportuno offuscarla inserendola in altri contesti.
Gramsci e la questione meridionale
Mentre i partiti antifascisti combattevano il fascismo, Antonio Gramsci, dalla sua cella, meditava e scriveva le analisi storico-filosofiche e politiche dalle quali il marxismo italiano avrebbe tratto nuova linfa dopo la sconfitta del fascismo: i Quaderni del carcere. La cui originaria ispirazione va rinvenuta proprio nel saggio Alcuni temi della quistione meridionale, iniziato nel 1926 e rimasto incompiuto.
Le origini dell’intervento comunista nel sindacato (Parte 2 di 2)
Una questione di grande attualità: il rapporto fra i comunisti e il sindacato. Gramsci, i consigli di fabbrica, la lotta contro il fascismo, le critiche della Terza Internazionale, i limiti della direzione bordighista del partito, la lotta contro le burocrazie sindacali
Spaccato su Gramsci e le origini del PCI
II 12 novembre riapre il Parlamento, chiuso da cinque mesi. Luigi Repossi ebbe l’incarico di entrare nell'aula di Montecitorio, dove si commemorava Matteotti da parte di un'assemblea di fascisti e filofascisti, per leggere una dichiarazione il cui cuore era nella seguente affermazione: "Da che mondo è mondo, non è permesso ai responsabili di assassinio commemorare le vittime"…
Così è se vi pare, Gramsci
L’insostenibile leggerezza di alcuni studiosi nella divulgazione di leggende gramsciane. L’anticomunismo che abbaglia e induce all’errore.
Gramsci Togliatti e noi
Nell’Italia odierna un personalismo mediatico, privo di pensiero e di progetto lungimirante, dilaga tra le forze politiche di governo e di opposizione, negando o ignorando la tradizione comunista. Noi, invece, dobbiamo ricercare se quella tradizione italiana del Novecento non debba essere integrata in un’epoca di globalizzazione dissennata e disumana.