Diffondiamo una importante petizione presentata il 7 gennaio promossa inizialmente da realtà di base (Peacelink e Articolo 11) e sinora condivisa da un ampio numero  di critici della guerra, alla quale il collettivo politico La Città Futura aderisce convintamente invitando tutte e tutti a fare altrettanto

Abbiamo scelto di tradurre questo articolo per mettere in luce un aspetto del pensiero marxista spesso trascurato, cioè la capacità di adattarsi e rispondere alle peculiarità storiche e sociali del Medio Oriente. Attraverso il contributo di Kıvılcımlı, intendiamo offrire ai lettori italiani una prospettiva unica e stimolante su come il marxismo possa essere contestualizzato e arricchito in contesti differenti.

Contro la demonizzazione e l’agiografia cerchiamo di riprendere quanto c’è di valido sia dal punto di vista che teorico che politico da Togliatti, dandone un giudizio storico equilibrato.

Insieme al Prof. Orazio Di Mauro parleremo dell'impatto di Donald Trump sulla politica a livello nazionale ed internazionale.

Mercoledì, 08 Gennaio 2025 18:14

Berlinguer fra grandi e piccole ambizioni

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Per un bilancio storico critico, ma dialettico, del Pci berlingueriano a oltre mezzo secolo dal sostanzialmente nefasto compromesso storico, che va compreso e non giustificato, ma neanche astrattamente demonizzato. Dal momento che, per quanto possiamo non riconoscersi in esso, fa comunque parte dell’album di famiglia del movimento al comunismo italiano.

Il Vietnam si conferma un esempio di diplomazia equilibrata e indipendente, capace di costruire relazioni solide con le grandi potenze globali dell'epoca contemporanea (Stati Uniti, Russia e Cina) senza compromettere la propria sovranità.

Volendo riassumere il senso dell’articolo con i versi manzoniani: “Ei fu (…) quando, con vece assidua,/ cadde, risorse e giacque,/ di mille voci al sonito mista la sua non ha/: vergin di servo encomio e di codardo oltraggio/, sorge or commosso al subito/ sparir di tanto raggio (…) Fu vera gloria? Ai posteri/ l’ardua sentenza”

Ragione, istinti e modi di produzione si sviluppano storicamente in stretta interdipendenza fra di loro. In particolare, i desideri plasmati dall’inconscio, sia individuale che collettivo, tendono a modificarsi adeguandosi ai diversi ambienti sociali, economici e politici di fondo. La “razionalità”, in questo contesto, non è neutra, ma svolge la funzione di supporto giustificativo alle istintive scelte comportamentali.

Andando oltre consolidati cliché e banalizzazioni sullo stato tedesco-orientale, l’Autore restituisce luci e ombre di una realtà complessa, non riducibile alla caricatura storicamente invalsa nell’opinione pubblica europea, svolgendone l’accidentato percorso di sofferta e irrisolta assimilazione al “gemello” occidentale. 

L’anno appena concluso dimostra, ancora una volta, come l’unica interpretazione realista del mondo sia quella marxista. Resta la contraddizione che proprio il marxismo, in quanto filosofia della prassi, richiede che non ci si limiti a interpretare meglio la realtà, in quanto si tratta di trasformarla radicalmente. Quest’ultima opzione richiede, necessariamente, di ripartire dalla fatidica questione della Rivoluzione in occidente.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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