Videolezione: dalla teoria delle idee ai miti platonici

Proseguiamo la pubblicazione del corso di filosofia: “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”. Secondo ciclo: “Dalla utopia comunista di Platone al realismo immanentistico di Aristotele” – tenuto dal professor Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci – con il video della seconda lezione: “Dalla teoria delle idee ai miti platonici”.


1. Versione cartacea della videolezione

Affinché vi sia scienza, debbono esserci per Platone oggetti stabili, dotati di un’essenza permanente come le idee. Questo è evidente nella geometria, nella quale i teoremi si applicano a delle figure geometriche ideali e non a quelle empiriche. Così la forma di conoscenza scientifica consente una perfetta conoscibilità, che corrisponde al grado di realtà dell’essere o alla perfetta esistenza propria delle idee. L’opinione ha come modo di conoscenza l’opinabilità e i suoi oggetti hanno come grado di realtà il divenire empirico. Infine, l’ignoranza ha come modo di conoscenza l’inconoscibilità e i suoi oggetti hanno come grado di realtà il non-essere, l’inesistenza. D’altra parte è dalla perfetta realtà delle idee che dipende la perfetta conoscenza propria della scienza, dall’esistenza mutevole instabile del divenire empirico derivano gli analoghi caratteri dell’opinione.

La teoria delle idee

Platone ricostruisce una gerarchia fra le diverse forme del sapere, in cui il sapere superiore dà garanzia assoluta di verità e mira a una scienza rigorosa anche del mondo etico-politico, sulla cui base fondare una rivoluzione scientifica della società. Lo strumento per compiere questo progetto è la teoria delle idee. Le idee occupano nella filosofia di Platone il livello che ha l’essere in Parmenide. D’altra parte sono un essere non più indifferenziato e incapace di sviluppo, ma pluralistico e ordinatamente articolato come ormai le scienze in cui è suddiviso il campo della pura teoria.

Il rapporto tra idee e cose

Le idee sono molte, mentre l’essere parmenideo è unico, le idee hanno un rapporto di partecipazione con il mondo sensibile (per esempio le cose sono belle in quanto partecipano dell’idea di bello che è la causa per cui sono belle), di imitazione (mimesi) in quanto le cose sono la copia imperfetta delle idee – per cui le idee sono i loro modelli – e le idee sono presenti nelle cose. Le idee oltre a essere la causa delle cose sono anche i loro criteri di giudizio: comprendiamo che due enti sono uguali sulla base dell’idea di uguaglianza.

Dove e come esistono le idee

Le idee sono trascendenti, si trovano al di là del mondo sensibile. Sono modelli di classificazione delle cose, criteri mentali attraverso cui pensiamo gli oggetti. L’idea di numero, uguaglianza, cerchio, anche se esistono al di là dello spazio e del tempo, non vuol dire che si trovano nell’iperuranio, questo è evidentemente un mito.

Il superamento dell’eleatismo

Platone, pur riprendendo l’opposizione parmenidea fra verità/essere e opinione/apparenza, la sviluppa. Il piano della verità non è più immediato e indeterminato, ma è un insieme articolato di scienze, dalle matematiche al nuovo sapere etico-politico. Il mondo del divenire, dell’empirico, dell’opinabile se ha una realtà inferiore all’essere delle idee non è una mera parvenza o un non-essere come per Parmenide, ma ha un’esistenza intermedia fra le idee e il non-essere, come l’opinione è una forma di sapere intermedio fra scienza e ignoranza. Si pone ora la questione della mediazione per superare la scissione fra idee e cose, scienza e opinione. Tanto più che le questioni etico-politiche, al centro della riflessione platonica, si collocano proprio in tale spazio intermedio. Del resto l’efficacia scientifica ed etico-politica delle idee dipende dall’operare dei filosofi che le conoscono. Per continuare a leggere la versione cartacea della videolezione clicca qui.

2. Prossimi incontri del corso:

3) Dal Simposio di Platone alla dialettica e il bene – mercoledì 15 settembre ore 18.

4) La Repubblica di Platone – mercoledì 22 settembre ore 18

5) Gli ultimi dialoghi platonici – mercoledì 29 settembre ore 18.

6) L’ultimo Platone e l’introduzione ad Aristotele – mercoledì 6 ottobre ore 18. 

7) La metafisica di Aristotele – mercoledì 13 ottobre ore 18.

8) Dalla fisica alla logica di Aristotele – mercoledì 20 ottobre ore 18.

9) Dalla logica alla gnoseologia di Aristotele – mercoledì 27 ottobre ore 18.

10) Dall’etica alla retorica di Aristotele – mercoledì 3 novembre ore 18.

3. Presentazione del corso:

La nostra cultura e civiltà è in buona parte fondata su due decisivi pensatori che, nei loro sistemi, hanno sintetizzato larga parte del precedente sviluppo filosofico e scientifico. Inoltre, essi costituiscono la base non solo della cultura ellenistica e cristiana tardo antica, ma della civiltà araba, medievale, umanistica e rinascimentale. Continueranno ad avere un’enorme influenza anche sulla successiva cultura moderna borghese, a partire dalla Rivoluzione scientifica e almeno fino al suo esponente più progressivo: G.W.F. Hegel. Attraverso quest’ultimo Platone e Aristotele hanno indirettamente influenzato la cultura contemporanea marxista, fino ai giorni nostri, si pensi a quanto sia direttamente e apertamente debitrice da Platone l’idea di comunismo di Alain Badiou, uno dei più affermati pensatori comunisti viventi a livello internazionale. Peraltro l’opera di Platone e Aristotele ha un’influenza così ampia e millenaria sul nostro modo di pensare, di esprimerci e di agire da non essere nemmeno avvertita dalla stragrande maggioranza degli uomini. Anche se essi – essendo tali pensieri così tanto e da così lungo tempo caratterizzanti parte significativa della cultura e civiltà umana – non ne sono consapevoli.

Dunque, per divenire finalmente pienamente consapevoli di questi capisaldi della nostra cultura e civiltà – tanto che per secoli i pensatori si sono divisi in platonici e aristotelici – e per meglio intendere gli stessi grandi pensatori moderni e contemporanei che ne sono stati, in maniera diretta o indiretta, influenzati, ci pare necessario offrire all’inizio dell’anno accademico 2021-22 dell’Università popolare Antonio Gramsci un corso introduttivo alle concezioni del mondo elaborate da Platone e Aristotele. Questi incontri avranno un valore propedeutico allo sviluppo, negli anni successivi, del nostro corso di controstoria della filosofia in una prospettiva marxista. In effetti, non è possibile comprendere pienamente e padroneggiare gli sviluppi successivi del pensiero e del modo di agire degli uomini, del loro modo di organizzare la comunità umana, senza aver ben presenti queste due colonne portanti della cultura e civiltà umana.

Nello spirito dell’Università popolare, il corso sarà rivolto a tutti coloro che hanno interesse ad apprendere e a confrontarsi dialetticamente, nell’ampio dibattito che si svilupperà al termine di ogni lezione, riguardo a tali problematiche. Quindi il corso è pensato, in primo luogo, per i filosofi della prassi (nel senso letterale del termine), ovvero per coloro che amano accrescere, nel dialogo collettivo, la propria conoscenza del mondo, per poter contribuire a trasformarlo, possibilmente in modo radicale.

In effetti, come vedremo, lo stesso spirito dell’utopia che anima i filosofi della prassi ha le sue origini e i propri fondamenti proprio nel pensiero di Platone, nel quale incontriamo peraltro la prima grande teorizzazione della società ideale, ovvero della società comunista. Un ideale che sarà ripreso e sviluppato in tutte le epoche successive, mantenendo un legame diretto con Platone almeno fino al diciassettesimo secolo, per poi cercare di superarlo in modo dialettico, in maniera più o meno consapevole. In Aristotele troveremo, al contrario, il padre nobile dell’altra grande corrente del pensiero politico e sociale, la corrente del realismo che confluirà, insieme all’utopismo platonico, nel marxismo, che li sintetizzerà, superandoli dialetticamente.

Più in generale Platone darà uno sviluppo decisivo al pensiero dialettico, talmente grande e influente da essere in qualche modo eguagliato solo da Hegel e Karl Marx. Mentre il pensiero di Aristotele ha offerto un apporto essenziale all’affermazione della moderna concezione filosofico-scientifica del mondo, di contro alla tradizionale visione mitologico-religiosa. Da questo punto di vista Aristotele è alla base di tutto il pensiero radicale immanentistico, che sarà elemento portante del marxismo scientifico a partire dai suoi padri nobili Marx e Friedrich Engels.

Il pensiero utopistico di Platone e la sua prima grande teorizzazione di una società comunista sono considerati come fondamento di tali concezioni anche dai loro più agguerriti nemici, da Aristofane nel mondo antico, ai padri della chiesa nel mondo cristiano, a Friedrich Nietzsche nel mondo moderno, per arrivare a Karl Popper nel mondo contemporaneo. Per Nietzsche il pensiero dell’emancipazione dal rapporto servo-padrone, dominante nel mondo arcaico greco aristocratico, è per la prima volta stato gagliardamente contrastato da Socrate-Platone, con cui si sarebbe affermato il razionalismo e la visione morale del mondo. Perciò, il più grande fra i pensatori reazionari vede proprio in Socrate-Platone l’origine di quella decadenza della civiltà occidentale che sarebbe culminata con il primo tentativo di costruire una società comunista ai tempi della Comune di Parigi. Inoltre il discorso di Socrate-Platone sarebbe pericolosamente sovversivo proprio in quanto mette in questione, per la prima volta in modo radicale, la società oligarchica e schiavista sino ad allora assolutamente dominante. Per continuare a leggere la presentazione del corso clicca qui.

10/09/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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