Sinistra in europa

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{/source} A cura di Marco Nebuloni e Paolo Rizzi

In tutta Europa si pone il problema della collaborazione tra i comunisti e le forze genericamente di “sinistra antiliberista”. Queste forze sono di varia provenienza: può trattarsi di gruppi che vengono da esperienze di “nuova sinistra” extraparlamentare, di gruppi movimentisti o di soggetti che hanno rotto con la socialdemocrazia.

Come abbiamo già sostenuto, le alterne vicende delle sinistre in Europa, vengono riportate in maniera approssimativa, rimuovendo le storie nazionali, i punti di criticità e le difficoltà, sostenendo una sostanziale intercambiabilità delle varie esperienze e proponendole di volta in volta come modello da importare per risolvere la crisi dei comunisti e della sinistra nel nostro Paese.

Con questo lavoro si proverà a illustrare la situazione delle sinistre nei paesi più spesso indicati come modelli da seguire o imitare: Germania, Francia, Spagna e Portogallo. Come i nostri lettori noteranno ben presto, le situazioni di questi Paesi sono molto diversificate, l’efficacia sociale ed elettorale delle varie formazioni può variare molto e la natura stessa delle “sinistre unite” (o divise!) non è riconducibile ad uno schema unico.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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