Noi stiamo con le sardine

La soggettività politica e sociale non si manifesta mai sulla base dei nostri desiderata ma a partire dai bisogni degli uomini e da come essi se li rappresentano nel quadro storico specifico della nostra società capitalistica giunta a questa fase di sviluppo o di involuzione.


Noi stiamo con le sardine

Dal mese di Novembre si sta sviluppando con una velocità impressionante, marchio di fabbrica dell’era dei social network e delle fasi di crisi, un movimento di dimensioni notevoli con tratti antisalviniani e, più in generale, antifascisti e antirazzisti. La prima domanda che ci dovremmo porre non è tanto chi ci sia dietro ma perché si sia sviluppato, quale ne sia l’esigenza, il bisogno politico e sociale che questo movimento tenta di raccogliere.

La risposta è semplice per chiunque abbia a cuore gli interessi delle masse e non solo ed esclusivamente la lotta politica per il posizionamento della propria sigla nel campo dell’estrema sinistra o in quello moderato. Il problema principale è il vuoto, in tutto il campo della sinistra, di una proposta politica che sia credibile per gli oppressi, al quale si unisce il declino dei cinque stelle.

Le sardine non hanno fatto altro che prendere consapevolezza di questo vuoto e, di fronte al quadro politico attuale contraddistinto dalla perdita di credibilità del governo e l’imminente ascesa di Salvini e della destra più razzista, hanno espresso, portandolo in piazza, il loro malessere, le loro preoccupazioni e  la paura di trovarci di fronte ad un blocco reazionario di massa avallato da un forte consenso popolare. Molti non vedono di buon occhio il fatto che il movimento si sia sviluppato sotto elezioni trovando in questo la causa di tutti i mali, peccato che, anno più anno meno, da quando esiste il suffragio tutti i movimenti di opinione sorgono a ridosso delle elezioni visto che solo i rivoluzionari marxisti sono mobilitati permanentemente il resto della popolazione lo fa solitamente sotto le elezioni.

Non ci piace tutto quello che dicono perché molti aderenti sono del pd o delusi 5 stelle o perché ancora non toccano a pieno le tematiche sociali e del lavoro? Benissimo, è sacrosanto constatare tale limitante dato di fatto. Ma la reazione di buon senso non può né deve essere quella di trincerarsi dietro agli inevitabili difetti di un processo che, nato dallo spontaneismo, viene direzionato dagli intellettuali della classe dominante. Come afferma la cultura marxista esistono all’essenza solo due ideologie: quella borghese, ossia quella dominante nella nostra epoca, e quella marxista. Se quest’ultima non è egemone allora lo sarà la prima, questo è inevitabile.

Un’iniziativa dall’intento quasi scherzoso, che afferra il problema senza comprenderlo ancora pienamente, che intuisce una scelta di campo e una linea politica ma non ha un costrutto serio e definito perché figlia della desolazione a-politica imperante ma che riesce a riempire le piazze sotto la parola d’ordine dell'antifascismo, antirazzismo, antisalvinismo, le stesse piazze che sembravano ormai solo di Salvini. E se queste piazze popolate dalle sardine avanzassero due semplici parole d’ordine: cancellazione dei decreti Salvini e cancellazione di ogni autonomia differenziata non sarebbe indirettamente un attacco al governo?

La soggettività politica e sociale non si manifesta mai sulla base dei nostri desiderata ma a partire dai bisogni degli uomini e da come essi se li rappresentano nel quadro storico specifico della nostra società capitalistica giunta a questa fase di sviluppo o di involuzione.

Se la sinistra di classe riflettesse sul perchè del successo di questi fenomeni potrebbe prendere pienamente coscienza del pericolo connesso alla sua frantumazione ossia il pericolo della credibilità. Se nella società borghese sorgono dei movimenti di massa spontanei è ovvio che questi esprimono il livello di coscienza media della fase storica. Se la parte più cosciente della borghesia fa il suo lavoro per egemonizzare e direzionare, passivizzando, ogni forma di spontaneismo non altrettanto sappiamo fare noi.

Gli intellettuali organici alla borghesia inventano, sono duttili sono in grado, in quattro, di gestire un movimento di massa che nemmeno loro si aspettavano con queste proporzioni e noi? Rifiutiamo a priori di giocare la partita godendoci la posizione comoda dei facili profeti di disastri. È ovvio che se la parte più cosciente degli oppressi non interviene per direzionare il processo allora questo stesso produce solo passivizzazione, ma questo è appunto una facile profezia.

26/11/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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