E’ legge il decreto carceri che però non risolve i gravi problemi penitenziari

Mercoledì 7 agosto la Camera ha approvato in via definitiva il decreto carceri, voluto dal Governo di destra per affrontare i gravi problemi che affliggono i penitenziari italiani, senza però risolverli.


E’ legge il decreto carceri che però non risolve i gravi problemi penitenziari

C’è voluto ancora una volta il voto di fiducia per fare passare in via definitiva alla Camera mercoledì 7 agosto il decreto-legge sulle carceri, voluto dal Governo di destra per affrontare i gravi problemi che da tempo affliggono l’universo penitenziario italiano, primo fra tutti il sovraffollamento delle celle e l’aumento dei sucidi tra i detenuti [1], ma che – ad una prima lettura – appare inidoneo a risolvere l’emergenza. 

Nell’ultima seduta alla Camera prima della pausa estiva, con i deputati già con le valigie in mano, pronti per le vacanze, il clima si è fatto subito molto più rovente in aula che fuori, sotto il caldo sole agostano. Grazie al voto di fiducia chiesto dal Governo sul testo già approvato dal Senato pochi giorni prima, i parlamentari hanno sì dato il via libera definitivo al decreto carceri, convertendolo così in legge [2] con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un solo astenuto, ma in un clima da enorme bagarre. Proprio mentre si stava votando il testo governativo, il ministro della giustizia Carlo Nordio non si trovava tra i banchi del Governo, come sarebbe stato corretto, ma altrove, impegnato in una riunione con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per discutere altre misure da adottare per affrontare l’emergenza sovraffollamento delle carceri, quasi a volere smentire con i fatti l’importanza e l’urgenza di quanto si stava discutendo e votando in quel momento in aula. Apriti cielo! L’opposizione ha protestato duramente, chiedendo pure per i chiarimenti del caso la convocazione della capigruppo, la Commissione parlamentare che riunisce tutti i presidenti dei gruppi parlamentari per gestire i lavori in aula. Nordio ha allora provato a minimizzare, gettando acqua sul fuoco e chiarendo che l’incontro con Meloni aveva per oggetto una programmazione futura, che non andava certo ad interferire con i lavori parlamentari [3]. Dopo il voto soddisfazione arriva ovviamente dalla maggioranza (Tommaso Foti, FdI: “Più sicurezza, certezza della pena tutela alle forze dell’ordine. È finita l’era degli indulti cari alla sinistra”), mentre l’opposizione la pensa diversamente. Elly Schlein (Pd): “La furia punitiva acceca la maggioranza, che non fa nulla contro il sovraffollamento, mentre introduce oltre venti reati nuovi” [4]. Insomma, ancora una volta il Parlamento si è spaccato sull’ennesimo intervento annunciato come risolutivo del problema carcerario nazionale, ma che non riesce pienamente nel suo intento.   

Ma cosa prevede il testo appena approvato? In estrema sintesi, tra le varie misure adottate [5] esso prevede l’assunzione nei prossimi due anni di nuovi agenti di polizia penitenziaria, dirigenti e medici penitenziari, oltre allo scorrimento delle graduatorie degli ultimi concorsi banditi dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per assumere così anche gli idonei, l’introduzione di misure per semplificare il procedimento di concessione della liberazione anticipata, l’istituzione di un Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, per accelerare le procedure di ristrutturazione delle carceri esistenti e di costruzione di nuovi istituti, l'aumento del numero di colloqui telefonici consentiti ai detenuti, che passerebbero così da 4 a 6 al mese, ma con modalità che saranno dettate da un futuro regolamento attuativo, l’istituzione di un albo delle comunità idonee ad accogliere alcune categorie di detenuti - quelli che devono scontare ultimi spezzoni di pena, i tossicodipendenti, i condannati per determinati reati meno gravi - i quali potranno scontare anche parte della loro condanna fuori dal carcere, garantendo pure servizi di assistenza, riqualificazione professionale e reinserimento socio-lavorativo, l'esclusione dai programmi di giustizia riparativa dei detenuti sottoposti al regime speciale del 41-bis. Ma del decreto-legge il Governo si è servito anche come un taxi per fare approvare altre misure che poco o punto hanno a che fare con i gravi problemi carcerari che pure avrebbe dovuto risolvere. Il testo introduce infatti un nuovo reato, come se davvero ce ne fosse bisogno, che va ad implementare la pletora di quelli esistenti in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, smentendo così la recente decisione del Governo di abolire l’abuso di ufficio. Viene infatti introdotto nel codice penale il reato di indebita destinazione di denaro o cose mobili (articolo 314-bis), per punire i pubblici ufficiali o gli incaricati di un pubblico servizio che utilizzano denaro o beni mobili per scopi diversi da quelli previsti dalla legge, procurandosi o procurando ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, viene modificato il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, includendo il delitto di indebita destinazione di denaro o cose mobili, è spostata di un anno l'entrata in vigore delle disposizioni della c.d. riforma Cartabia sul tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, è vietato sottoporre a sequestro o pignoramento il denaro, i titoli e gli altri valori che costituiscono riserve valutarie di Stati esteri, che le banche centrali o le autorità monetarie estere detengono o gestiscono per conto proprio o dello Stato a cui appartengono, e che sono depositati presso la Banca d’Italia. 

Note:

[1] Sul punto v. tra i tanti i miei articoli apparsi su questo giornale (https://www.lacittafutura.it/interni/sovraffolamento-delle-carceri-e-possibili-soluzioni; https://www.lacittafutura.it/interni/ancora-sull-emergenza-carceri-il-ddl-che-aumenta-i-giorni-di-liberazione-anticipata; https://www.lacittafutura.it/cultura/quando-il-fine-pena-%c3%a8-mai-ripensare-l%e2%80%99ergastolo ). 

[2] Com’è noto, i decreti-legge sono misure normative di emergenza approvate dal Consiglio dei ministri in casi straordinari di necessità e urgenza, che entrano in vigore subito dopo la loro pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, ma che vanno convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni, altrimenti decadono definitivamente. I Governi, soprattutto negli ultimi anni (e il Governo Meloni non è certo da meno), hanno fatto grande uso (e abuso) di questo strumento normativo, anche senza rispettare rigidamente i criteri previsti dall’articolo 77 della Costituzione pur di aggirare le pastoie parlamentari.

[3] https://www.repubblica.it/politica/2024/08/07/news/decreto_carceri_camera_approva_dl-423436575/?ref=RHLF-BG-P8-S1-T1.

[4] https://roma.corriere.it/notizie/politica/24_agosto_08/il-decreto-carceri-e-legge-proteste-e-liti-alla-camera-nordio-andro-da-mattarella-f2542ebe-46b3-4f16-bacf-464cfba1cxlk.shtml.

[5] https://www.adnkronos.com/politica/ok-della-camera-al-decreto-carceri-e-legge-cosa-prevede_3Q51dPPvVFNhrQ5KkFnR32?refresh_ce; https://www.linkiesta.it/2024/08/decreto-carceri/; https://www.ilsole24ore.com/art/dl-carceri-rush-finale-passata-fiducia-camera-arrivano-misure-alternative-AF5TJEGD

09/08/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Ciro Cardinale

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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