Approvato dalla Camera il progetto di legge sul reato di apologia del fascismo

Compete ora al Senato fare altrettanto, poi a Magistrati e inquirenti avviare i procedimenti contro singoli e movimenti fascisti.


Approvato dalla Camera il progetto di legge sul reato di apologia del fascismo

MILANO. Emanuele Fiano è deputato PD e fa parte della Comunità Ebraica di Milano. Una personalità politica, che al di là della sua appartenenza che lo costringe a seguire scelte e linee del partito di cui fa parte, sa usare la testa e con cui è piacevole confrontarsi.

E’ stato proponente di una legge che, nel momento dell’approvazione definitiva, consentirà azioni legali contro movimenti fascisti – a esempio Forza Nuova e simili – e singoli personaggi che propagandano l’ideologia vinta dalla Resistenza e dalla Costituzione.

Riassumiamo nella scheda seguente la proposta di legge presentata alla Camera da Fiano e altri “Introduzione dell’articolo 293-bis del Codice Penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista”:

Introduzione dell'articolo 293-bis del Codice Penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista":

PRIMA LETTURA CAMERA

Proposta di legge C. 3343 Presentata il 2 ottobre 2015

Iter in Commissione

  • Esame in Commissione (iniziato il 21 aprile 2016 e concluso il 6 luglio 2017)

Iter in Assemblea

  • Discussione in Assemblea (iniziata il 10 luglio 2017 e conclusa il 12 settembre 2017. Approvato)

PRIMA LETTURA SENATO

Disegno di legge trasmesso dalla Camera il 14 settembre 2017


Dunque, la Camera ha approvato la legge Fiano sul reato di apologia di fascismo. Ora la parola è al Senato.

La Camera dei Deputati ha approvato il testo con 261 sì, 122 no e 15 astenuti.

Com’era prevedibile sono stati numerosi gli esponenti del centrodestra che hanno contestato la nuova legge. “L’antifascismo è la cifra di chi difende la libertà e le opinioni non vengono represse da questo testo” ha spiegato Fiano. La norma proposta da Emanuele Fiano estende e completa la legge Scelba del 1952 e poi la Mancino del 1993, dove veniva allargata la Scelba all’odio e alla discriminazione razziale, con l’introduzione dell’articolo 293-bis nel Codice Penale relativo al reato di propaganda fascista.

Questo è il testo dell’articolo: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi sovversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”.

Quindi, di fatto, la legislazione contemplerà anche gesti individuali da punire, come il saluto romano e la diffusione di gadget (“produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli” del fascismo e del nazismo).

La proposta di legge prevede “la reclusione da sei mesi a due anni”, con “la pena aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”, come a esempio Facebook, dove è facile trovare pagine e post di personaggi e movimenti di chiara scelta fascista e nazista. Vi sono, intoltre, movimenti che si presentano anche alle elezioni amministrative, come fa Forza Nuova con una propria lista di candidati. Alcune amministrazioni comunali, poi, autorizzano il posizionamento di gazebo in piazza e raduni addirittura internazionali che diventano vere e proprie occasioni di propaganda e chiamata all’azione violenta contro la sinistra e la democrazia.

Negli ultimi mesi le cronache locali raccontano di episodi, subito stigmatizzati, segnale del rialzare la ruvida voce da parte di soggetti e movimenti che ritengono di poter impunemente ripensare al fascismo: il fuoco appiccato alla targa che ricorda la fucilazione di Benito Mussolini vicino a Dongo sul lago di Como, la contestazione per l’intitolazione di quel luogo come piazza dei Partigiani, la cerimonia sempre in quel luogo di commemorazione del duce fascista, chiassoso raduno militaresco con centinaia di braccia alzate nel saluto fascista, la proposta di una celebrazione unitaria per fare memoria dei morti delle due parti in conflitto – chi combatté per la libertà accanto a chi combatté per la repressione.

Se riguardiamo la scheda introduttiva colpisce che siano passati ormai due anni dalla presentazione di una proposta di legge adatta a frenare la recrudescenza di simpatizzanti fascisti e delle loro azioni di becera propaganda. Quanto tempo ci impiegherà ora il Senato?

Non andrebbe nemmeno dimenticato che i loschi figuri ispirati da fascismo e nazismo riempiono, con la compiacenza delle società sportive, le curve ultras degli stadi e si mettono, con la compiacenza di amministrazioni comunali e il permesso delle prefetture, in prima fila nelle manifestazioni contro i campi profughi, com’è capitato pochi giorni fa nella città di frontiera di Como.

23/09/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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