V lezione del corso di filosofia: Gli ultimi dialoghi platonici

Mercoledì 29 settembre dalle ore 18 alle 20.15, quinta lezione del corso: “Controstoria della filosofia” (II ciclo), tenuto dal professor Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci. La lezione (che si terrà in videoconferenza per gli iscritti all’Università popolare Antonio Gramsci e in diretta facebook al link https://www.facebook.com/unigramsci/) affronterà – in un’ottica marxista – gli ultimi dialoghi platonici.


V lezione del corso di filosofia: Gli ultimi dialoghi platonici

Mercoledì 29 settembre dalle ore 18 (puntuali) avrà luogo la quinta lezione del corso di filosofia – tenuto dal professor Renato Caputo – intitolato “Controstoria della filosofia da un punto di vista marxista”, secondo ciclo: “Dal comunismo utopistico di Platone al realismo immanente di Aristotele”.

I dialoghi dialettici

Le idee si relazionano in un complesso intreccio di rapporti che è compito del dialettico ricostruire. Non a caso i dialoghi posteriori alla Repubblica sono chiamati dialettici. Il tema della dialettica, inteso come lo studio delle relazioni interne al mondo delle idee, diviene centrale.

Identità e differenza nel rapporto fra idee permettono di discriminare il vero dal falso

La dialettica indaga i rapporti di esclusione e inclusione tra idee. Per esempio, l’idea di uomo può partecipare all’idea di camminare, non all’idea di volare. La proposizione “Socrate vola” è falsa prima della sua falsità empirica. I rapporti di inclusione ed esclusione tra idee rappresentano l’analisi delle condizioni necessarie – ma non sufficienti – della verità delle asserzioni empiriche: prima ancora di stabilire se Socrate sta camminando, occorre valutare se le due idee possono comunicare. Mentre l’assenza di comunicazione è già condizione necessaria e sufficiente della falsità dell’asserto “Socrate vola”.

Generi e specie, divisione e ricomposizione

La dialettica è la scienza delle relazioni fra idee e gruppi di idee e ha notevole importanza nello studio delle realtà naturali. Si tratta di individuare le idee affini e i diversi gradi di affinità. Si potranno definire le singole idee mediante la loro collocazione nel sistema d’identità e differenze fra idee. Platone dedica grande importanza alle divisioni interne dei singoli generi, per esempio come il genere animale si divide nelle due specie di vertebrati e invertebrati e, per converso, all’appartenenza di una specie a un certo genere, per esempio uomo ad animale. Il primo è il metodo dialettico della divisione del genere nelle sue specie, il secondo quello della synthesis: la riconduzione della specie al suo genere.

La differenza fra genere identità e genere essere, per superare i limiti di Parmenide

Secondo Platone ogni idea è, cioè è inclusa nel genere o nell’idea dell’essere. Reciprocamente del genere essere sono parte le idee che dal rapporto con l’essere derivano la loro qualità fondamentale: l’esistenza. In secondo luogo ogni idea è identica a se stessa ed è, quindi, inclusa nel genere dell’identico. Dunque il genere identico e quello dell’essere non coincidono come in Parmenide, perché ogni idea è solo eguale a sé. Altrimenti la solo idea sarenne l’essere eleatico, di cui non si può dire niente altro che è, senza costruire alcun discorso scientifico.

Il parricidio di Parmenide: la riammissione del non essere

L’analisi sui generi sommi e sul diverso ha conseguenze sulla natura del non essere. Parmenide aveva escluso ogni forma di non essere dal discorso vero. D’altra parte se ogni idea è eguale a sé, ciò significa che non è le altre. La distinzione fra le idee implica che siano incluse nel genere del non-essere. Dunque il non-essere esiste come genere, quindi partecipa dell’essere. In tal modo la molteplicità delle idee implica il superamento del divieto eleatico di attribuire l’esistenza al non-essere. Platone riammette il non essere nel cuore del discorso filosofico. Non si tratta più del non essere assoluto, ma di un non essere relativo, ovvero del non essere che utilizziamo quando sosteniamo che una cosa non è un’altra, ovvero che è diversa da essa. 

Platone si rende conto della portata anti-parmenidea del suo ragionamento e chiama “parricidio” l’introduzione del non essere nel cuore della dialettica. Il punto di vista platonico presuppone l’idea che ogni determinazione implichi una negazione.

Il non-essere come l’essere diverso, terzo genere delle idee

Questo non-essere non è il puro nulla, ma il non essere altro, per cui l’idea di cavallo non è l’idea di triangolo. Il non-essere è l’essere diverso, terzo grande genere in cui le idee sono incluse. I rapporti fra idee sono basati sulle categorie di identità e differenza. Gruppi d’idee possono entrare in rapporto perché per un certo aspetto sono identiche fra loro e diverse dalle altre.

I rapporti tra le idee e le cose

La concezione delle idee entità complesse, in relazione con altre, comporta l’attenuazione della separazione fra idee e cose sensibili. Il mondo ideale è sì distinto dalle cose sensibili, ma funge più da modello di pensabilità di queste che da alternativa ontologica rispetto a esse.

L’idea terminale quale momento di organizzazione scientifica dei fenomeni materiali

Per definire per esempio l’uomo, collocandolo nel sistema di relazioni fra idee, la prima mossa della dialettica sarà sintetica, verrà scelta un’idea generale in cui quella di uomo è inclusa, per esempio l’idea di animale (I livello d’identità). Il campo definito da questa idea verrà diviso in due mediante una differenza specifica: il possesso o meno di piedi. Da una parte gli animali senza piedi (I livello di differenza) dall’altra quelli con i piedi (II livello di identità). Si dividerà, dunque, fra quadrupedi e bipedi. Poi fra bipedi che parlano e non parlano. L’uomo sarà definito come animale dotato di due piedi e di parola. Tale idea è un terminale, non è ulteriormente divisibile e costituisce la linea di confine fra il mondo delle idee e il mondo del divenire empirico, visto che oltre l’idea di uomo troviamo la molteplicità degli uomini empirici, di cui non si dà una vera scienza. Tuttavia, l’idea ultima diviene il momento di organizzazione e pensabilità teorica del gruppo di fenomeni materiali che si estendono subito sotto di essa. La dialettica si avvicina così alle scienze empiriche, per esempio alla zoologia, come controllo delle loro asserzioni e livello di organizzazione generale del discorso scientifico.

La definizione dicotomica e il suo limite

Tuttavia, la definizione di uomo che abbiamo dato non è certo l’unica possibile. Variando la scelta dell’idea generale o della prima differenza si ottiene una definizione diversa, ossia una nuova mappa della relazione fra idee. La vera definizione dialettica deriverà dalla sovrapposizione di tutte queste mappe. La procedura dicotomica, e gli alberi che essa costituisce, sono rimasti sino al mondo moderno alle base delle scienze classificatorie come la zoologia e la botanica. Tuttavia la dialettica dicotomica nel costituirsi come scienza perde la funzione etico-politica e su tale problematica rifletterà l’ultimo Platone.

Dalla dialettica alle leggi: teologia e scienza

Le ultime grandi opere di Platone – Politico, Timeo e Leggi – furono composte intorno al 350 dell’epoca antecedente la nostra. Vi si avverte l’urgenza del filosofo di dare una sistemazione definitiva alla sua filosofia. C’è l’amarezza per i fallimenti dei tentativi politici e per gli sviluppi della politica greca. C’è la preoccupazione per le posizioni inconciliabili che sorgevano nella stessa Accademia, dove giovani come Aristotele criticavano la dottrina delle idee. Mentre gli scienziati seguivano direzioni autonome, sempre più riluttanti ad accettare la sintesi e la mediazione dialettica. Perciò, in tali opere la forma dialogica tende a cedere il passo all’esposizione sistematica. Lo stesso protagonista tende a non esser più Socrate.

L’unificazione del sapere e le sue destinazioni etico-politiche

Platone s’interroga sull’unificazione del sapere con le sue destinazioni etiche e politiche. Nel Timeo e nelle Leggi intende attenuare la scissione fra piano delle idee e mondo empirico, al fine di rendere il sapere scientifico fruibile sul piano etico-politico.

La strutturazione matematica dell’universo

Sorge una nuova grandiosa proposta d’interpretazione del mondo. Le matematiche sono la chiave di ogni sapere sul mondo, perché quest’ultimo, nella sua totalità – senza distinzioni fra i due piani – ha una struttura matematica. I corpi fisici sono composti dai quattro elementi empedoclei, acqua, aria, terra e fuoco, elementi a loro volta formati da particelle materiali indivisibili a forma di solidi geometrici regolari: sfere per l’acqua, piramidi per il fuoco ecc.

L’unificazione matematico-geometrica delle scienze della natura: il Timeo

Perciò le scienze matematiche sono superiori ed è possibile matematizzare tutte le scienze dalla fisica alla biologia. Con queste analisi del Timeo, Platone vuole indicare un modello di unificazione a base matematico-geometrica delle scienze naturali. Il mondo è una grande macchina e la matematica è il suo codice di funzionamento. Tale macchina è orientata verso il meglio dal volere del demiurgo che l’ha forgiata.

Il Timeo

Lo studio del mondo delle idee non ha fatto perdere di vista a Platone l’importanza di una trattazione filosofica del mondo fisico. Solo che mentre del mondo delle idee si può avere una trattazione scientifica in quanto è il mondo dell’essere, del mondo fisico, essendo soggetto al mutamento e al divenire, l’unico discorso possibile dovrà essere di natura probabile o verosimile: questo discorso è quindi presentato con un racconto mitico simile alla verità, ma non coincidente con essa.

La causa del cosmo è rappresentata dal modello ideale, cioè dal mondo delle idee. Tuttavia, quest’ultimo va attivato. Per alludere al movimento causale del modello ideale Platone ricorre alla celebre immagine del demiurgo, intermedio tra le idee e le cose, che vuole che il mondo sensibile somigli il più possibile al mondo intelligibile. Per questo forgia un prodotto che riproduce i caratteri di completezza e perfezione del modello. Il demiurgo non crea, ma agisce sulla preesistente materia.

All’inizio il mondo era costituito da una materia priva di vita, informe: il caos. Il demiurgo ha plasmato questa materia formando le cose a immagine delle idee. Quindi se la materia rappresenta la causa necessaria per la costituzione dei corpi – che offre una resistenza all’azione della ragione – il demiurgo e le idee rappresentano la causa intelligente.

Il cosmo per Platone è come un essere vivente, quindi possiede un’anima, oltre che un corpo costituito dai quattro elementi. L’anima guida il movimento del corpo, come appare nel movimento degli astri che si comportano secondo leggi matematico-razionali. L’universo è pensato come un immenso organismo vivente, in cui si riflette l’armonia delle idee. Tutto ciò che è disarmonico è dovuto alla materia.

La prevalenza dell’intelligenza sulla necessità è assicurata dal fatto che i corpi fisici hanno al loro interno una struttura matematica, quindi la materia è in ultima analisi costituita da strutture geometrico-matematiche, dunque da entità intelligibili, quindi la matematica costituisce il codice di interpretazione di tutto ciò che esiste. Da notare l’importanza di tale riflessione per la fisica moderna e per Galileo. Bisogna però ricordare che la fisica-matematica di Platone si pone in alternativa all’atomismo democriteo in quanto la sfera della materia non è veramente autonoma, ma rimanda a un piano fondativo a essa superiore ovvero le entità ideali. Platone, pur non negando l’esistenza di cause meccaniche, le subordina a quelle finali.

Il Timeo nella storia del pensiero filosofico e scientifico

È stata l’opera più studiata di Platone, uno dei pochi dialoghi già noti nel Medioevo e che più ha influito sulla filosofia e scienza posteriore.

Sul piano filosofico-metafisico è presente il concetto di una intelligenza ordinatrice del mondo, che sarà assimilata al Dio creatore della Bibbia. Platone ha finito per incarnare una visione finalistico-religiosa antitetica al naturalismo e al materialismo. Sul piano scientifico vi sono una massa di notizie fisiche, astronomiche, matematiche, mediche, che ne farà un punto di riferimento per la scienza medievale. Mentre l’idea pitagorica, secondo cui la matematica costituisca la chiave di interpretazione della natura, è la base della scienza moderna. D’altra parte la sua matematica a sfondo metafisico, mettendo a tacere il meccanicismo democriteo, ha contribuito a ritardare la nascita della scienza moderna.

Il discorso dialettico come teologia astrale

Si tratta ora di derivare dal sapere astronomico le indicazioni in termini di condotta morale e politica. Ciò avviene mediante il discorso dialettico, che è nel frattempo divenuto una teologia astrale, che deve tradurre in linguaggio umano il messaggio matematico dell’astronomia.

24/09/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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