I nostri lettori ormai dovrebbero aver ben presente quali siano stati i risultati ottenuti dal Vietnam nella lotta contro il Covid-19: al 28 febbraio, la Repubblica Socialista contava appena 2.448 casi positivi da inizio pandemia e soli 35 morti. Tra i paesi a capitalismo avanzato, l’unico a poter vantare statistiche comparabili è la Nuova Zelanda (2.376 casi positivi e 26 decessi), con la notevole differenza che la popolazione vietnamita è quasi venti volte più numerosa di quella neozelandese.
Oltre ad aver preso decisioni corrette e repentine per contrastare la diffusione del virus, il governo vietnamita, e in particolare il ministero della Sanità hanno saputo fare di necessità virtù, cogliendo quest’occasione per sviluppare ulteriormente il sistema sanitario nazionale, con il fine di servire meglio il popolo.
Il 27 febbraio, il Vietnam ha celebrato la giornata nazionale dei medici, in occasione della quale il ministro della Sanità, Nguyễn Thanh Long, ha tracciato un bilancio dei risultati raggiunti dal paese in questo difficile anno dal punto di vista sanitario.
“Nel 2020, il mondo ha assistito alla furia della pandemia di Covid-19, con oltre 105 milioni di casi a livello globale e oltre 2,3 milioni di vittime, che ha colpito tutti gli aspetti della vita. In Vietnam, con la direzione precisa e attenta del partito e del governo; il coinvolgimento del Comitato direttivo nazionale per la prevenzione e il controllo Covid-19, dei ministeri, dipartimenti, filiali e autorità locali; e soprattutto l’unanimità e la partecipazione attiva di persone di tutti gli strati sociali, la pandemia è stata controllata e contenuta in modo proattivo. In particolare, il settore sanitario ha mantenuto la tradizione di solidarietà, creatività e volontà di essere saldamente presente in tutti i punti caldi e controllare con successo i focolai, ridurre al minimo il numero di morti e frenare la diffusione della malattia. Grazie a questo, abbiamo raggiunto il duplice obiettivo di contenere efficacemente la pandemia e mantenere lo sviluppo economico” ha scritto il ministro nell’articolo pubblicato dal quotidiano ufficiale del Partito Comunista, Nhân Dân.
“Oltre a contribuire ai successi nella lotta contro la pandemia, con una mentalità innovativa, il settore sanitario ha anche fatto molti passi avanti per servire meglio le persone” ha proseguito il ministro. “L’intero settore ha implementato attivamente la trasformazione digitale con l’introduzione di una serie di piattaforme e applicazioni per la salute digitale e la pubblicità di farmaci, attrezzature mediche e prezzi dei servizi, rendendola più favorevole sia per le persone che per le imprese. Il 2020 ha visto anche l’innovazione sotto forma di tecniche avanzate nel trapianto di organi e nella chirurgia di separazione dei gemelli siamesi.”
Dopo i successi ottenuti nel 2020, il Vietnam dovrà continuare su questa strada anche nel 2021, seguendo le indicazioni emerse dal XIII Congresso del Partito Comunista, svoltosi tra il 25 gennaio e il 2 febbraio. “Il settore sanitario ha definito il 2021 come una pietra miliare di partenza nel processo di attuazione di riforme forti e globali nel settore. Questo è il primo anno di attuazione della risoluzione del XIII Congresso nazionale del Partito e al settore sanitario sono stati assegnati compiti importanti sulla cura e la protezione della salute delle persone nella nuova situazione” ha scritto a tal proposito Long. “Uno dei compiti più urgenti per il settore sanitario nel 2021 è continuare a combattere efficacemente la pandemia mentre la sua terza ondata è scoppiata a Hải Dương e in un certo numero di città e province.”
Il governo vietnamita ha dimostrato di saper gestire al meglio anche questa terza ondata del virus, resa ancora più pericolosa dal fatto che diversi dei casi ravvisati sono stati collegati alla cosiddetta variante inglese, di più facile diffusione: “Promuovendo l'esperienza di lotta contro il Covid-19, abbiamo mobilitato ancora una volta la partecipazione dell’intero sistema politico e abbiamo sostanzialmente portato la malattia sotto controllo nella maggior parte delle località dopo poco più di tre settimane”.
Oltre all’implementazione della lotta contro il Covid-19, il ministro ha posto ambiziosi obiettivi anche per quanto riguarda il settore sanitario in generale: “migliorare la qualità delle visite mediche e del trattamento per la soddisfazione dei pazienti; facilitare l’accesso delle persone a servizi medici di qualità; rafforzare le riforme amministrative nelle visite mediche e nei trattamenti; aumentare gli investimenti in strutture mediche; accelerare l’attuazione di un’assistenza completa con i pazienti posti al centro dei servizi; ridurre i sovraccarichi negli ospedali a livello centrale; e migliorare lo sviluppo della medicina tradizionale”.
Ma l’obiettivo a lungo termine e più ambizioso per la sanità vietnamita resta quello di “rafforzare e riformare fortemente l’assistenza sanitaria di base nella nuova situazione verso l’attuazione della copertura sanitaria universale”. Questo implica “attuare il piano generale del settore sanitario fino al 2045 per garantire che il sistema sanitario del Vietnam si sviluppi alla pari con gli altri paesi del mondo”. Questo obiettivo si inserisce in quello più generale posto dal XIII Congresso del Partito Comunista di trasformare il Vietnam in un paese sviluppato a reddito alto entro il 2045, anno nel quale ricorrerà il centenario della dichiarazione d’indipendenza pronunciata da Hồ Chí Minh il 2 febbraio 1945.
“Celebrando il 66° anniversario della giornata dei medici vietnamiti nel complicato e imprevedibile contesto del Covid-19, più che mai, gli operatori sanitari di tutto il paese devono essere più determinati a rispondere agli appelli del Segretario generale del Partito e del Presidente dello Stato, nonché del Primo Ministro sull’attuazione con successo del duplice obiettivo di combattere la pandemia e promuovere lo sviluppo economico” ha concluso Nguyễn Thanh Long.