Il Vietnam alle prese con l’eccessivo consumo di plastica

Il Vietnam affronta una crescente crisi ambientale causata dall'eccessivo consumo di plastica. In risposta, il governo ha intrapreso misure decisive per ridurre l'inquinamento da plastica, promuovendo alternative sostenibili, innovazione e pratiche di economia circolare per un futuro più verde.


Il Vietnam alle prese con l’eccessivo consumo di plastica

Il problema dell'eccessivo consumo di plastica in Vietnam è diventato una delle sfide ambientali più urgenti del Paese. La rapida crescita economica, che ha permesso grandi miglioramenti nelle condizioni materiali di vita della popolazione, ha infatti portato con sé anche un netto incremento nella produzione di rifiuti, in particolare di plastiche usa e getta. Il crescente uso di materiali plastici, combinato con pratiche di consumo non sostenibili, sta mettendo a dura prova l’ambiente, portando ad una crisi di rifiuti di plastica (e non solo) che minaccia la salute pubblica, gli ecosistemi e la biodiversità. La situazione è aggravata dalla crescita esponenziale dell'e-commerce, che contribuisce significativamente alla generazione di rifiuti di carta e plastica a causa degli imballaggi. Resosi conto del problema, il governo vietnamita ha adottato una serie di misure per affrontare la questione, promuovendo soluzioni innovative e il passaggio a materiali alternativi più sostenibili.

La crisi dei rifiuti di plastica in Vietnam

Secondo i dati di un’inchiesta dell'Istituto di Strategia e Politiche delle Risorse Naturali e dell'Ambiente, ogni anno, il Vietnam produce circa 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, una quantità impressionante che rappresenta una media di 1 kg di sacchetti di plastica al mese per ogni famiglia. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che, nonostante gli sforzi per lo sviluppo della catena di riciclaggio, solo il 10% di questi rifiuti viene effettivamente riciclato, mentre il restante 90% viene sepolto, bruciato o inviato alle discariche, contribuendo al degrado ambientale. La stessa inchiesta afferma che la plastica costituisce il 6-8% dei rifiuti totali nelle discariche, un dato che evidenzia la gravità della crisi, senza tenere conto di quella che viene dispersa nell’ambiente al di fuori delle apposite discariche. Ogni anno, ad esempio, tra 0,28 e 0,73 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei mari vietnamiti.

L’allarme è stato lanciato anche dalla Banca Mondiale, secondo la quale il 44% dei rifiuti di plastica proviene da cibo e bevande da asporto, un settore che in Vietnam si è particolarmente sviluppato grazie all’uso delle app di e-commerce. Nel 2023, l'e-commerce ha generato oltre 300.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio, tra cui cartone, schiuma e plastica per la protezione degli oggetti. Secondo Đoàn Quốc Tâm, consulente per il World Wide Fund for Nature, l'uso di imballaggi nei negozi online è una delle principali cause dell'inquinamento da plastica in Vietnam. Nel solo 2023, sono stati consegnati oltre 1,8 miliardi di pacchi, utilizzando 160.000 tonnellate di cartone e 145.000 tonnellate di materiali plastici come schiuma e plastica a bolle d'aria.

L'uso eccessivo di plastica, i cui prodotti sono notoriamente non biodegradabili, ha sollevato preoccupazioni crescenti tra esperti e attivisti ambientali. Secondo il dott. Nguyễn Trung Thắng, esperto dell'Istituto di Strategia e Politiche delle Risorse Naturali e dell'Ambiente, è necessario adottare misure drastiche per limitare la produzione, l'importazione e il consumo di plastica monouso e sacchetti di plastica non biodegradabili. In aggiunta, sarebbe necessaria una sensibilizzazione della popolazione al riguardo, a partire dalle scuole, visto che molti vietnamiti assumono ancora oggi comportamenti non compatibili con la preservazione dell’ambiente, come quello di gettare i rifiuti nelle aiuole o nei corsi d’acqua.

Inoltre, il modello di business dell'e-commerce, che promuove acquisti impulsivi con sconti e spedizioni gratuite, ha un impatto diretto sul consumo di plastica. I consumatori spesso acquistano articoli a basso costo, che vengono confezionati singolarmente, aumentando la quantità di plastica utilizzata per ogni singolo prodotto. Un dato significativo al riguardo è che il Vietnam utilizza 2,7 volte la plastica di imballaggio per ogni pacco rispetto alla Cina, che ha una gestione più efficiente dell'imballaggio, un esempio che andrebbe seguito.

Le misure del governo per ridurre il consumo di plastica

Di fronte a questa emergenza, il governo vietnamita ha intrapreso diverse iniziative per contrastare l’inquinamento da plastica e promuovere l'adozione di alternative sostenibili. Una delle principali misure è la creazione di un quadro normativo che stabilisca regolamenti, standard e sistemi di certificazione per i prodotti sostitutivi della plastica. Questo non solo incentiva la protezione dell'ambiente, ma favorisce anche la commercializzazione di alternative ecologiche. Inoltre, il governo sta cercando di sensibilizzare il pubblico e promuovere il cambiamento dei comportamenti di consumo attraverso campagne di educazione ambientale.

Un altro passo fondamentale sarebbe l’introduzione di una tabella di marcia per aumentare le tasse e le tariffe ambientali, in particolare per le aziende che producono e vendono prodotti in plastica monouso. Ad esempio, il Vietnam potrebbe imporre il pagamento dei sacchetti di plastica nei negozi, una misura già presa in Cambogia e in alcune aree dell’Indonesia, dove questa misura ha portato molte persone a preferire le borse riutilizzabili. A tal proposito, il dott. Thắng suggerisce anche di destinare fondi, sovvenzioni e opportunità di collaborazione alle startup che sviluppano soluzioni sostenibili.

Lo scorso anno, il governo vietnamita ha anche lanciato il concorso "Plastic Circular Innovation Solutions 2024", che mira a stimolare soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti di plastica e la promozione di un'economia circolare. Questo concorso, organizzato dal Ministero delle Risorse Naturali e dell'Ambiente, ha visto la partecipazione di oltre 500 candidati provenienti da diversi settori. Quasi 100 proposte innovative sono state presentate, con idee che spaziano dalla raccolta e riciclaggio dei rifiuti di plastica alla creazione di nuovi materiali sostenibili.

Come affermato dal viceministro Lê Công Thanh alla presentazione del concorso, la plastica è una minaccia che colpisce tutte le aree del Paese, comprese le zone urbane, rurali e costiere, e richiede azioni urgenti da parte di tutti i settori della società. Le soluzioni emerse dal concorso non solo contribuiscono a ridurre l'inquinamento da plastica, ma possono anche promuovere il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) e sostenere l'economia circolare, ha affermato Thanh.

Tuttavia, riteniamo che la soluzione al problema dei rifiuti di plastica in Vietnam non possa essere raggiunta solo attraverso politiche governative e concorsi innovativi. È invece necessaria una collaborazione tra il settore pubblico, le imprese e la popolazione. In quest’ambito, l'adozione di alternative alla plastica, come bioplastiche o materiali compostabili, rappresenta un passo fondamentale verso la sostenibilità. Le aziende devono investire in ricerca e sviluppo per creare prodotti che siano sia ecologici che convenienti, mentre le politiche fiscali e le normative ambientali devono incentivare l'adozione di queste soluzioni e stimolare un cambiamento positivo nelle abitudini di consumo.

Allo stesso tempo, la semplice sostituzione della plastica con materiali alternativi non basta. Come affermato dal rapporto della Banca Mondiale, affrontare l'inquinamento da plastica causato da oggetti monouso non dovrebbe basarsi sul sostituire tali oggetti con oggetti monouso non plastici o con oggetti in plastica riutilizzabili: "È necessaria un'azione molto maggiore per educare la popolazione del Vietnam sulla riduzione dei rifiuti, sul riutilizzo e sull'interruzione dell'abbandono dei rifiuti, al fine di ridurre la domanda di plastica a bassa utilità, supportare un'infrastruttura di gestione dei rifiuti più economica e ridurre l'abbandono dei rifiuti che finisce nei fiumi e nell'oceano".

31/01/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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