Un bene comune come la salute avversato dal liberismo

La disastrata sanità pubblica francese rischia l’attacco del capitalismo che la vuole distruggere


Un bene comune come la salute avversato dal liberismo Credits: https://commons.wikimedia.org/wiki/User:Selbymay

PARIGI. Non soltanto nella capitale e nelle grandi città, ma forse soprattutto nei territori periferici, l'ospedale pubblico francese è malato a causa delle politiche di austerità: posti di lavoro e posti letto soppressi, diversi servizi chiusi in ospedali locali, congestione e tempi di attesa sempre più lunghi, insopportabili condizioni di lavoro per i dipendenti e malati ai margini del rispetto della loro dignità.

Insomma, la salute pubblica è nei guai anche in Francia, in tutta la Francia. Recentemente sono stati soppressi posti di lavoro e posti letto a Brest per il deficit di bilancio. Il Servizio Psichiatrico a Morlaix viene chiuso per l’ingorgo di servizi, comprese le emergenze, mentre aumenta il numero di ospedali locali in grave pericolo: Ci sono, da molte parti, preoccupazioni per la limitazione delle emergenze già ridotte, anche reparti di chirurgia ambulatoriale sono minacciati e la chirurgia convenzionale è scomparsa in molti ospedali per la mancanza di anestesisti. Da qualche parte si tentano assorbimenti di piccole strutture da parte di ospedali più grandi, con rischi per l'occupazione e la prestazione di servizi.

Diventa sempre più difficile accedere a un ambulatorio nelle città rurali e ciò avviene anche nei quartieri periferici e popolari. Mancano specialisti, soprattutto in oftalmologia, anestesia, otorinolaringoiatria, cardiologia, mentre aumentano le esigenze della popolazione per l’invecchiamento.

In sempre più reparti di case di cura la situazione degli anziani ricoverati si aggrava con la minaccia per la continuità della degenza e delle terapie, ovvero situazioni indegne nei confronti della sofferenza umana.

Un recente sondaggio ha rilevato che l'83% dei francesi ritiene che l'ospedale pubblico sia in pericolo, l’84% considera che i mezzi assegnati siano insufficienti, il 77% pensa che le scelte politiche dei governi per 10 anni non siano andate nella giusta direzione.

Le politiche liberiste dei governi Sarkozy e Hollande hanno condotto al proliferare di chiusure ospedaliere di reparti di maternità.

Nel piano di finanziamento al comparto sanitario in molti già leggono la scomparsa di quasi 20 000 posti di lavoro in tre anni.

Adesso anche l'organizzazione del tempo di lavoro del personale è assoggettata alla legge della redditività finanziaria e, dunque, al disprezzo per la sicurezza e la qualità delle cure, soprattutto delle fasce di popolazione più deboli.

Eppure, i reparti di emergenza sono sempre pieni a tutte le ore, i letti e le brandine sono il ricovero per persone di ogni classe, ma si ritrovano molti senza-tetto. Interventi di chirurgia ambulatoriale vengono imposti ai pazienti, indipendentemente dalla loro situazione personale. La rete per le aree di disabilità e medico-sociale è assoggettata a riduzione, anche per la precarietà dei servizi generata da situazioni molte volte drammatiche e preoccupanti.

Girovagando per gli ospedali francesi viene all’occhio un peggioramento della cura del paziente, anche per la chiusura o la riduzione di reparti specialistici come anestesia, oculistica, pediatria e ginecologia. Dal luglio del 2016 c’è campo libero al settore privato, favorito dall’obiettivo della responsabilità nei risparmi sugli ospedali.

“Il Parti Communiste Français è impegnato per favorire un'altra organizzazione sanitaria sul territorio, con l’abrogazione delle leggi Bachelot e Touraine, la soppressione delle quote di numero chiuso e formazione, l’istituzione di una moratoria sulle chiusure di ospedali con la riforma dei fondi ospedalieri e l'abolizione della tassa per il servizio – mi racconta un compagno che fa il medico ospedaliero – vogliamo creare un’autonomia di servizio pubblico per gli anziani, potenziandolo”.

La salute è un diritto per tutti.

“Dopo la legge Bachelot della presidenza di Nicolas Sarkozy, il periodo di cinque anni della legge Touraine del governo Hollande ha continuato e aggravato il disastro sanitario, la rinuncia alle cure è aumentata e si sono ampliati i deserti medici – sottolinea il mio accompagnatore - il settore sanitario qui in Francia è stato in gran parte aperto alla concorrenza privata e al mercanteggiare della assicurazioni private”.

All’orizzonte e con la giustificazione delle "razionalizzazioni" che favorirà gli assemblamenti si intravedono tagli di posti di lavoro, di posti letto, di servizi, e l’allontanamento degli utenti che condurrà al degrado della qualità delle cure.

La cosa assurda è che la logica sottesa alle leggi liberiste porta al dissanguamento di posti di lavoro negli ospedali, mentre dovrebbe invece creare posti di lavoro e la formazione continua del personale. Ci troviamo anche qui in Francia di fronte a norme che non soddisfano le esigenze della popolazione intenzionata a lottare contro le disuguaglianze sociali e territoriali. Impedire l'accesso alle cure, degnamente accompagnare l'invecchiamento e la perdita di autonomia delle persone con il trascorrere degli anni, curare le disabilità, dovrebbero essere priorità per il rispetto della dignità umana.

Invece, la logica del liberismo che è la logica del capitalismo legata al denaro e alla finanza sfrenata è quella di attuare una politica per pochi, privatistica e aziendalista: aumenteranno i dividendi degli azionisti privati anche grazie a esenzioni contributive per le imprese che dovrebbero invece favorire la creazione di nuovi posti di lavoro non precari.

“Vogliamo che i cittadini, i consumatori, gli operatori sanitari, sostengano la richiesta di una politica che non sacrifica la qualità delle cure e della democrazia ai redditi da capitale – insiste il compagno medico che mi ha illustrato la situazione - una politica che garantisce a ogni e in qualsiasi momento della vita il diritto alla salute, con il sostegno al 100% dalla sicurezza sociale e protezione”.

19/11/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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