Netanyahu a Firenze o dell'informazione all'epoca di Renzi

Un piccolo esempio di cattiva informazione della tv di Stato in occasione della visita del primo ministro israeliano e consorte a Firenze.


Netanyahu a Firenze o dell'informazione all'epoca di Renzi

Un piccolo esempio di cattiva informazione della tv di Stato in occasione della visita del primo ministro israeliano e consorte a Firenze. Si parla di “sindrome di Stendhal”, ma non delle politiche contro i palestinesi che vivono a Gaza e nei territori occupati. Si presentano disgustosi episodi di razzismo e antisemitismo e immediatamente dopo si mostrano le immagini di chi protesta contro la visita del capo del governo di Gerusalemme. Solo il video del soldato che blocca il bambino palestinese riequilibra l'effetto informativo, ma la causa sta probabilmente nelle capacità virali del Web e non nell'imparzialità dell'informazione pubblica.

di Jolly Roger

Ultimi giorni di agosto. Le città non sono ancora rientrate nel solito ritmo fatto di caos, conflitto e vita faticosa. Il servizio ci annuncia la visita del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e consorte alle bellezze artistiche di Firenze, ironizzando su una possibile “sindrome di Stendhal”.

Una ragazza in un bar fiorentino ammette di aver subito più volte gravi insulti razzisti e antisemiti. Poi c'è uno stacco e la placida giornalista Rai intervista alcune persone nel gruppo dei manifestanti che “protestano contro Bibi (sì il tono è così confedenziale, d'altra parte si tratta di un personaggio del jet set, no?) e Renzi che lo ha invitato”, non prima che la sua voce tranquilla ci abbia comunicato come il numero delle persone presenti siano poco meno di 200. La prima interpellata dalla cronista è una giovane ragazza, visibilmente intimidita, che dopo qualche titubanza chiede di non essere intervistata (perché allora mandarla in onda?); la seconda è una militante con ciondolo a forma di falce e martello al collo a cui viene fatto dire solo che la visita di Netanyahu è “un' offesa per tutti i fiorentini” che dobbiamo a Renzi, però “lui è così e noi ce l'abbiamo e ce lo teniamo”.

E' evidente in questo secondo caso che la dichiarazione della compagna è stata estrapolata da un discorso più ampio e messa così non si capisce perché la visita di qualsiasi esponente di un governo straniero dovrebbe costituire un affronto per Firenze o per l'Italia.

Risultati ottenuti: con poca fatica e pochissimo tempo si sono squalificate le ragioni di chi critica non solo la visita del rappresentante in capo della Destra israeliana, ma anche la politica colonialista dello Stato israeliano nei confronti del popolo palestinese. Ricordiamo “en passant”, l'attivo sostegno del governo di Netanyahu (ma certamente non solo di quest'ultimo esecutivo) alla politica di continua espansione delle colonie israeliane nei territori palestinesi e come quasi due milioni di palestinesi nei territori occupati da Israele siano sottoposti alle vessazioni dei posti di blocco israeliani che fermano perfino le autombulanze (tra il 2000 e il 2005, ad esempio, secondo un dato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità riportato dalla BBC, 61 donne avrebbero partorito presso posti di blocco, il che avrebbe contribuito alla morte di 28 neonati).

Sorvoliamo, infine, sulle condizioni di vita a cui sono costretti gli abitanti palestinesi della Striscia di Gaza sia per le distruzioni operate dalle forze militari israeliane (operazione “Piombo Fuso” del 2008-2009 e operazione “Margine di Protezione” del 2014), sia per il blocco economico operato da Gerusalemme nei confronti di materiali essenziali come quelli edilizi.

Ecco, tralasciamo tutti questi dati di realtà che nel flusso continuo di notizie televisive si dimenticano facilmente da parte dei telespettatori. Aggiungiamo, il meccanismo dell'accostamento di immagini e notizie molto negative prima di presentare le posizioni dissenzienti e, infine, avremo un buon esempio di “informazione non equilibrata” o se si preferisce di manipolazione dell'opinione pubblica. Il cui effetto è stato annullato probabilmente dal video del soldato israeliano che blocca un bambino palestinese con un braccio rotto: ma in questo caso è possibile che l'irruzione della realtà dell'oppressione non la si debba alla tv, ma all'effetto “virale” del video diffuso dal Web.

D'altra parte, non è neanche necessaria una vera e propria volontà di manipolare la realtà, basta che il giornalista non abbia intenzione di approfondire. Il divario di ricchezza, di tecnologia, di dominio militare vero e proprio, di sostegno internazionale di cui gode lo Stato israeliano è più che sufficiente a far pendere la bilancia dell'immagine pubblica a sfavore di quelli che Franz Fanon chiamava “I dannati della Terra” che ovviamente hanno sempre torto appunto perché sono tali: brutti, sporchi e cattivi e indisponibili alla “sindrome di Stendhal”. Quanto di peggio insomma.

Il servizio Rai sulla visita di Netanyahu a Firenze:

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/netanyahu-a-firenze-e1276ebc-d6c4-45bb-a006-34961ce8f067.html

I dati dell'Oms riportati dalla BBC:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/4274400.stm

06/09/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Jolly Roger

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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