La SPD ha vinto. E ora?

Elezioni nel Land di Brandeburgo: vittoria risicata della SPD contro AfD. Verdi e Linke non saranno rappresentati nel parlamento mentre il cancelliere Olaf Scholz seguirà sempre la UE e Dietmar Woidke ha problemi per formare un nuovo governo.


La SPD ha vinto. E ora? Credits: https://www.flickr.com/photos/leag_de/48598715072/

I risultati delle elezioni regionali di domenica 22 settembre confermano che soltanto 4 partiti saranno rappresentati nel parlamento, il Langtang regionale del Brandeburgo che ha sede a Potsdam, anche capitale del Land. Il parlamento di Brandeburgo viene eletto ogni cinque anni con elezioni generali e dirette, e poiché è l'unico organo costituzionale eletto direttamente dal popolo, la sua elezione rappresenta un test significativo sulla salute politica-istituzionale della gestione del Land. I risultati sono i seguenti. La SPD ha ricevuto la maggior parte delle preferenze con il 30,29% dei voti che sono il 4,7% in più rispetto al 2019, contro, con  il 29,2%, AfD, il partito di estrema destra Alternativa per la Germania, al terzo posto il nuovo partito di estrema sinistra di Sahra Wagenknecht che ha ottenuto il 13,5% e ultimo i cristiano-democratici della Cdu che hanno avuto il 12,1%. Nel neoeletto parlamento, composto da 88 deputati, oltre all'SPD, all'AfD e alla CDU, entrerà per la prima volta la nuova Alleanza di Sahra Wagenknecht (BSW). La disposizione degli eletti in questa legislatura sarà di 32 deputati per la SPD, 30 per l'AfD, 14 per il BSW e 12 per la CDU.

I risultati elettorali ci dicono che gli sconfitti di queste elezioni sono i Verdi e la Die Linke, che non sono riusciti a raggiungere il quorum del 5% per ottenere un seggio nel Parlamento, i liberali, si sono classificati sotto l’1%, tanto da rimettere in discussione la loro partecipazione alle prossime elezioni nazionali. La Linke, ossia la Sinistra, che aveva una forte rappresentanza nel Langtang, nonostante l’attivismo  del giovane dirigente Sebastian Walter, con il 3,1%, non ha raggiunto il quorum necessario; certo è che obiettivamente hanno avuto poca attenzione dai media trovandosi schiacciati tra la coalizione Wagenknecht che era con loro pochi mesi fa e una Spd in che in queste elezioni si è maggiormente impegnata. Naturalmente hanno avuto un peso mediatico le dichiarazioni di Dietmar Woidke, premier uscente, che continuamente ha dichiarato che se non fosse stato rieletto e fosse stato secondo si sarebbe dimesso, cosa assai poco credibile. I Verdi con il 4,1% hanno ricevuto più voti ma insufficienti per entrare nel Langtang e ovviamente sono ora molto critici sulla composizione del nuovo parlamento che  hanno definito un “parlamento horror” e Il loro capolista, Benjamin Raschke, ha dichiarato: “non esiste più una forza progressista che difenda la giustizia sociale, la protezione dell’ambiente e del clima; siamo determinati a essere una forte opposizione extraparlamentare, è spaventoso per me, come cittadino di questo Paese, che la vittoria di Woidke sia in realtà una vittoria di Pirro, che la frangia di destra e il populismo si siano rafforzati e il centro abbia perso”. I Verdi dopo queste elezioni ragionano ottimamente e si condividono le loro dichiarazioni, ma naturalmente quando nel parlamento europeo hanno votato a favore dell’invio delle armi all’Ucraina ed hanno soprattutto votato per Ursula von der Leyen (che ha l’obiettivo dichiarato e conclamato di attuare in Europa un’economia di guerra che faccia perno sull’Unione europea soprattutto per la costituzione di un esercito europeo con armamenti nucleari) non agivano in senso altrettanto condivisibile.  I Verdi in Europa hanno contemporaneamente diverse posizioni, una prettamente incentrata sulla questione ambientale a livello territoriale e sono bravi, ma solo dialetticamente, ed hanno posizioni liberiste per eccellenza; le altre, a livello nazionale ed europeo, che sono liberiste al massimo, e sempre favorevoli al rilancio dei conflitti armati ed hanno sempre votato per inviare armi a Kiev. Comunque, sono in crisi in tutta la Germania, tanto che l'intero direttivo dei verdi tedeschi si è dimesso. Come hanno annunciato i leader Ricarda Lang e Omid Nouripour, i successori leaders saranno votati a novembre in un congresso che si terrà a Wiesbaden.

In queste elezioni l'affluenza alle urne è stata la più alta di sempre in Germania, 72,9%. Due milioni e 100mila tedeschi hanno votato in queste elezioni regionali e, ricordiamolo, era stato annunciato dai sondaggi un testa a testa tra l’SPD del cancelliere Olaf Scholz e il partito di estrema destra AfD, che non c’è stata. Com’è noto in Turingia e Sassonia AfD ha ricevuto un ottimo consenso: Turingia 32,8% con 32 seggi e in Sassonia con il 3,6% con 40 seggi, si ricorda che sono due Land della Germania nord-orientale, ossia facevano parte della ex Repubblica Democratica Tedesca, uno stato che ha fatto parte del Patto di Varsavia tra l’Unione Sovietica e gli Stati socialisti del cosiddetto blocco orientale, che era nato come reazione al riarmo e alla costituzione  della NATO proprio nella Repubblica Federale Tedesca. Il Patto di Varsavia è stato un trattato di difesa e di amicizia, ma è stato anche di cooperazione e di mutua assistenza.

Com’è noto Scholz risiede a Potsdam, la capitale del Brandeburgo, e conosce benissimo questo Land, tanto che gli osservatori politici tedeschi hanno più volte dichiarato che il suo futuro politico sarebbe dipeso dai risultati di queste elezioni. Però c’è da osservare che i socialdemocratici della SPD che rappresenta il centro-sinistra della Germania hanno ottenuto una risicata vittoria sull'estrema destra dell'AfD, la quale è ben presente nell’area della Germania orientale. Il premier della SPD in carica del Brandeburgo, Dietmar Woidke, che è anche membro del Bundesrat tedesco che ha guidato questo Land per 11 anni nelle precedenti elezioni del 2019, aveva ottenuto il 26,2 per cento dei voti ed ora si appresta a svolgere un altro mandato; ma riuscirà a formare un governo? A margine della sua visita a New York all'assemblea Onu, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso la sua soddisfazione per i risultati elettorali e ha dichiarato: "È un grande risultato, molto grande per l'SPD, anche per tutti noi. È fantastico che abbiamo vinto. Sentivo che stava succedendo qualcosa”. Anche Tino Chrupalla, copresidente dell’AfD, ha dichiarato: “È un grande risultato” e l’altra copresidente, Alice Weidel ha detto che attende con ansia le elezioni legislative del 2025. 

I Socialdemocratici di Scholz speravano di mantenere il controllo su questo Land anche se i sondaggi erano tutti a favore di AfD, un’eventuale sconfitta sarebbe stata un problema per Scholz a un anno dalle elezioni federali che sono in programma per il 28 settembre 2025. Ma ora che la SPD ha vinto che cosa farà? Una cosa è certa: l’appoggio ad Ursula von der Leyen non verrà meno e la Germania voterà i programmi dell’economia di guerra in Europa. Intanto, sia chiaro, non c'è nessun problema sulla candidatura Olaf Scholz per le prossime elezioni, su di lui la SPD ha una posizione chiara ed è una decisione conclamata anche a livello internazionale come ha dichiarato il presidente dei socialdemocratici Lars Klingbeil che in un incontro a Berlino rispondendo ad una domanda sui dubbi che circolano sulla candidatura di Olaf Scholz per le federali del 2025, ha dichiarato che il candidato è lui.

Attenzione: l'onda nera di Alternative fuer Deutschland, una formazione eterogenea di estrema destra, ha mostrato una forte empatia filonazista, ciononostante ha aumentato i suoi consensi e non si ferma e non arretra dalle sue posizioni contro l’immigrazione ed è avverso alla Ue ed ai suoi programmi. Tuttavia sull’economia di guerra di Ursula von der Leyen niente ha detto, anche se non ha votato per Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione Ue, e proprio nel feudo della socialdemocrazia della ex Germania dell'est è il secondo partito. Ora a parte il trionfo storico in Turingia e l'ampio consenso ottenuto anche in Sassonia, non bastano all'estrema destra in generale le vittorie in questi Land e soprattutto non bastano al duo formato da Tino Chrupalla e Alice Weidel che sono lanciati verso le elezioni federali del prossimo anno sapendo che gli elettori hanno chiesto soluzioni immediate alla crisi economica, che non ha soluzioni se si continua a fare scelte liberiste, e migratoria, che è percepita fuori controllo dopo la strage di Solingen per mano di un siriano. Gli appelli dell'AfD ai rimpatri degli immigrati e a fermare immediatamente l'immigrazione per almeno cinque anni verranno accolti? Certo la Germania comunque dovrà seguire scelte condivise a livello Ue oppure pagare come è previsto se non accetta immigrati.  La Germania  smetterà di inviare armi a Kiev? Improbabile. Questi temi sono stati discussi durante la campagna elettorale e sui questi gli elettori hanno votato preferendo AfD, però se non ci saranno risposte adeguate non è che gli elettori di AfD poi voteranno per la SPDE, anzi voteranno di più per AfD. Da questo punto di vista la Germania è divisa ed è in una crisi politica da cui sarà difficile uscire. 

Facendo opposizione soprattutto alla Ue In un decennio di attività con manifestazioni mirate, l’AfD è riuscita a unificare l’estrema destra tedesca e a portarla verso un successo elettorale senza precedenti; però quella in corso sembra tanto una fase come quella nella quale i nazisti presero il potere nel 1933. La preponderanza del blocco politico di destra anche a livello istituzionale nell’ex Germania dell’Est sviluppatasi in oltre due decenni ha dato i suoi frutti velenosi non solo in Germania ma anche complessivamente in Europa. L’AfD sta per passare da una posizione di egemonia dell’opposizione politica nel paese e nelle istituzioni, opposizione che è stata soltanto di destra estremista, al potere governativo ovviamente se vincerà alle elezioni federali nel prossimo anno, anche se probabilmente non parteciperà direttamente al governo del Land di Brandeburgo, ammesso che Dietmar Woidke riuscirà a formare un governo. Qualcosa però i dirigenti di AfD dovranno rivedere perché Björn Höcke, figura di spicco neonazista dell’AfD, non è riuscito a entrare direttamente nel Landtag della Turingia perché non è stato eletto nella circoscrizione di Greiz che aveva scelto di candidarsi e questo è  per loro un loro problema interno alla loro coalizione.

Le prospettive di coalizione del centro-sinistra tedesco appaiono incerte. L’attuale coalizione di governo, che nella tradizione tedesca è denominata “Kenya” per i colori dei partiti che la compongono, il rosso dell’SPD, il nero della CDU e il verde dei Verdi, che nel Land di Brandeburgo non è più rappresentato, ha iniziato i colloqui per formare una coalizione con la Cdu e la Bsw e potrebbe però non avere i numeri per una maggioranza perché la Bsw non ha dichiarato che entrerà nel governo, al di là del fatto che la CDU mal sopporta la vicinanza con gli attuali alleati. Per contro, AfD non ha partner disponibili dal momento che, come avvenuto in Turingia e in Sassonia, tutti gli altri partiti si rifiutano a priori di formare coalizioni con l’ultradestra, ma AfD  può bloccare durante la legislatura tutte le decisioni che richiedono la maggioranza dei due terzi, per esempio quelle per l’elezione dei giudici costituzionali, peraltro è il  primo partito tra i giovani dai 18 ai 24 anni ed è noto che le giovani generazioni in politica svolgono un ruolo di stimolo a livello di attivismo, ad esempio con le manifestazioni mirate che si trasformano a volte in party. Il Presidente uscente Dietmar Woidke ha iniziato una serie di colloqui per un’intesa con la BSW, serve che diventi alleato, resta da vedere se anche la CDU dialogherà con il partito di Sahra Wagenknecht al momento nessuna dichiarazione. Il Land di Brandeburgo in Germania svolge un ruolo importante ma di certo non potrà mai ostacolare le scelte della Germania nell’Ue che ha espresso la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha obiettivi per l’Europa di realizzare un’economia di guerra con politiche d’investimenti in armi e certo non convenzionali ma atomiche. In questo quadro politico così complesso cosa farà la SPD a Potsdam come a Bruxelles?



04/10/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Felice di Maro

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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