Lavoratori di tutta Europa, il vostro voto non vale nulla. Siete lavoratori catalani? Il vostro voto diventa illegale. Siete lavoratori greci? Beh, potete anche votare, tanto non conta niente. Volete contare qualcosa? Provate a prendere la cittadinanza tedesca. Peccato che anche lì il risultato sia scontato.
Verso la quarta Grande Coalizione
Al di là delle esagerazioni, è evidente che le elezioni tedesche sono quelle più importanti all'interno dell'Unione Europea ed è molto probabile che le elezioni di domenica 24 Settembre confermino al potere la Grosse Koalitionen tra i socialdemocratici (SPD) e cristiano democratici (CDU-CSU), con ancora al comando Angela Merkel. Sulla vittoria di Merkel, i sondaggi non lasciano nessuno dubbio. Merkel guida con intenzioni di voto che vanno dal 36% al 39%. Il socialdemocratico Schulz arranca tra il 21% e il 24%. Il clamore mediatico suscitato dal ritorno alla politica tedesca dell'ex presidente del Parlamento Europeo è durato ben poco. Schulz ha dimostrato di non avere nulla d nuovo da dire (ndr,tantomeno da attuare) se non una moderatissima retorica sulla giustizia sociale. Probabilmente metterà la faccia sul peggiore risultato elettorale per la socialdemocrazia tedesca dai tempi della Repubblica di Weimar. L'unica alternativa alla Grosse Koalitionen potrebbe essere un diverso tipo di Grosse Koalitionen: CDU, liberaldemocratici dell'FDP e Verdi.
D'altra parte, se c'è una cosa che Merkel è riuscita ad assicurare è la stabilità sociale all'interno della Germania. Certo, gli standard internazionali parlano di lavoro dignitoso, standard difficili da applicare ai mini–lavori di milioni di Tedeschi con al massimo 450 euro mensili di stipendio. D'altra parte, nella contesa tra SPD e CDU, Merkel promette di mantenere questa “piena occupazione con lavori di merda”, anche a costo di massacrare gli altri paesi europei. Schulz non si sa bene cosa prometta, un po' di giustizia sociale in più (ndr, ma come?), un po' di giustizia europea in più (ndr,ma come?). E questo è l'andazzo da 15 anni a questa parte. Se non cambia il mercato del lavoro, se non cambia il mercato politico, perché dovrebbe cambiare il risultato delle elezioni?
Le alternative per la Germania
Un cambiamento nel mercato politico, in effetti, c'è stato: Alternativa per la Germania (AfD), il partito che per la prima volta costruisce uno spazio a destra di CDU-CSU. L'Alternativa di destra è anche il primo partito dell'ultimo ventennio a riuscire davvero a pescare dall'astensionismo, recuperando così un elettorato popolare scivolato da anni nell'indifferenza. Lo fa mischiando il diavolo con l'acqua santa, le ricette neoliberiste con la difesa dello stato sociale solo per i cittadini tedeschi, la retorica nazionalista con un improbabile, (ndr, ma tremendamente efficace) slogan secondo cui Thalmann – capo del Partito Comunista Tedesco durante gli anni '30, assassinato nel campo di sterminio di Bechenwald – avrebbe votato AfD. Secondo i sondaggi, AfD si gioca con Die Linke – il partito della sinistra radicale – il posto di terza forza politica dietro a CDU e SPD, attorno al 10-12%. In un'intervista al quotidiano tedesco socialista Junge Welt, il capogruppo della Linke al parlamento regionale della Sassonia Klaus Bartl ricostruisce la genealogia di AfD: in parte eredita voti dai gruppuscoli di estrema destra, in parte dall'ala nazionalista della CDU, in parte dall'astensionismo popolare. Secondo Bartl, la CDU starebbe pensando a fare l'apprendista stregone sperimentando alleanze regionali con AfD.
Come ammette lo stesso Bartl, l'emersione di una destra della destra in Germania è un elemento nuovo, che mette in crisi lo stesso ruolo della Linke che fino a pochi anni fa era sempre riuscita a incanalare lo scontento sociale in una direzione progressiva. D'altra parte questo fallimento non significa che Linke sia morta, come dimostra anche la crescita nei sondaggi rispetto alle ultime elezioni. Abbiamo seguito su La Città Futura i travagli della sinistra radicale tedesca, il suo congresso permamenente, i tentativi a volte discutibili di costruire governi locali e il ruolo guida nella moderazione del Partito della Sinistra Europea. Eppure, un'organizzazione seria può continuare a giocare un ruolo positivo. Riportiamo in questo numero del nostro giornale un discorso elettorale di Sarah Wagenknecht in cui si danno indirizzi precisi: se ci sono i “mini lavori”, il compito della sinistra è arrivare a lavori buoni con buoni stipendi, un indirizzo che metterebbe in crisi l'impianto deflazionistico di Frau Merkel. Dopo le elezioni, l'ordine della Grosse Koalitionen continuerà a regnare a Berlino. Ma le alternative esistono.