Giacché: "La Germania ha una visione egoistica nel breve periodo e miope nel lungo"

Sembra proprio che la Grecia, con la scelta del referendum, abbia messo allo scoperto le contraddizioni dell'Europa monetarista a guida tedesca. Ne parla in un’intervista su Controlacrisi Vladimiro Giacché.


Giacché: "La Germania ha una visione egoistica nel breve periodo e miope nel lungo"

Sembra proprio che la Grecia, con la scelta del referendum, abbia messo allo scoperto le contraddizioni dell'Europa monetarista a guida tedesca. Ne parla in un’intervista su Controlacrisi Vladimiro Giacché.

di Fabio Sebastiani

Le ultime vicende sulla crisi greca hanno mostrato come un governo democratico, fedele al suo mandato elettorale, possa mettere in discussione la governance europea, rigida su regole punitive che nulla hanno a che fare con la virtuosità dei paesi dell’eurozona. Il fallimento più grande è proprio l’architettura della UE e dei suoi Trattati, che negano la possibilità di agire su obiettivi realmente strutturali, come l’occupazione, la capacità produttiva e i redditi. In questo contesto, la moneta unica è uno strumento di potere funzionale ad interessi altri, quali la stabilità dei prezzi e delle banche.

Se è vero che bisogna rimettere in discussione regole e obiettivi europei, allo stesso tempo è necessario capire in quali tempi queste modifiche possono intervenire. Più i tempi sono lunghi più è inevitabile che anche la moneta unica possa essere rimessa in discussione, in quanto strumento di potere.

Pesa anche l'elemento geopolitico, che la Grecia ha giocato fin dal primo momento. Non a caso gli Usa si stanno muovendo con un certo allarme, con posizione distinta dalla Germania, preoccupati dalla proposta russa di aderire alla banca dei Brics che prevede una riserva di liquidità per affrontare le tensioni nel breve periodo.

Su Controlacrisi ne parla Vladimiro Giacché in un’intervista di Fabio Sebastiani. Leggi l’intervista.

05/07/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Fabio Sebastiani

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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