Salute e sicurezza. Alla Piaggio gli operai scioperano e bloccano la produzione

Una lavoratrice precaria è vittima di un grave incidente alla Piaggio di Pontedera. Gli operai, dopo avere rifiutato di far ripartire la linea, proclamano lo sciopero e scendono in piazza con un corteo.


Salute e sicurezza. Alla Piaggio gli operai scioperano e bloccano la produzione

A proposito del grave infortunio di un’operaia della Piaggio, il delegato Rsu Sial Cobas in quell’azienda, Massimo Cappellini, ci ha mandato il seguente comunicato: 

Mercoledì mattina una lavoratrice con contratto a termine ha subito un grave infortunio alla mano. Immediatamente i lavoratori della linea su cui stava lavorando si sono rifiutati di continuare il lavoro. È partito uno sciopero spontaneo che in pochi minuti ha concentrato tutti gli operai dello stabilimento davanti al reparto dove è avvenuto l’infortunio, con un’assemblea partecipata, dove in prima fila c’erano proprio i centinaia di giovani precari. Lo sciopero è proseguito per tutti e tre i turni di lavoro. Sicuramente dall’assemblea è emersa la rabbia per l’accaduto ma, è stato anche un momento importante per andare oltre la denuncia e la solidarietà. Avviene in una fabbrica dove sulle linee di montaggio l’impiego di contratti precari ha raggiunto percentuali intorno all’80%, con regole, fissate nell’ultimo accordo firmato tra Fim, Uilm, Ugl e azienda, che permettono piena libertà all’azienda di decidere a proprio piacimento, sulla base della dimostrata fedeltà aziendale, se richiamare, prorogare o confermare un lavoratore con contratto a termine. In queste condizioni si genera una pressione continua e un ricatto che sono la principale causa dell’insicurezza sul posto di lavoro. La spinta dello sciopero di oggi getta le basi per aprire una discussione nella direzione giusta verso una volontà di voler raggiungere obiettivi di miglioramento veri, stagionalità, precarietà, bassi salari, incertezza generale sull’applicazione anche dei diritti contrattuali, come ferie e permessi, che sono fortemente collegati anche al fattore salute e sicurezza. Smascherare e mettere da parte chi in tutti questi anni ha alimentato una politica di relazioni sindacali drogata da un clientelismo personale sfacciato, per concentrarsi su una vera attività sindacale che renda protagonisti i lavoratori, diventa un bisogno sempre più chiaro in questi momenti”.

Riportiamo anche, testualmente, il comunicato della redazione di Lotta Continua che fornisce ulteriori dettagli:

Alla Piaggio di Pontedera (PI) un grave infortunio sulla linea 6 (Vespa).

Questa mattina alle ore 7 una lavoratrice con contratto a termine ha subito un infortunio grave a una mano sulla linea 6, in officina 2R. Trasportata in ospedale a Firenze, nei prossimi giorni subirà un intervento chirurgico.

Dopo il grave incidente, i responsabili pretendevano di far ripartire immediatamente la produzione, ma si sono scontrati con una solida reazione operaia. Gli operai hanno proclamato infatti uno sciopero immediato e si sono riversati sul viale Rinaldo Piaggio.

Dopo un corteo spontaneo di fronte alla fabbrica, si sono diretti verso la palazzina della direzione. Qui hanno fatto sentire ai capi tutta la loro rabbia, chiedendo a gran voce condizioni di lavoro più sicure e applaudendo ironicamente la direzione, colpevole dei numerosi infortuni avvenuti in fabbrica.

Le precarie e pericolose condizioni di lavoro all’interno della fabbrica sono oggetto di denuncia da parte dei sindacati combattivi e dalle avanguardie di lotta da molto tempo. La scorsa settimana sono stati indetti scioperi cadenzati contro il caldo nelle officine climatizzate, in cui le temperature hanno raggiunto livelli insostenibili. Il tutto mentre i ritmi di lavoro imposti sono sempre più alti.

Gli operai denunciano inoltre da tempo il massiccio ricorso ad assunzioni con contratti a termine, soprattutto durante il periodo estivo, che al termine della «stagione» vengono lasciati a casa con la promessa di una eventuale riassunzione. Ed è proprio ad una precaria che è capitato l’incidente. Obbligare a un ritmo forsennato i neoassunti, ricattandoli con la promessa di un rinnovo e forse una assunzione stabile in capo a molti anni, peggiora inevitabilmente le condizioni di lavoro e sottopone a rischi maggiori proprio chi è più ricattabile.

Mentre gli utili di Piaggio volano, l’azienda obbliga gli operai a turni massacranti, sfrutta e incentiva il precariato, e se ne infischia delle condizioni di lavoro di chi produce in favore di dirigenti e capi.

Oggi gli operai hanno dimostrato che la sicurezza sul lavoro non è uno slogan, e che sono pronti a lottare duramente fino a che tutti i rischi e le nocività in fabbrica non saranno eliminati”.

Altre notizie possono essere reperite in rete, per esempio, sul sito di un giornale locale.

Da anni alcuni delegati, oggi quelli del sindacalismo di base, denunciano la carenza di personale, il ricorso sistematico alle assunzioni a tempo determinato, temperature insostenibili nei periodi estivi con aumento dei ritmi insostenibili.

In pochi anni gli organici della forza lavoro sono stati ridotti drasticamente, molte produzioni delocalizzate. Una lenta agonia che ha portato ai minimi termini l’occupazione e senza i necessari investimenti per rendere moderno lo stabilimento di Pontedera un tempo fiore all’occhiello della Piaggio.

Sempre nei giorni scorsi una sentenza del Tar ha permesso al datore di lavoro di accedere alla documentazione in possesso della Asl a seguito di una denuncia per la inosservanza, in un altro stabilimento non toscano, delle norme in materia di salute e sicurezza. A seguito di tale esposto sono partiti sopralluoghi e sanzioni a carico del datore il quale ha fatto ricorso per accedere alle denunce, accesso che l’Asl, giustamente, non aveva consentito. La grave sentenza sopra menzionata dimostra che il lavoratore è lasciato al suo destino: o accetta supinamente il deteriorarsi delle condizioni di vita e di lavoro o, se prova ad alzare la testa, potrebbe, un domani, avere ripercussioni in quanto il suo nome sull’esposto sarebbe visibile attraverso una semplice richiesta di accesso agli atti da parte dell’azienda.

Il diritto alla difesa dei più forti calpesta le richieste legittime dei deboli. Un diritto ormai a senso unico da quando hanno attaccato lo Statuto dei lavoratori approvandone lo stravolgimento su alcune materie rilevanti come l’art. 4 sulla videosorveglianza o l’art. 18 sul diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo.

Sullo sfondo di questa barbarie padronale c’è anche l’equiparazione tra il conflitto e l’associazione a delinquere, avvenuta con l’inchiesta della Procura di Piacenza in merito a lotte nel settore della logistica.

Siamo davanti a un attacco senza precedenti alle condizioni materiali di vita e di lavoro. Il sindacato della concertazione ha miseramente fallito. Le arrendevoli e subalterne politiche intraprese da 40 anni hanno prodotto solo arretramento e sconfitte.

In questo clima e fra le difficoltà dovute alle condizioni sempre più precarie di buona parte della forza-lavoro pesa la mancanza di un sindacalismo conflittuale e unitario.

30/07/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Federico Giusti

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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