I controlli alle imprese vanno bene solo se non ledono gli interessi datoriali

Le ultime esternazioni del ministro Brunetta meritano di essere analizzate e denunciate come l’ennesima arrendevole subalternità del Pubblico alle associazioni datoriali. Non disturbare i padroni in nome del Pnrr. La legalità e la trasparenza della Pubblica Amministrazione?


I controlli alle imprese vanno bene solo se non ledono gli interessi datoriali

Deboli con i forti e forti con i deboli, è il solo commento possibile davanti alle ennesime esternazioni del ministro Brunetta che ha dichiarato testualmente: “Basta controlli con mitragliette, le verifiche sulle imprese vanno programmate”.

I controlli della Pubblica Amministrazione (Pa) avvengono da anni con il contagocce. Prendiamo per esempio gli ispettori deputati al rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono così pochi da controllare solo una esigua parte delle aziende e la situazione era talmente drammatica da costringere il governo Draghi a un piano di assunzioni straordinario (2000 ispettori) che comunque non colmerà le carenze di organico accumulate negli ultimi 20 anni. 

“La sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro devono essere una priorità. Lo spirito di unione e di collaborazione messo in campo tra governo, lavoratori e imprese in questi mesi per i protocolli anti-Covid-19 devono animare una nuova stagione che contrasti gli infortuni e le morti sul lavoro” è quanto detto dal ministro Speranza solo pochi mesi fa prima di arrivare all’ennesimo accordo con le organizzazioni sindacali rappresentative.

Siamo da sempre convinti che non siano sufficienti le pur importanti assunzioni in assenza della volontà politica di far funzionare al meglio la macchina amministrativa; non basta assumere se poi i controlli non risulteranno tempestivi, abbandonandosi alla sporadica presenza nelle aziende e per lo più con poteri sempre minori.

Su questi argomenti ci siamo già spesi con numerosi interventi, denunciando il progressivo indebolimento delle normative come il Testo unico sulla sicurezza. La riduzione degli ispettori era parte integrante della strategia governativa mirante a ridurre le sanzioni a carico dei datori inadempienti, risucchiando al contempo nella filiera aziendale i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, e in subordine ad enti pubblici e imprese private

Alla luce dell’aumento di infortuni, morti sul lavoro e malattie professionali le dichiarazioni di Brunetta sono particolarmente gravi perché denotano la volontà politica di considerare i controlli degli enti pubblici come una sorta di indebita invasione di campo nelle attività di impresa.

Gentilezza e cortesia sono richiesti agli uffici pubblici che prima di ogni controllo dovranno avvertire preventivamente l'azienda e parliamo non solo della salute e sicurezza ma di controlli di ogni altro tipo, per esempio quelli di natura fiscale in un paese nel quale oltre al lavoro nero domina l’evasione e il mancato pagamento delle tasse.

Se un ministro della Pa arriva a sostenere che i controlli pubblici dovranno non essere invasivi vuol dire che il governo ritiene intoccabili le imprese vanificando l’azione stessa della macchina pubblica. Non solo viene mortificato il servizio pubblico, ma si indebolisce il ruolo della Pubblica Amministrazione. I controlli futuri non dovranno ostacolare la ripresa e l’attuazione del Pnrr. Del resto le assunzioni future saranno destinate a figure professionali elevate in grado di attirare fondi europei senza guardare alle reali necessità degli uffici e dei servizi.

Le dichiarazioni di Brunetta non sono isolate nel governo Draghi. Basta leggere l’articolo 24 del Ddl varato dal Consiglio dei ministri, e inerente la “Delega in materia di semplificazione dei controlli sulle attività economiche”.

È già pronta la legge delega per il governo che nei prossimi mesi adotterà dei decreti legislativi su innumerevoli argomenti. Leggi che verranno approvate senza dibattito in parlamento e nella società.

Ancora una volta spunta dal cappello governativo la parola semplificazione, nel nome della quale sono stati avviati in passato processi di liberalizzazione che hanno depredato i beni comuni.

Controlli semplificati, gentilezza e cortesia consentiranno alla classe padronale di dormire sonni tranquilli. Non ci saranno ispezioni a sorpresa e la Pa avvertirà preventivamente le aziende prima di effettuare i controlli di routine.

Se da una parte si invocano controlli sempre più rigidi su quanti percepiscono pensioni di invalidità e reddito di cittadinanza, dall'altra si usano i guanti di velluto verso il mondo delle imprese. Poi ci verranno a raccontare che l’attuale Esecutivo è sensibile e partecipe alla lotta contro le illegalità e le violazioni delle normative in materia di fisco e salute e sicurezza.

Se qualcuno ritiene le esternazioni di Brunetta un fatto personale sbaglia perché il governo intende muoversi sulla stessa strada indicata dal ministro e così facendo sancirà la totale subalternità dello Stato e degli Enti locali agli interessi di impresa.

 

13/11/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Federico Giusti

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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