In una fase di confuse e, per certi versi, paradossali discussioni su salvataggi in mare e flussi migratori - una volta ribadito l’elementare principio che i naufraghi, tutti i naufraghi, vanno salvati e posti in sicurezza - non è comunque inutile tornare all’istruttiva lezione di Thomas Sankara, il “Che Guevara africano”, Presidente del Burkina Faso (letteralmente: patria degli uomini integri) per una breve quanto esaltante stagione. Di lui dicevano: non piace agli americani, parla di nazionalizzazioni; è troppo “sinistrorso”, insomma è un socialista.
In effetti, tra le altre cose, egli dichiarava: “Lo schiavo che non organizza la propria ribellione non merita compassione per la sua sorte” e “L'aiuto di cui abbiamo bisogno è quello che ci aiuti a fare a meno degli aiuti”.
Temi delicatissimi e quanto mai pericolosi, perché nominano senza metafore la rapina attuata da un pugno di finanzieri ai danni di interi popoli. Il paradosso è eclatante. La Costa d’Avorio, ad esempio, è primo esportatore mondiale di cacao, ma per i suoi abitanti la cioccolata è un miraggio confezionato a prezzi per essi irraggiungibili. Allo stesso modo, il Burkina Faso è il secondo esportatore mondiale di cotone, ma i suoi abitanti non godono di un’industria manifatturiera del vestiario all’altezza di un tale primato. Per l’Africa è questo un destino inevitabile? Nient’affatto. Con Sankara, ci si cominciò a vestire con abiti confezionati col proprio cotone da sarti burkinabè: ciò che equivaleva a un grande risparmio e a nuovo lavoro per i giovani.
“I mercati africani sono per gli africani. Dobbiamo produrre, trasformare le nostre materie prime e consumare in Africa (…) È il solo modo che abbiamo per vivere liberi e con dignità”. Egli giunse così a sfidare i potenti del globo e, in un memorabile discorso sul debito, a dire che il debito è ingiusto e non va pagato. “Ci dicono di rimborsare il debito. Non è un problema morale. Rimborsare o non rimborsare non è un problema d'onore: perché se noi pagheremo probabilmente moriremo, se noi non pagheremo loro non moriranno, statene certi”
Nei 4 anni di governo di Sankara il Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri del mondo, risorse. Dal 1983 al 1987 furono:
- Vaccinati 2.500.000 bambini contro morbillo, febbre gialla, rosolia e tifo. L'Unicef stesso si complimentò con il governo.
- Creati Posti di salute primaria in tutti i villaggi del paese.
- Aumentato il tasso di alfabetizzazione.
- Realizzati 258 bacini d'acqua.
- Scavati 1.000 pozzi e avviate 302 trivellazioni.
- Stoccati 4 milioni di metri cubi contro 8,7 milioni di metri cubi di volume d'acqua.
- Realizzate 334 scuole, 284 dispensari-maternità, 78 farmacie, 25 magazzini di alimentazione e 3.000 alloggi.
- Creati l'Unione delle donne del Burkina (UFB), l'Unione nazionale degli anziani del Burkina (UNAB), l'Unione dei contadini del Burkina (UPB) e ovviamente i Comitati di difesa della rivoluzione (CDR), che seppur inizialmente registrarono alcuni casi di insurrezione divennero ben presto la colonna portante della vita sociale.
- Avviati programmi di trasporto pubblico (autobus).
- Combattuti il taglio abusivo degli alberi, gli incendi del sottobosco e la divagazione degli animali.
- Costruiti campi sportivi in quasi tutti i 7.000 villaggi del Burkina Faso.
- Soppressa la Capitazione (tassa pro-capite) e abbassate le tasse scolastiche da 10.000 a 4.000 franchi per la scuola primaria e da 85.000 a 45.000 per quella secondaria.
- Create unità e infrastrutture di trasformazione, stoccaggio e smaltimento di prodotti con una costruzione all'aeroporto per impostare un sistema di vasi comunicanti attraverso l'utilizzo di parte di residui agricoli per l'alimentazione
Il 15 ottobre 1987 Stati Uniti e Francia organizzarono un colpo di Stato: all'età di 38 anni il giovane capitano Sankara fu tradito e assassinato dal proprio vice, Blaise Compaoré, scelto e a cose fatte riconosciuto dalla “comunità internazionale” quale nuovo Presidente. Quasi tutte le riforme sopra citate, estremamente innovative per un paese africano degli anni Ottanta, furono annullate.
È la violenza del capitalismo bellezza! A praticarla è lo stesso Occidente capitalista, sanguinario e ipocrita, che versa lacrime di coccodrillo quando il Mediterraneo si riempie di cadaveri africani. Utile anche oggi per ricordare ai deboli di memoria cos’è il capitalismo e da cosa trae origine l’emigrazione. Sankara difendeva, contro il potere dispotico e gli interessi dell’1% del mondo, il diritto per tutti gli africani di NON emigrare, di costruire nella loro terra, con le immense risorse di cui essa dispone, la loro indipendenza e il loro futuro. Per questo l’hanno ammazzato.
Per questo c’è bisogno non tanto di carità quanto di 100, 1000, nuovi Sankara!