Il culto dei talenti “visionari” ossia come i potenti ci annientano con l’irrealismo

L’irrealismo costituisce l’ideologia verso la quale si vogliono indirizzare le masse popolari per ostacolare la loro comprensione del reale.


Il culto dei talenti “visionari” ossia come i potenti ci annientano con l’irrealismo Credits: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/89/Educaci%C3%B3n_pasado_presente_y_futuro_-_detalle_futuro.JPG

Può sembrare pedante citare Bertrand Russell, filosofo, logico, matematico, incarcerato per il suo pacifismo ai tempi della Grande Guerra, per illustrare uno dei caratteri del mondo contemporaneo, ma credo che la sua riflessione sul pensiero mistico continui ad essere calzante.

Tracciando la distinzione tra misticismo e logica, cui dedica un piccolo libro, Russell scrive che la filosofia mistica è “la fede nell’intuito contrapposto alla conoscenza analitica deduttiva: la fede in una forma di saggezza improvvisa, penetrante, coercitiva, in contrasto con lo studio lento e fallibile delle apparenze esterne” (Misticismo e logica, 1970: 10). Insomma, la conoscenza improntata al misticismo si distingue dal logos (discorso) perché non ricorre né a prove né ad argomenti per dare sostegno alle concezioni del mondo che propone. Da questa impostazione scaturisce la figura del visionario, incarnata per esempio in personaggi come Steve Jobs, cofondatore e amministratore di Apple Inc., il quale sarebbe stato dotato di peculiari ed esclusive capacità intuitive e conoscitive che gli consentirono di immaginare ed allo stesso tempo di prefigurare il futuro.

Tale forma di approccio alla realtà, fondandosi sull’intuito e l’immaginazione, che sono indispensabili persino nella ricerca scientifica, ed essendo tuttavia priva di adeguate argomentazioni, in genere finisce nell’irrealismo e nel vaticinare mondi magari meravigliosi e armoniosi, ma senza dimostrare la loro fattibilità né delineare il percorso da compiere per giungere ad essi. Ovviamente ciò non accade se le correlazioni suggeriteci da queste due importanti capacità, di cui siamo certo tutti dotati in misura diversa, sono successivamente validate e comprovate.

Se ho ragione nel sostenere che l’irrealismo costituisce uno dei caratteri della società contemporanea, debbo aggiungere tuttavia che esso non permea l’ideologia che guida le classi dirigenti nella ristrutturazione della società capitalistica nella fase affermatasi con la crisi sistemica degli ultimi decenni del Novecento. Piuttosto esso è utilizzato per ammansire le masse e per indirizzarle verso obiettivi non realistici appunto, che poi coincidono con tutte quelle prospettive che auspicano un ritorno all’indietro come il “primitivismo”, o che propongono scelte unilaterali (il vegetarismo, l’animalismo, la cosiddetta “decrescita felice” etc.) presentate come risolutive dei problemi della totalità capitalistica.

Nelle sue scelte politiche, invece, la classe dirigente è assai realistica e conosce assai bene come analizzare a fondo le questioni sociali per individuare, in maniera ragionata e sensata dal suo punto di vista, come intervenire per modificare le cose a suo vantaggio. Un bell’esempio di questo modo di procedere, logicamente corretto e scientificamente impeccabile, lo possiamo trovare nella modifica graduale della legislazione sul lavoro degli ultimi decenni. A questo proposito mi limito a citare un bell’articolo del Manifesto, in cui c’è una precisa ricostruzione di questo processo di demolizione dei diritti dei lavoratori (mi riferisco all’articolo di Manfredi Alberti).

Ma torniamo agli esseri dotati di eccezionali capacità conoscitive, da cui poi scaturiscono poteri straordinari, di cui è ovviamente ignota l’origine: essi esistono ed appartengono ad un mondo completamente diverso da quello sperimentato quotidianamente, e a cui possiamo accostarci solo attraverso mezzi ugualmente oscuri e misteriosi. Il problema non è certo quello di dimostrare l’esistenza di tutto ciò, ma semplicemente di possedere la certezza soggettiva che tale dimensione da noi intuita esiste ed è operante. Ora – scrive sempre Russell – se l’intuizione può essere fallibile come l’intelletto o la ragione, tuttavia “la sua maggiore certezza soggettiva diviene un demerito, perché non fa altro che renderla più irresistibilmente ingannevole” (Ibidem: 16-17). Contro questo grave rischio il ragionamento utilizza il criterio della coerenza, della correlazione enunciato / realtà, le argomentazioni, che possono essere vagliate e rifiutate, conducendoci più vicini alla verità.

Tutti avranno avuto l’occasione di vedere i cartoni animati insieme ai loro figli e nipoti, trasmessi 24 ore su 24 dalla televisione, e avranno potuto osservare il grande spazio che in essi hanno personaggi eccezionali dotati di poteri magici e prodigiosi, con i quali sono in grado di risolvere ogni problema e soprattutto di sconfiggere il male che si presenta in varie forme, ma sempre caratterizzate dalla stessa inaudita eccezionalità. Si dirà ovviamente che i cartoni animati hanno ripreso questi caratteri esoterici dalle fiabe, le quali però nello stesso tempo portavano alla coscienza i conflitti psichici e rimandavano a forme di iniziazione simbolica (come il superamento di gravi difficoltà) [1] per significare il processo di maturazione del bambino. Si aggiungerà anche che i cartoni animati sono il luogo in cui si dispiega liberamente l’immaginazione e la fantasia e che è del tutto ammissibile che i bambini possano sognare ad occhi aperti. Ma un’analisi più approfondita mostra che tali cartoni, considerati addirittura pericolosi da talune chiese, seguono una loro logica soggiacente, proponendo al bambino il modello dell’uomo visionario o talentoso, che in virtù delle sue doti innate, ossia non acquisite con sforzo e fatica, ha successo nel mondo e si afferma distruggendo l’avversario.

Insomma, ancora una volta si palesa il mito dell’individualismo che sancisce sin dalla nascita le differenze insuperabili tra gli individui, dalle quali scaturisce poi la capacità di attirare l’attenzione degli altri e di avere successo (magari guadagnando un mucchio di denaro). Individualismo che concettualmente è diviso da un confine assai labile dal razzismo. Naturalmente i nostri figli e nipoti ben presto apprenderanno – mi auguro – che solo in certe specifiche condizioni sociali ed economiche ci si può effettivamente innalzare nella scala sociale e che la figura del visionario è utile solo a coprire questo processo, assimilando le differenze economico-sociali a differenze di talento e di peculiari ed irripetibili caratteristiche. Aggiungo che mi pare la stessa logica strutturi le vicende dei personaggi (attori, sportivi, cantanti etc.) osannati dai mezzi di comunicazione di massa, insinuando che ognuno di noi, se dotato di tali sovrumane inclinazioni, potrà perseguire lo stesso stupefacente destino.

Un’altra manifestazione dell’irrealismo contemporaneo, di cui però è difficile dire se costruita consapevolmente o inconsapevolmente per supponenza o ignoranza, è il video del 2008 prodotto probabilmente da Gianroberto Casaleggio, che sembrerebbe delineare la cornice politica, che vuole proiettare di sé il Movimento 5 Stelle, ma che in questa fase pre-elettorale ha fatto mosse assai realistiche [2]. Credo che molti avranno visto questo video, intitolato Gaia, il futuro della politica [3], disponibile su youtube, nel quale con un tono misticheggiante si profetizza il nostro futuro, che riassumo brevemente: 2018 divisione del mondo tra un occidente democratico e un oriente totalitario, 2020 scoppio della terza guerra mondiale, solo un miliardo di superstiti; nel 2054 (cento anni dopo la nascita del visionario Casaleggio) il mondo raggiunge la stabilità, si instaura un governo mondiale eletto via Web e finalmente si dissolvono i conflitti territoriali, religiosi, politici. Il video si conclude inneggiando ad un’intelligenza sociale collettiva, che attraverso l’uso della rete e quindi “con consultazioni democratiche” risolverà rapidamente ogni problema dell’umanità.

Sarebbe lungo ricostruire la storia del Movimento 5 stelle, ma possiamo senz’altro affermare che la società di Casaleggio ad esso associata nasce come un esperimento di ingegneria sociale fatto con lo scopo di capire “quali fossero i metodi più efficaci per manipolare le opinioni e creare il consenso”. A ciò aggiungerò qualche breve considerazione sulla “democraticità” della rete e sulla sua sottomissione a forme assai strette di controllo da parte delle grandi potenze ed in particolare dalla NSA (National Security Agency), la principale agenzia di spionaggio statunitense. Assai noto è il sistema di satelliti spia indicato con il nome in codice Echelon in opera sin dalla Guerra fredda e successivamente aggiornato, con il quale viene controllata un’enorme massa di messaggi attraverso l’utilizzo di parole chiave. Inoltre, qualcuno sostiene che la famosa piattaforma Rousseau, usata per le consultazioni via Web dal Movimento 5 stelle, è sottoposta all’azione di hacker, i quali possono cambiare a volontà i risultati delle votazioni. E ciò nonostante venga detto che si tratta di una piattaforma chiusa accessibile solo agli iscritti e quindi perfettamente funzionante in “senso democratico”.

Come si vede, dunque, non solo le profezie di Casaleggio non contengono nessun riferimento esplicito ai loro ipotetici fondamenti, pertanto le accettiamo solo se gli attribuiamo non dimostrate capacità visionarie (perché proprio lui e io no?), ma anche gli strumenti espressivi della volontà popolare, trionfanti nel futuro da lui vagheggiato, sono sottoposti a controlli e manipolazioni, di cui ovviamente i capi del Movimento 5 stelle evitano di parlare.


Note

[1] Si pensi alle prove che il giovane deve superare per sposare la principessa.

[2] Vedi il recente viaggio di Luigi Di Maio a Londra per tranquillizzare gli investitori stranieri.

[3] Gaia è stato preceduto da un altro video Prometeus, in cui l’avatar o incarnazione dello scrittore statunitense di fantascienza Philip Dick descrive la futura rivoluzione dei media.

17/02/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Alessandra Ciattini

Alessandra Ciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza. Ha studiato la riflessione sulla religione e ha fatto ricerca sul campo in America Latina. Ha pubblicato vari libri e articoli e fa parte dell’Associazione nazionale docenti universitari sostenitrice del ruolo pubblico e democratico dell’università.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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