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La multinazionale svedese minaccia di disdettare unilateralmente il contratto ai dipendenti entro il 1 Settembre. Ma loro non ci stanno. E per lo sciopero nazionale del gruppo è stato boom di adesioni.

Domenica, 23 Novembre 2014 00:36

Lo sciopero c’è, ora serve la strategia

L’approdo politico (definitivo?) del Pd a trazione renziana è mirabilmente riassunto nello sbocco d’ira con cui il Genio della Lampada ha commentato l’opposizione di massa (ahinoi tardiva) alla cancellazione tardiva dell’articolo 18.

«Faremo di tutto per cambiare l'Italia» e  «sono consapevole che alcune cose vanno cambiate in modo violento». Sono parole di Matteo Renzi. Il presidente del consiglio le ha pronunciate alla fine dello scorso settembre allo Yacht club di San Francisco, incontrando 150 responsabili di start-up italiane della Silicon Valley. Poi sono arrivate entrambe le cose: il cambiamento e la violenza.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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