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L’inclusione scolastica, dalla legge 517/77 alla “Buona scuola” di Renzi (e Faraone) - Parte I
La legge 107 varata a luglio ha dato una delega in bianco al governo in merito all’inclusione scolastica degli alunni con bisogni educativi speciali.
Le bugie del Re
"Essere di sinistra – e ancora prima essere per la giustizia sociale e per l’uguaglianza – significa lottare contro il precariato".
Renzi, la TASI e il dèjà-vu
La strategia del Governo Renzi: perdere a sinistra ma recuperare a destra per il “partito della nazione”.
La scuola di Renzi non è buona
Il movimento della scuola e la battaglia dell’area sindacale “Il sindacato è un'altra cosa” in Flc-Cgil. Storia di un anno di mobilitazioni contro la cosiddetta riforma imposta dal governo targato Pd. L’elemento determinante finora e per il rilancio di lotta più generale contro l’austerità è la costruzione di un fronte unico dal basso dei lavoratori, al di là delle sigle di appartenenza.
Dal Jobs act a “La buona scuola” secondo Renzi
La resistibile riduzione del proletariato a plebe moderna attraverso una “buona scuola” volta alla formazione di una forza lavoro flessibile e soggetta al modello dei lavoretti imposto dal Jobs act. A tale inquietante scenario – reso sempre più realistico dalla passività e dalla inconsapevolezza dei subalterni – sarà possibile reagire nel momento in cui anche gli odierni umiliati e offesi comprenderanno che ognuno non può che essere l’artefice del proprio destino.
Arte politica “anticostituzionale”
Il progetto di Renzi procede con l’attacco più organico finora sferrato nei confronti dei principi della democrazia sociale su cui poggia la nostra Costituzione. Soppressione dell’art.18, abolizione del senato elettivo, legge elettorale, costituiscono un unicum perpetrato con la stessa tattica con cui sono stati trafitti i Curiazi dall’Orazio rimasto solo in una arena vociante e forse anche allora attratta più dallo spettacolo che dalla posta in gioco.
Italicum. Rien ne va plus
Dunque, la partita è chiusa. Renzi è riuscito – con il minimo sforzo, considerata la disarmante pochezza politica della minoranza del Pd – a mettere in sicurezza il suo disegno para-totalitario: l’Italicum è cosa fatta.
La costituente dei riformisti: Quo Vadis?
L’annuncio dell’uscita di Civati dal PD non avrebbe dovuto far dormire per molte notti di seguito il capobastone Renzi, il quale, però, minimamente preoccupato della scissione del più grande partito della “sinistra” italiana dal dopoguerra, si prepara a colpire il fianco sinistro con provvedimenti impopolari e distruttivi quali la riforma della scuola in chiave thatcheriana, come neppure Valentina Aprea aveva mai sognato.
La “mala scuola” in 8 punti