VIII videolezione: Dalla fisica alla logica di Aristotele

Proseguiamo la pubblicazione delle videolezioni del corso di filosofia: “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”, secondo ciclo: “Dall’utopia comunista di Platone al realismo immanentistico di Aristotele” – tenuto dal professor Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci – con il video della ottava lezione.


1. Introduzione generale al corso:

La nostra cultura e civiltà è in buona parte fondata su due decisivi pensatori che, nei loro sistemi, hanno sintetizzato larga parte del precedente sviluppo filosofico e scientifico. Inoltre, essi costituiscono la base non solo della cultura ellenistica e cristiana tardo antica, ma della civiltà araba, medievale, umanistica e rinascimentale. Continueranno ad avere un’enorme influenza anche sulla successiva cultura moderna borghese, a partire dalla Rivoluzione scientifica e almeno fino al suo esponente più progressivo: G.W.F. Hegel. Attraverso quest’ultimo Platone e Aristotele hanno indirettamente influenzato la cultura contemporanea marxista, fino ai giorni nostri, si pensi a quanto sia direttamente e apertamente debitrice da Platone l’idea di comunismo di Alain Badiou, uno dei più affermati, a livello internazionali, pensatori comunisti viventi. Peraltro l’opera di Platone e Aristotele ha un’influenza così ampia e millenaria sul nostro modo di pensare, di esprimerci e di agire da non essere nemmeno avvertita dalla stragrande maggioranza degli uomini. Anche se essi – essendo tali pensieri così tanto e da così lungo tempo caratterizzanti parte significativa della cultura e civiltà umana – non ne sono consapevoli. 

Dunque, per divenire finalmente pienamente consapevoli di questi capisaldi della nostra cultura e civiltà –tanto che per secoli i pensatori si sono divisi in platonici e aristotelici – e per meglio intendere gli stessi grandi pensatori moderni e contemporanei che ne sono stati, in maniera diretta o indiretta, influenzati, ci pare necessario offrire all’inizio dell’anno accademico 2021-22 dell’Università popolare Antonio Gramsci un corso introduttivo alle concezioni del mondo elaborate da Platone e Aristotele. Questi incontri avranno un valore propedeutico allo sviluppo, negli anni successivi, del nostro corso di controstoria della filosofia in una prospettiva marxista. In effetti, non è possibile comprendere pienamente e padroneggiare gli sviluppi successivi del pensiero e del modo di agire degli uomini, del loro modo di organizzare la comunità umana, senza aver ben presenti queste due colonne portanti della cultura e civiltà umana.

Nello spirito dell’Università popolare, il corso sarà rivolto a tutti coloro che hanno interesse ad apprendere e a confrontarsi dialetticamente, nell’ampio dibattito che si svilupperà al termine di ogni lezione, riguardo a tali problematiche. Quindi il corso è pensato, in primo luogo, per i filosofi della prassi (nel senso letterale del termine), ovvero per coloro che amano accrescere, nel dialogo collettivo, la propria conoscenza del mondo, per poter contribuire a trasformarlo, possibilmente in modo radicale. 

In effetti, come vedremo, lo stesso spirito dell’utopia che anima i filosofi della prassi ha le sue origini e i propri fondamenti proprio nel pensiero di Platone, nel quale incontriamo peraltro la prima grande teorizzazione della società ideale, ovvero della società comunista. Un ideale che sarà ripreso e sviluppato in tutte le epoche successive, mantenendo un legame diretto con Platone almeno fino al diciassettesimo secolo, per poi cercare di superarlo in modo dialettico, in maniera più o meno consapevole. In Aristotele troveremo, al contrario, il padre nobile dell’altra grande corrente del pensiero politico e sociale, la corrente del realismo che confluirà, insieme all’utopismo platonico, nel marxismo, che li sintetizzerà, superandoli dialetticamente.

Più in generale Platone darà uno sviluppo decisivo al pensiero dialettico, talmente grande e influente da essere in qualche modo eguagliato solo da Hegel e Karl Marx. Mentre il pensiero di Aristotele ha offerto un apporto essenziale all’affermazione della moderna concezione filosofico-scientifica del mondo, di contro alla tradizionale visione mitologico-religiosa. Da questo punto di vista Aristotele è alla base di tutto il pensiero radicale immanentistico, che sarà elemento portante del marxismo scientifico a partire dai suoi padri nobili Marx e Friedrich Engels. Per continuare a leggere l’introduzione al corso clicca qui

2. Versione scritta della relazione introduttiva della videolezione:

Definizione e funzione della fisica

Mentre la metafisica di Aristotele si occupa del motore immobile (trascendente) e delle cause ultime, delle cose del mondo si occupa la fisica. Aristotele dà molta importanza alla fisica, allo studio del mondo naturale, tanto che la definisce “filosofia seconda” e la pone subito dopo la metafisica. Diversamente da Platone per Aristotele lo studio della natura è scientifico perché l’essenza è immanente: l’intelligibile è dentro il visibile, l’empirico.

I quattro diversi tipi di movimento

La fisica aristotelica studia l’essere in movimento; le cause ultime del movimento sono trattate anche nella metafisica che, in quanto scienza dell’essere, definisce i principi generali di ogni cosa e scienza. Aristotele definisce quattro diversi tipi di movimento (nel significato ampio del termine, in cui vi include il divenire in generale):

- movimento sostanziale, che concerne la trasformazione della sostanza, ossia il nascere e il morire (il riunirsi e il separarsi in un dato luogo di diversi elementi);

- movimento qualitativo, che implica l’alterazione, il cambiamento di qualità (ad esempio da giovani si diventa vecchi)

- movimento quantitativo, che comporta l’accrescimento o la diminuzione (allontanamento o afflusso della materia)

- movimento locale, movimento di luogo, spostamento nello spazio, ciò che propriamente noi chiamiamo oggi movimento, cui tutti gli altri movimenti sono riconducibili.

Le tre tipologie del movimento locale

Il movimento locale è di tre specie: 1) circolare, intorno al centro del mondo; 2) dal centro del mondo verso l’alto; 3) dall’alto verso il centro del mondo. Questi ultimi due – reciprocamente opposti – sono i movimenti propri dei quattro elementi, delle sostanze corruttibili, che nascono, muoiono, mutano, si alterano, sono propri quindi del mondo terrestre. Il movimento circolare, perfetto, che non ha contrari, è proprio delle sostanze incorruttibili, che si trovano nel mondo celeste: l’elemento che compone i corpi celesti è l’etere, elemento diverso da quelli che compongono la natura, il mondo terrestre (il primo ad abbandonare questa teoria sarà Niccolò Cusano, nel XV sec.).

La teoria dei luoghi naturali

Per spiegare il movimento dei quattro elementi Aristotele introduce la teoria dei luoghi naturali: ognuno dei quattro elementi ha un luogo naturale. Se viene allontanato dal suo luogo naturale (il che non può avvenire che con un moto violento, ossia contrario alla condizione naturale dell’elemento) esso tende a ritornarvi con un moto naturale. I luoghi naturali dei quattro elementi sono determinati dal loro rispettivo peso. In ordine, terra, acqua, aria, fuoco. Aristotele sviluppa questa teoria a partire da semplici esperienze, come ad esempio: la pietra immersa nell’acqua affonda, una bolla d’aria nell’acqua sale in superficie, il fuoco fiammeggia sempre verso l’alto.

La concezione aristotelica dell’universo

L’universo fisico di Aristotele (mondo sublunare e mondo dei cieli) è perfetto, unico, finito ed eterno. La perfezione del mondo è dimostrata da Aristotele con argomenti aprioristici, privi di qualsiasi riferimento all’esperienza: il mondo è perfetto perché possiede tutt’e tre le dimensioni possibili (altezza, larghezza, profondità) e il numero tre per i pitagorici è il numero perfetto. Ma se il mondo è perfetto è anche finito, perché ciò che è infinito è secondo Aristotele incompiuto, manca di qualcosa, inoltre nessuna cosa reale può essere infinita. Ogni cosa infatti esiste in uno spazio e ha un centro, un basso, un alto, ma nell’infinito non c’è né centro, né basso, né alto, né limite. La sfera delle stelle fisse segna i limiti dell’universo, al di là dei quali non ci può essere spazio.

Per continuare a leggere la versione scritta della relazione introduttiva alla videolezione clicca qui.

3. Le prossime videolezioni che saranno pubblicate a partire dal prossimo numero di questo giornale:

9) Dalla logica alla gnoseologia di Aristotele – 27 ottobre ore 18.

10) Dall’etica alla retorica di Aristotele – 3 novembre ore 18.

22/10/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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