Videolezione: Le origini del pensiero filosofico e scientifico

Inauguriamo la pubblicazione del videocorso di filosofia: “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”. Primo ciclo: “La filosofia antica dai presocratici a Socrate”, tenuto dal prof. Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci con il video della prima lezione: “Fra oriente e occidente: le origini del pensiero filosofico e scientifico”.


Link agli articoli pubblicati su questo giornale in cui sono approfonditi i temi affrontati nella videolezione: Da oriente a occidente: le origini del pensiero filosofico e scientifico, L’arcano del “genio ellenico” e Primordi e retroterra culturale della filosofia ellenica.

Definiamo la nostra interpretazione della filosofia in una prospettiva marxista, ossia dal punto di vista del materialismo storico e dialettico, una “controstoria” esclusivamente in quanto intendiamo mostrare l’importanza di aspetti fino a ora troppo spesso ingiustamente trascurati. A tale scopo reinterpreteremo la storia del pensiero umano nei suoi lineamenti fondamentali filosofici dal punto di vista della filosofia della praxis, rileggendo la storia del pensiero a partire dai conflitti sociali e ideologici sempre fondati nella loro concretezza strutturale: storica e sociale.

Inoltre, mostreremo da un punto di vista dialettico che ogni nuova filosofia, per essere realmente tale, non può che, necessariamente, ricomprendere in sé ciò che è ancora attuale di tutte le concezioni filosofiche precedenti, criticandone al contempo gli elementi oramai storicamente caduchi. Come vedremo, dunque, ogni nuova filosofia non si limita a confutare le precedenti, ma ne ricomprende gli aspetti ancora attuali in sé. In tal modo ogni nuovo sistema filosofico ricomprenderà dialetticamente in sé i principali risultati dei sistemi antecedenti. Ciò, naturalmente vale anche per il marxismo, ovvero per quella filosofia della praxis che non si limita più a interpretare in modo diverso il mondo, ma che mirerà, al contempo, a trasformarlo nel modo più radicale possibile. Come, in effetti, aveva già compreso Hegel nella sua Enciclopedia delle scienze filosofiche: “la filosofia che è ultima nel tempo, è insieme un risultato di tutte le precedenti e deve contenere i principi di tutte: essa è perciò – bene inteso se è davvero una filosofia – la più sviluppata, ricca e concreta” [1]. 

Dunque, ogni filosofia costituisce una tappa del progressivo sviluppo del pensiero umano, per cui il lascito di ogni grande filosofo entra a far parte del patrimonio intellettuale dell’umanità, di quel “tesoro della conoscenza razionale” che già Hegel considerava il più importante frutto della storia. Per continuare a leggere la presentazione del corso: vai al link: Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista 

Sommario riassunto delle origini orientali della civiltà ellenica contro ogni forma di eurocentrismo

Da oriente la civiltà si espande nella Creta minoica e nella Grecia micenea, dove domina ancora una cultura orale, che dipende dall’oriente ed elabora anch’essa spiegazioni mitologico-religiose. In seguito, nel XII secolo a.C. la civiltà micenea entra in crisi, i suoi ormai arcaici rapporti di produzione impediscono a tal punto lo sviluppo delle forze produttive e appaiono ormai a tal punto ingiusti che le masse subalterne nell’XI secolo preferiscono sottoporsi al dominio delle popolazione meno evolute provenienti dal nord. D’altra parte tale dominio si dimostra a sua volta a tal punto improduttivo che nel X secolo gli elleni più intraprendenti abbandonano il continente per fondare colonie sulle coste mediterranee della Turchia. In tal modo alla fine del IX secolo abbiamo i primi segnali di ripresa della civiltà ellenica, in quanto riprendono i commerci e gli scambi culturali con l’allora decisamente più evoluto oriente.

Impronta esistenzialista e religiosa del sapere orientale

D’altra parte le prime civiltà orali in Oriente rispondono alle grandi questioni che sono alla base della stessa ricerca filosofica in modo mitologico-religioso, inventando storie, ossia miti di cui sono protagoniste le divinità. Del resto, a differenza della filosofia greca, la cultura orientale si concentra essenzialmente su tematiche religiose ed esistenziali, concependo la conoscenza in funzione della salvezza dell’uomo. Ossia in funzione del singolo, senza elevarsi all’universale. L’uomo si libera dal male di vivere passando dal piano della realtà dubbia e ingannevole al piano del nirvana, ossia al ricongiungimento con la realtà primordiale e assoluta. Da questo punto di vista la filosofia indiana-orientale anticipa sotto diversi punti di vista le concezioni filosofiche che si affermeranno in occidente in età ellenistica, dove pensiero orientale e occidentale si sintetizzeranno, e nel moderno irrazionalismo, nella soluzione ascetica di Schopenhauer e nell’impostazione esistenzialistico religiosa di Kierkegaard, che sarà alla base dell’esistenzialismo e di un filone importante del pensiero teologico-filosofico moderno.

Il buddismo

Tipico in tal senso è il buddismo che, muovendo da un’analisi critica della sofferenza del vivere individuale, perviene alle quattro verità che consentono di liberarsi dall’attaccamento alla vita, consentendo la liberazione dai limiti della sua finitezza. La prima afferma che la realtà del mondo è dolore; la seconda che l’origine del dolore è la brama di esistere, godere e potere; la terza sostiene che la liberazione dal dolore è possibile mediante l’estinzione di tale desiderio e il raggiungimento della pace perfetta nel nirvana, il nulla del male di vivere individuale. Come si può constatare Schopenhauer, uno dei padri dell’irrazionalismo occidentale borghese ha ampiamente saccheggiato questo antichissimo sapere, che per quell’epoca era indubbiamente progressista, mentre nell’Europa del diciannovesimo secolo dove lo trapianta Schopenhauer in contrapposizione all’Enciclopedia delle scienze filosofiche e, in prospettiva, al socialismo scientifico costituisce di certo una visione del mondo ultra reazionaria.

La scienza orientale

Gli orientalisti sostengono, inoltre, che nelle civiltà orientali si trovino rilevanti invenzioni tecniche e interessanti ricerche di medicina, astronomia e matematica. I primi a distinguere la medicina dalla magia furono gli egizi, che giunsero a elaborare lo schema, divenuto classico, di diagnosi, prognosi e terapia. I mesopotamici svilupparono per primi la chirurgia, mentre i cinesi l’agopuntura. Nell’astronomia si distinsero i Caldei, mentre nella matematica egiziani e babilonesi. Anche in questo caso la preistoria della scienza e della tecnica sono certamente sorte, come tutta la civiltà umana, in Oriente. Prosegui la lettura dell’articolo al link: Da oriente a occidente: le origini del pensiero filosofico e scientifico

Note: G.W.F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, Utet, Torino 1995, vol. I, p. 140.

26/06/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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