SOS Ambiente – Per uno sviluppo sostenibile in un mondo senza guerra

Recensione del libro di Manlio Dinucci e Carla Pellegrini (La Vela, 2019) che affronta il tema molto attuale della crisi ambientale, stimolo di molte mobilitazioni di giovani nel mondo, di cui consiglio la lettura.


SOS Ambiente – Per uno sviluppo sostenibile in un mondo senza guerra

Tutto ciò che contribuisce al degrado ambientale è affrontato e ben spiegato nella prima sezione di questo libro: l’intensificarsi dello sfruttamento delle risorse naturali a partire dalla Rivoluzione industriale. Tra i primi fattori analizzati emerge la deforestazione, determinata dalla necessità di creare nuove terre da destinare ad allevamenti e colture, di produrre legname come combustibile e di soddisfare la domanda di legno pregiato. Abbattendo le foreste, soprattutto quelle tropicali, numerose specie di animali e piante rischiano l’estinzione definitiva. Il disboscamento aumenta anche il dissesto idrogeologico e ciò significa che il rischio di frane, alluvioni e smottamenti è sempre più elevato. Inoltre la deforestazione determina un aumento di CO2 e quindi un acuirsi dell’effetto serra e del surriscaldamento globale.

Nelle zone urbane e industriali l’inquinamento dell’aria è dovuto maggiormente alle emissioni degli autoveicoli e dei motoveicoli che contengono, oltre alla CO2, benzene, biossido di azoto e particolato presente nello smog. Le sostanze inquinanti più pericolose sono quelle chimiche che sono contenute anche nei prodotti che usiamo in casa ogni giorno, come per esempio i detersivi. Molte di queste sostanze non si degradano ma restano nell’ambiente. Poi ci sono i rifiuti tossici industriali dei paesi a capitalismo avanzato il cui smaltimento, che richiede costi assai elevati, avviene talvolta in maniera illegale nei paesi meno sviluppati che sono i primi pagarne le conseguenze. Molti di questi prodotti tossici vengono versati nelle acque di laghi e fiumi, inquinando le falde acquifere e successivamente finendo in mare, a sua volta inquinato anche dalle grandi navi che lo solcano.

L’ultima parte affronta la questione delle risorse idriche. L’acqua scarseggia anche a seguito dei cambiamenti climatici e nelle zone più degradate del pianeta la poca rimasta risulta malsana. In molti paesi l’acqua è privatizzata e non accessibile a tutti, per questo spesso avvengono conflitti per il controllo e la gestione di questa risorsa.

La seconda sezione del libro ci introduce nel mondo del “nucleare” e delle armi che andrebbero ad affiancarlo in caso di guerra. Vengono descritti scenari apocalittici, che fanno rabbrividire, su quelle che sarebbero le conseguenze di un attacco nucleare ai giorni nostri. In realtà, testimoni di guerre passate raccontano, soffermandosi su particolari raccapriccianti, ciò che è realmente successo per esempio dopo la “bomba di Hiroshima”. Altri di come, essendo militari dell’esercito statunitense, siano stati usati come cavie umane per esperimenti nucleari e di come in seguito abbiano sviluppato malattie che poi si sono rivelate mortali. Gli esperimenti nucleari hanno anche un forte impatto negativo sull’ambiente e sulla salute dei civili a causa delle radiazioni emesse nell’aria.

L’industria bellica continua a produrre e a sperimentare armi sempre più sofisticate e altamente letali in grado di distruggere l’intera umanità. Avevo sentito parlare, come analizzato nel libro, dell’utilizzo dell’uranio impoverito che causa la morte per tumori linfatici anche a distanza di anni, dei gas nervini che venivano sperimentati anche nelle camere a gas dei lager nazisti, di virus e batteri sintetizzati in laboratorio e usati nelle guerre, ma mai avrei creduto che si lavorasse per arrivare ad avere armi a energia diretta che colpiscono l’obiettivo con forme di energia non-cinetica, come radiazioni elettromagnetiche, plasma a elevata energia e addirittura raggi laser come si vede nei film di fantascienza! Per non parlare delle nano-armi e addirittura delle armi climatiche e tettoniche! Si sta lavorando per creare la “bomba climatica”, una nuova arma per la distruzione di massa in grado di provocare alluvioni, siccità, terremoti, tsunami ecc. E che dire del tanto atteso 5G che ci permette di scaricare sul nostro smartphone un film di due ore in soli dieci secondi ma che ha un effetto nocivo sulla salute e sull’ambiente a causa dell’esposizione continua a campi elettromagnetici a bassa frequenza? Che sicuramente verrà usato dalle forze armate a scopo bellico, finanziato da noi utenti!

Per salvaguardare l’ambiente occorrerebbe realizzare un nuovo sistema energetico riducendo le centrali nucleari e l’uso di combustibili fossili inquinanti come il petrolio e favorendo energie alternative come quella eolica e quella solare.

La salute di persone e ambiente è in serio pericolo. Per questo L’Assemblea generale Onu ha adottato, nel 2015, la Risoluzione “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. La quale comprende i fatidici 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), che la Risoluzione indica come “interconnessi e indivisibili”, per bilanciare “le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: la dimensione economica, sociale e ambientale”. Per realizzare tali obiettivi, si sottolinea, occorrono “società pacifiche e inclusive” e un “partenariato mondiale”. Per cui le questioni ambientale, economica e sociale non si possono affrontare indipendentemente da quella dell’abolizione della guerra.

Le diseguaglianze tra i popoli e all’interno delle popolazioni rimangono la questione cruciale. Senza previa garanzia dei beni e dei servizi essenziali per l’esistenza di ogni individuo, nessuno escluso, qualsiasi modello di sviluppo non è sostenibile. Il rispetto dei diritti umani e sociali è legato a doppio filo al rispetto dell’ambiente: l’unico sviluppo sostenibile è, a mio parere, quello che riesce a garantirli tutti.

Emiliano Barsotti è uno studente dell’Istituto Tecnico Economico “Pacinotti” di Pisa (corso di “Geopolitica e analisi dei conflitti internazionali”)

21/11/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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