Non si è trattato solo di chiacchiere di fanatici ambientalisti, fantasie di parroci visionari, illusioni di cittadini ignoranti. La Terra dei fuochi è una realtà, esiste davvero e ha causato l’inquinamento profondo di ettari di buona terra e notevoli danni alla salute di centinaia di cittadini, con la presenza passiva dello Stato italiano e delle istituzioni che nulla o poco hanno fatto in questi anni. Tutto questo e altro ancora è stato messo nero su bianco dai giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo, che hanno condannato l’Italia per aver messo a rischio la vita degli abitanti di quell'area compresa tra le province di Napoli e Caserta dove vivono quasi tre milioni di abitanti. La sentenza, resa nota giovedì 30 gennaio, nasce dall’esposto presentato da alcuni cittadini, associazioni e organizzazioni locali e afferma che le nostre istituzioni, pur a conoscenza della situazione da anni, non hanno adottato alcuna misura per contenere i danni ambientali ed alla salute e proteggere gli abitanti, non danno neppure a loro alcuna informazione al riguardo, condannando il nostro Paese ad introdurre nel termine di due anni misure adeguate in grado di affrontare il fenomeno dell'inquinamento denunciato in Campania.
E così i cittadini che da anni lamentavano le tante morti dei loro familiari o degli animali della loro azienda, l’inquinamento del suolo e dell’aria non erano affatto dei visionari o degli invasati; don Maurizio Patriciello, il parroco che per anni ha rappresentando gli interessi di migliaia di persone esposte al terrificante fenomeno, battendosi con le unghie e con i denti a tutela di quell’area martoriata e dei suoi abitanti non era un rompiscatole inconcludente. Tutti dicevano la verità, mentre lo Stato è sempre rimasto sordo ai loro appelli. Dopo la sentenza gli abitanti di quell’area si aspettano adesso che le istituzioni non tergiversino più, ma agiscano subito e fattivamente, con profondi interventi di bonifica e risanamento del suolo, perché vengano ripristinate le normali condizioni di salubrità e attivato un attento monitoraggio della salute degli abitanti.
La Terra dei fuochi è un'espressione usata per la prima volta nel 2003 nel Rapporto Ecomafie di Legambiente per indicare una vasta area situata in Campania, a cavallo tra le province di Caserta e Napoli, interessata dall'interramento illegale di rifiuti tossici e speciali, dalla presenza di numerose discariche abusive, dall'innesco di parecchi roghi di rifiuti, che hanno diffuso diossina e altri gas inquinanti e tossici nell'atmosfera, causando specifiche patologie sanitarie ed un’elevata mortalità per leucemie e altri tumori nella popolazione e negli animali, oltre che l’inquinamento pestifero dell’aria e del suolo. Il fenomeno è legato anche al traffico illecito di rifiuti in mano alle mafie ed alla Camorra, causando il più grande avvelenamento di massa mai avvenuto in un paese occidentale. Gli abitanti e coloro che li hanno guidati nella loro lotta per fare riconoscere il fenomeno dallo Stato italiano, chiedendo un intervento immediato, hanno dovuto subire in tutti questi anni calunnie, minacce, derisioni, offese, illazioni da parte di negazionisti, collusi, corrotti, indifferenti. Ma loro sono andati comunque avanti per la loro strada, convinti del loro buon operato, riuscendo solo adesso ad ottenere questo importante risultato che proviene dagli alti giudici europei e che non può essere più ignorato. È questa della CEDU una sentenza di portata storica, perché accerta la violazione del diritto alla vita ed alla salute e le tante omissioni dello Stato italiano, dando anche prescrizioni di intervento per risolvere il caso.