Gli adagi di Xi Jinping

Vi proponiamo la nostra recensione del testo Gli adagi di Xi Jinping – Una guida alle allusioni classiche del leader cinese (2021, Anteo Edizioni), testo pubblicato dal dipartimento della Comunicazione del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese e tradotto in italiano da Paolo Marcenaro e Zhang Guocheng.


Gli adagi di Xi Jinping

Se, nel ventesimo secolo, poteva essere ritenuta in qualche modo fondata l’impressione che il centro nevralgico del mondo si trovasse tra Europa e Nordamerica, non si può comprendere molto del panorama mondiale del ventunesimo secolo senza aprire i propri orizzonti verso oriente, e in particolare verso la Cina. In quello che è stato da molti ribattezzato come “il secolo cinese”, emerge la figura di Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 2013 e oggi uno dei leader più influenti del mondo.

Gli adagi di Xi Jinping – Una guida alle allusioni classiche del leader cinese (2021, Anteo Edizioni) è un testo che si pone l’obiettivo di far luce sul pensiero di Xi Jinping, nonché di rendere comprensibili anche al lettore poco addentrato nella cultura cinese le continue citazioni della letteratura classica di quel Paese che si ritrovano nei discorsi del segretario generale del Partito Comunista Cinese. A questo fine, l’interpretazione esposta da importanti accademici cinesi accompagnerà il lettore attraverso le citazioni di Xi Jinping.

Nella prima parte, “Attenzione per ogni foglia su ogni ramo”, si analizza il rapporto tra governo e popolo. Questo può essere riassunto nella citazione “il governo prospera quando viene esercitato in conformità con la volontà del popolo e declina quando va contro di essa” (pag. 18), che riprende i quattro atti di sottomissione alla volontà del popolo: “Il punto chiave qui è che il sostegno popolare è il fattore decisivo e determinante per l’ascesa, la stabilità o il declino e la caduta del potere statale” spiega il professor Wang Liqun. 

Si tratta di uno dei punti fermi della politica cinese che non è mai mutato nel corso dei millenni, né in epoca imperiale né in quella che viene definita la Nuova Cina, la Cina socialista istituita da Mao Zedong nel 1949. Tali concetti sono ribaditi e approfonditi nella seconda sezione, dal significativo titolo “L’amministrazione di un Paese deve procurare benefici alle persone comuni”. Secondo Xi Jinping, “Dobbiamo sostenere la convinzione che le persone siano il corpo principale della società e soddisfare le aspirazioni del popolo per una buona vita, realizzare, mantenere e sviluppare costantemente i basilari interessi delle grandi masse popolari e raggiungere uno sviluppo che sia per il popolo e che dipenda dal popolo, assicurando che le persone condividano i frutti dello sviluppo” (pag. 26). Come spiega il professor Wang Jie, tale concetto “riassume diverse migliaia di anni di saggezza ed esperienza della Cina nella burocrazia del Governo e nella gestione degli affari di Stato, nonché un importante adattamento alla governance odierna. Queste ideologie tramandateci dai nostri antenati hanno ancora oggi un significato importante per il nostro lavoro pratico” (pag. 28).

Grande importanza nel discorso di Xi Jinping assume anche il concetto di virtù, che si esplica attraverso la promozione dei “valori socialisti fondamentali” (pag. 38). “Questi valori che dovremmo coltivare e mettere in pratica sono prosperità, democrazia, civiltà, armonia, libertà, uguaglianza, giustizia, Stato di diritto, patriottismo, dedizione, integrità e amicizia. I valori di prosperità, democrazia, civiltà e armonia sono per il Paese, quelli di libertà, uguaglianza, giustizia e Stato di diritto sono per la società; e quelli del patriottismo, della dedizione, dell’integrità e dell’amicizia sono per i cittadini. Spiegano per quale tipo di Paese e società stiamo lottando e che tipo di cittadini stiamo coltivando”, afferma una delle citazioni di Xi Jinping riportate nella terza parte, intitolata “Un Paese senza virtù non può prosperare”.

La quarta sezione è dedicata all’importanza della famiglia come nucleo fondamentale della società e dello Stato, ed è appunto denominata “Le famiglie sono la base di un Paese”. A tal proposito, il presidente Xi cita un antico proverbio secondo il quale “I regni sono la base dell’impero, le famiglie sono la base di un regno” (pag. 52). Tale citazione proviene da uno dei massimi filosofi della Cina antica, noto in italiano come Mencio. “Ogni singola persona dovrebbe seriamente fare del proprio meglio per essere una brava persona ed essere la versione migliore di sé stessa, dopo di che può costruire una famiglia armoniosa e felice. Quando i nuclei familiari sono armoniosi e felici, lo Stato può essere in buon ordine e il Paese può essere in pace”, spiega la professoressa Zhang Dongmei (pag. 53).

Se, nella quarta sezione, si analizza l’importanza della famiglia e dell’educazione familiare soprattutto dal punto di vista degli insegnamenti che i genitori devono impartire ai figli, nella quinta, “L’erba non può ripagare il beneficio del calore del sole”, ci si concentra sull’importanza del rispetto nei confronti dei più anziani, uno dei cardini del pensiero orientale. La citazione che viene riportata anche nel titolo di questa parte proviene dal poeta Meng Jiao, che visse tra l’ottavo e il nono secolo, ed esprime il fatto che, per quanto possano sforzarsi, i figli non riusciranno mai a ripagare quanto ricevuto dai genitori. “Nella cultura del confucianesimo, quando si tratta della pietà filiale verso i propri genitori con rispetto, non si tratta solo di soddisfare i loro bisogni materiali” spiega il professor Wang Jie (pag. 68), ma soprattutto di onorarli.

La parte sesta, “Lasciate che l’universo sia pieno di integrità”, prende in considerazione la coltivazione del carattere morale. Tale concezione è espressa dalla massima di Confucio secondo la quale “quando vediamo uomini di valore, dovremmo pensare di eguagliarli; quando vediamo uomini di carattere contrario, dovremmo guardarci dentro ed esaminare noi stessi per essere certi di non assomigliargli” (pagg. 76-77). Quando parla di coltivazione del carattere morale, Xi Jinping si riferisce soprattutto ai quadri del Partito Comunista, coloro che dovrebbero avere il compito di dare l’esempio alle masse popolari, “il che implica essere severi con sé stessi e indulgenti con gli altri” (pag. 80).

Alla sesta parte si collega anche la nona, “L’erba maligna dovrebbe venire estirpata completamente”, nel quale si affronta la delicata questione della lotta alla corruzione, uno dei cavalli di battaglia di Xi Jinping. I versi che danno il titolo a questa sezione sono tratti dal poeta Tang Du Fu. Secondo la professoressa Zhao Dongmei, “usiamo queste due strofe per esprimere la nostra determinazione che il male deve essere completamente sradicato” (pag. 119) e “una forte determinazione è la principale forza trainante per combattere la corruzione” (pag. 121).

In “La conoscenza proviene dalla pratica”, settima sezione del libro, si affronta la valorizzazione dell’azione e della prassi nella costruzione della Cina socialista. Secondo Xi Jinping, “Il nostro Paese è ancora, e sarà per molto tempo, nelle prime fasi del Socialismo. Per realizzare il sogno cinese del grande ringiovanimento della nazione cinese e creare una vita migliore per tutto il suo popolo, c’è un duro lavoro da fare e una lunga strada da percorrere. Richiede che ognuno di noi continui a mettervi un duro lavoro e un grande impegno” (pag. 88).

Tuttavia, l’importanza della pratica non si sostituisce, ma va di pari passo, con la conoscenza teorica, come evidenziato nella parte ottava, “Una ampia conoscenza favorisce un elegante comportamento”. Secondo il presidente cinese, Dovremmo essere pronti a imparare e prendere in prestito da tutte le civiltà che l’umanità ha creato, sia quelle antiche cinesi, greche, romane, egizie e, mesopotamiche e indiane, che quelle odierne asiatiche, africane, europee, americane e oceaniche, e assorbire attivamente i loro elementi benefici. Dovremmo fare in modo che gli eccezionali geni culturali di tutte le civiltà umane si adattino e si coordinino con le culture contemporanee e i contesti attuali, e promuovere e arricchire il raffinato spirito culturale che trascende il tempo e lo spazio, attraversa i confini nazionali e ha fascino eterno e valori contemporanei” (pag. 108).

“Il talento è la regola universale del creato”, titolo della decima parte, ci presenta il tema, appunto, del talento. Come ricorda il professor Kang Zhen, il tema del talento correlato a quello della virtù viene affrontato in un testo classico da Sima Guang, il quale afferma: “Se un uomo ha talento e virtù, è un saggio; se non ha nessuno dei due, è uno sciocco; se ha virtù ma non talento, può essere chiamato gentiluomo; se ha talento ma non virtù, è un malfattore” (pag. 136).

La parte undicesima, “Mordi strettamente le montagne verdi e non lasciarle andare” affronta il tema degli ideali e delle credenze. “Durante la rivoluzione, lo sviluppo e la riforma della Cina, innumerevoli membri del Partito hanno dato la vita per la causa del Partito e del popolo. Ciò che li ha sostenuti era la forza morale acquisita dalla massima importanza che attribuivano ai loro ideali rivoluzionari”, ricorda Xi Jinping (pag. 148). Aggiunge la professoressa Meng Man: “Non importa se negli anni delle guerre rivoluzionarie o della riforma, tutti abbiamo bisogno di ideali e convinzioni. Abbiamo tutti bisogno di usare ideali e convinzioni per ispirare la nostra volontà di combattere, in modo da poter raggiungere qualunque luogo, non importa quanto lontano, e sfondare qualsiasi difesa, non importa quanto dura” (pagg. 150-151).

Il testo si conclude con una parte dedicata alla politica estera cinese, dal titolo “Quando prevarrà la grande via, tutto il creato sarà una sola comunità”. Vi si affrontano la costruzione dell’iniziativa One Belt, One Road voluta dalla Cina e la costruzione di una comunità dal futuro condiviso per l’umanità. Xi Jinping cita Confucio quando afferma: “È un vero piacere avere amici che vengono da lontano” (pag. 162). Secondo il presidente, tale detto riassume il modo di porsi della Cina nei confronti della comunità internazionale e il sentimento di amicizia che la Cina coltiva nei confronti degli altri Paesi. Come spiega il professor Kang Zhen, “Il segretario generale Xi Jinping ha usato questo adagio per esporre chiaramente alle persone di tutto il mondo la posizione e i valori della Cina quando entriamo in contatto con loro. Apriremo loro la nostra porta e faremo amicizia con loro se saranno disposti a comunicare e cooperare con la Cina. Solo con questa linea di condotta possiamo lasciare che le persone del mondo comprendano la Cina, mentre miglioriamo la nostra comprensione del mondo” (pag. 164).

In conclusione, Gli adagi di Xi Jinping – Una guida alle allusioni classiche del leader cinese risulta un testo fondamentale per comprendere la visione politica di uno dei giganti della politica del ventunesimo secolo, Xi Jinping, e per capire meglio la Repubblica Popolare Cinese direttamente attraverso una lettura della cultura tradizione di quel Paese, senza il filtro ideologico imposto dai mass media e dagli analisti occidentali.

 

12/11/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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