Per una storia di Tor sapienza e del suo rivoluzionario fondatore: Michele Testa

La nascita di Tor Sapienza è certamente un esempio unico. Con grande commozione L'associazione culturale e ricreativa Tor Sapienza negli anni Ottanta, in seguito ad una ricerca volta a ricostruire l’origine del quartier, e scoprì la figura del suo fondatore Michele Testa facendola emergere in tutto il suo spessore. 


Per una storia di Tor sapienza e del suo rivoluzionario fondatore: Michele Testa

Ripartiamo dalla storia, conservando la memoria, per uscire dall’anonimato. Dopo i fatti cruenti avvenuti in Viale Giorgio Morandi l’11 novembre 2014, sassaiole scontri tra un gruppo di cittadini che sia pure folto non può essere rappresentativo in toto di 16.500 abitanti, lasciamo parlare la storia di cui anche le periferie sono ricche. 

di Rita Mattei 

La nascita di Tor Sapienza è certamente un esempio unico. Con grande commozione L'associazione culturale e ricreativa Tor Sapienza negli anni Ottanta, in seguito ad una ricerca volta a ricostruire l’origine del quartier,e scoprì la figura del suo fondatore Michele Testa facendola emergere in tutto il suo spessore. Testa nasce a Cercemaggiore (Cb) il 1° Aprile 1875, da una modesta ma dignitosa famiglia di contadini, dotato di vivace intelligenza e spirito critico, viene così valorizzato dalle persone colte del paese che gli finanziano gli studi. Si diploma a Melfi Geometra e perito agrimensore. Ritornando a Cercemaggiore si schiera contro il potere locale, gli ultimi feudatari rimasti, difendendo i contadini dai loro soprusi e denunciando un sistema di tangenti. Eletto consigliere comunale rifiuta con grande spirito innovativo di giurare in nome del Re, introducendo in anticipo il giuramento in nome del popolo italiano! Forte è l’ira del potere locale che lo classifica come eversivo e ribelle.

In seguito, Michele Testa adempie al servizio militare congedandosi come ufficiale di complemento. Si sposa, ma non trova lavoro per lo scontro avuto con i forti poteri locali; fortunatamente vince un concorso alle ferrovie e gli viene assegnata la stazione di Castro Pofi in Ciociaria, centrale sulla linea Roma-Napoli via Cassino. Da lì segue i primi movimenti socialisti a Napoli, i comizi di Arturo Labriola all’università campana e si impegna quale delegato sindacale nella lotta per la riduzione dell'orario di lavoro. 

Le ferrovie dello stato lo puniscono trasferendolo alla stazione di Cervara (oggi Tor Sapienza) perché posta in zona malarica. Siamo verso la fine del 1914: inizia qui la storia di Tor Sapienza. Michele Testa si interessa da subito alla bonifica del territorio, tuttavia l’arrivo della guerra allontana di pochi anni il suo progetto: nel 1919 sfrutta la legge Ricci. fondamentale per il completamento della bonifica delle terre malariche. 

Inizia qui il suo sogno volto a costruire Tor Sapienza che definisce la sua più bella creatura, nata per diventare il granaio di Roma, con colture intensive di grano, fieno e ortaggi. Con questi propositi costruisce la "Cooperativa Tor Sapienza” per la colonizzazione dell’agro Romano lavorando e riuscendovi per l’acquisizione di complessivi 35 ettari di terreno dai Duchi Salviati e dai prìncipi Lancelotti ed ottenendo nel gennaio del 1922 un mutuo di 800.000 lire per la costruzione delle prime 25 villette ponderali. 

Arriva così ad inaugurare, il 20 maggio 1923, la borgata Tor Sapienza costruita a misura d’uomo con progetti di strade fognature, rete idrica, illuminazione, condotta medica, teatro e mercato. La Cooperativa sapientemente amministrata da Michele Testa era in attivo di 12.000 lire con in arrivo due milioni e mezzo di mutuo per l’ampliamento e le strutture necessarie. Era il 1924 l'anno dell'assassinio di Matteotti, gli anni dello squadrismo del fascismo emergente che attaccò violentemente con numerose aggressioni Michele Testa costretto in quell'anno a lasciare la presidenza della cooperativa, dalla quale sarà espulso definitivamente nel 1929 per averne chiesto i conteggi. I fondi naturalmente sparirono. 

Da allora in scacco alle leggi che vietavano la costrizione nell'agro romano si cominciò a costruire con permessi provvisori a £ 500 che diventavano definitivi dietro il pagamento di 2000 lire di tangente! Estromesso dall’impiego in ferrovia, con il pretesto di scarso rendimento prosegue a fatica nel suo lavoro di geometra e perito agrimensore. Notevole la sua preparazione culturale che spazia dai classici fino ad autori più vicini ai suoi tempi: Giuseppe Giusti, Heine, Victor Hugo. Colpito da una grave malattia che lo trattenne nel 1927 per ben 4 mesi all'ospedale, scrive numerose poesie e trattati tra cui La culla del Sannio ed una lunga recensione per il Touring Club "Dall'Adriatico al Tirreno". 

Nella convalescenza inizia un diario tuttora inedito di notevole spessore in cui mette in parallelo la storia locale e nazionale con il mondo che avanza; l’Italia è ridotta a «Nazione Carnevale» in cui vige l’oligarchia con il dominio del duce su tutti, la «libertà è putrefatta» in un grande «cimitero del pensiero». 

Profeta in patria, Michele Testa prevede la guerra «con tutte le sue brutture», fa parlare la statua di Pasquino che dice a Mussolini «a te t'appiccano», circostanza avveratasi. Prevede l’emigrazione dall’Etiopia quale conseguenza della politica coloniale del fascismo; per il suo dissenso all’intervento in Etiopia viene condannato a un anno di confino a Padula (Sa). Amato da tutto il quartiere, numerosi abitanti del quale si auto-tassarono e un gruppo di essi si recò a Padula in macchina per portargli medicine, vestiti e 500 lire frutto della solidarietà popolare. 

Dopo tante sofferenze, Testa muore a Tor Sapienza circondato dall’affetto della famiglia e del quartiere il 24 settembre 1944 senza poter vedere la fine della guerra e la riconquistata libertà. 

Numerose sono le associazioni del quartiere che utilizzano le sue buone prassi per la soluzione dei problemi, in primis L'associazione Culturale Michele Testa (già Associazione Culturale e ricreativa Tor Sapienza), il Centro Culturale Municipale Giorgio Morandi, l’Agenzia di Quartiere Metropoliz Lab e tante altre associazioni e numerosi comitati che lavorano contro il degrado per il bene comune. 

 

05/03/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

Condividi

Tags:

L'Autore

Rita Mattei

Pin It

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

Newsletter

Iscrivi alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle notizie.

Contattaci: