Marx ed Engels non hanno sviluppato un’etica sistematica, spesso i marxisti hanno ricercato l’etica fuori del marxismo. In quali opere di Marx troviamo l’esposizione di valori etici? La Tesi 11. La costruzione del socialismo è una questione puramente economica?
Presentazione del corso a cura di Alessandra Ciattini.
A cura di Alessandra Ciattini
Mi propongo di leggere insieme ai partecipanti al corso questo testo semplice e al contempo fondamentale per riflettere sull'interrogativo “Esiste un'etica marxista?”, e in subordine sugli eventuali contenuti di questa etica.
Come è noto, si tratta di un argomento assai controverso per varie ragioni, e proprio per questo è stato oggetto di studio da parte di vari autori marxisti, tra i quali menziono il francese Maxilien Roubel, il messicano Adolfo Sánchez Vásquez, il tedesco Ernst Bloch.
In primo luogo, possiamo sottolineare con Sánchez che nelle opere degli stessi Marx ed Engels si trovano posizioni contraddittorie riguardo la morale, giudicata ideologica e quindi legata ad una certa classe, secondo la classica teoria della sovrastruttura. Allo stesso tempo, possiamo leggere affermazioni, il cui contenuto etico è certamente innegabile.
Per quanto riguarda il primo punto, per esempio, nel Manifesto si può leggere “Per il proletariato la legge, la morale, la religione sono pregiudizi borghesi che nascondono gli interessi specifici della borghesia”. Nell'Ideologia tedesca si legge “I comunisti non predicano la morale. Non si rivolgono al popolo con l'imperativo morale ‘amatevi l'un l'altro, non comportatevi da egoisti’. D'altra parte, sempre nel Manifesto si trovano parole di fuoco contro l'ipocrita immoralismo borghese, che accusa i comunisti di voler introdurre la comunanza delle donne, mentre di fatto questo principio regola il matrimonio nella società capitalistica, inteso come prostituzione ufficiale e non ufficiale”. Inoltre, nei Manoscritti del 1844, insieme di appunti e di estratti, e in altre opere giovanili si incontrano altre osservazioni morali di carattere critico sulla società capitalistica, nella quale è costantemente violato l'imperativo categorico di valorizzare l'individuo come membro della specie umana. Infatti, egli si trova ad essere “un essere degradato, asservito, abbandonato, spregevole”. Da questa constatazione scaturisce la necessità di rovesciare tutti questi disumani rapporti di subordinazione.
L'altro aspetto controverso della questione relativa all'esistenza di un'etica marxista sta nel fatto che nella riflessione filosofica occidentale vengono costantemente contrapposte la dimensione etica e quella scientifica e conoscitiva. Per esempio, è assai nota la feroce critica rivolta a Marx da Karl Popper, fatto poi baronetto dalla regina di Inghilterra, che proprio per le sue implicazioni etiche considerava priva di qualunque valore conoscitiva l'opera marxiana.
Ritroviamo la contrapposizione tra etica e scienza anche nella famosa frase del matematico francese Jules Henri Poincaré, per il quale è impossibile fondare i giudizi morali sulle leggi della scienza, soprattutto per ragioni "linguistiche". Infatti, gli asserti della scienza sono espressi al modo indicativo, mentre quelli morali al modo imperativo (essere / dover essere) ed è impossibile dedurre conclusioni imperative da premesse espresse nella modalità indicativa.
Ovviamente non dobbiamo ricavare dalla presenza di temi etici nell'opera di Marx la conclusione che egli abbia tentato di sviluppare un sistema etico sistematico.
In conclusione, oltre a leggere Che Guevara e tentare di approfondire la sua visione economica, collegata alla costruzione dello “uomo nuovo”, cercheremo anche di comprendere se scienza ed etica possono convivere in un'opera che si propone di conoscere il mondo per poi trasformarlo.