Le immagini e i volti descrivono una piazza eterogenea, smarrita di fronte agli eventi e alle difficoltà nel trovare soluzioni praticabili ed efficaci. Emerge una piazza fragile, ma desiderosa di cambiamenti. Finanziare la guerra non è la linea di condotta utile alla pace. Censurare i media non è utile a costruire opinioni critiche con il complesso processo di militarizzazione delle coscienze. Limitare la lotta contro la guerra e l’intervento del redivivo movimento pacifista all’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe ha scarsa memoria e poco futuro.
Sono emerse aspre critiche al governo e alla nuova “union sacrée” che ha votato i crediti di guerra senza un dibattito degno di tal nome. Auspichiamo che i movimenti riconoscano presto le guerre come il momento più abietto della competizione capitalistica, e non come l’opera personale di pochi uomini malvagi.