Il progresso sociale è un'idea nuova

La Francia in cammino verso le elezioni: quello che domanda il popolo


Il progresso sociale è un'idea nuova Credits: https://www.flickr.com/photos/jmenj/

PARIGI. La dignità dell’umanità - quella di cui Marx ha riempito le sue pagine, Lenin il suo progetto di Rivoluzione, Mao Tse Tung il suo pensiero e la sua opera, Ernesto Che Guevara e Fidel Castro la quotidiana pratica – viene prima di tutto. In questo Paese che tra due mesi e mezzo aprirà le urne per il primo turno delle Presidenziali è diventata da tempo lo slogan che completa, per la Sinistra, le tre idee alla base della Rivoluzione: libertà, uguaglianza, fraternità.

Dalla capitale alle maggiori città, ai territori di campagna e di vita semplice, la richiesta del popolo che ricorda da dove arriva è proprio il rispetto della dignità di tutti. La migrazione, le periferie, il senso di sicurezza violata da altri sono indubbiamente problemi, ma il popolo della sinistra anti-capitalista sa riconoscere che la soluzione è vicina. Sarebbe già sufficiente che il populismo di destra, il liberismo fomentato da banche e finanza sporca, il colonialismo frutto del tradimento nei confronti dell’umanità venissero affossati dal voto dato alla sinistra.

Si respira un po’ di speranza in più. E il Partito Comunista Francese ha avviato gli incontri nazionali con la sigla "La Francia in comune.". La sera del 7 febbraio si è svolto un dibattito sul progresso sociale, considerato un problema della società francese. Pierre Laurent, segretario nazionale del PCF, ha partecipato alla manifestazione.

Il progresso sociale è un'idea nuova? O, piuttosto, è una sfida. Ci sono state così tante persone che hanno voluto partecipare per tentare di capire che il progresso sociale è un orizzonte lontano, in particolare per molti lavoratori. Qui siamo in un Paese dove la metà di chi lavora non ha più un contratto, quando in Francia, si sa, nella storia delle conquiste sociali si può trarre la speranza. Qualcuno ha ricordato la capacità di mobilitazione del movimento operaio che oggi si può definire movimento di classe, della classe di sfruttati e senza futuro, che si ritrovano spesso anche nel 2017.

E’ il momento, sottolineato da numerosi compagni, per fare proposte per una riconquista ripartendo dalla fabbrica di idee per ritrovare unità tra le forze anticapitaliste.

Recuperare il terreno vuole anche significare di sfuggire alla logica difensiva della “sinistra” socialista che vuole salvare l'esistente rinnovandolo con il neo-liberismo, da cui poi scaturisce il neo-capitalismo, il neo-imperialismo. .

C’è da affrontare la questione della legge sul lavoro e anche quella della sanità pubblica in pericolo. Alle responsabilità dei padroni, delle imprese, delle ditte e dei laboratori farmaceutici è già indetta una grande campagna del movimento nelle prossime settimane. Non basta più la risposta di solidarietà alla crisi, è arrivato il tempo della lotta contro i deserti capitalisti e liberisti. Una bella lezione e un buon esempio ci arriva da molti compagni francesi.

La regressione delle radici culturali di rispetto della dignità umana, di libertà-uguaglianza-fraternità ha causato la crescita dell'estrema destra e le progressive sconfitte della sinistra autentica. Così è avanzato chi, come la Le Pen, fa propaganda con una cultura ancestrale, congelata, eretta contro le culture del mondo.

11/02/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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