Grecia, debito e austerità: ancora con l'acqua alla gola

Tsipras propone ai socialdemocratici un’alleanza di governo.


Grecia, debito e austerità:  ancora con l'acqua alla gola Credits: https://www.flickr.com/photos/guengl/

Far uscire la Grecia dalla dipendenza dagli aiuti europei, ottenere il taglio del debito. Questi gli obiettivi che il governo Tsipras proclama di voler raggiungere, ad ogni eurogruppo, ad ogni vertice internazionale. Come la fatica di Sisifo, la soluzione al debito greco viene rinviata ogni volta al vertice successivo.

L'eurogruppo

Il ministro delle finanze Tsakalotos si era presentato all'eurogruppo del 15 Giugno sperando di poter finalmente ottenere termini certi per il taglio del debito. Il documento finale dei ministri delle finanze dell'Unione ha molto apprezzato gli sforzi del governo della sinistra radicale nell'applicare l'austerità. I colleghi europei hanno apprezzato che gli interventi di Atene sul diritto del lavoro non abbiano intaccato la decentralizzazione dei contrattati e la liberalizzazione dei licenziamenti. Viene apprezzato anche l'impegno a mantenere un surplus nel bilancio dello stato di almeno il 3,5% fino al 2022, almeno il 2% dal 2023 al 2060. In pratica, la Grecia si impegna da qui a prossimi 43 anni a non fare spesa pubblica.

Data la rigida adesione al memorandum di austerità, la Grecia ha ottenuto 8,5 miliardi di euro. Quanto basta per stare con la bocca appena sopra il livello dell'acqua. Secondo l'eurogruppo quei soldi potrebbero cominciare a essere usati per accumulare riserve finanziarie, secondo molti osservatori è realistico che servano solo a ripagare i debiti verso il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale da qui a quando verrà concesso il prossimi giro di aiuti. La discussione del taglio del debito è invece rimandata all'estate 2018, quando sarà finito il terzo memorandum di austerità.

Secondo il governo e secondo le istituzioni il terzo memorandum dovrebbe essere l'ultimo perché la Grecia tra un anno dovrebbe essere in grado di stare sul mercato del debito sui suoi piedi. Rimane legittimo dubitare che davvero non ci sarà un quarto memorandum.

Dal governo della sinistra al governo dei progressisti

Il capo del governo Tsipras è tornato a parlare della possibilità di allargare il governo. Nei mesi precedenti si trattava di ipotesi, ora l'offerta è stata fatta esplicitamente al PASOK, il partito socialdemocratico ridotto a forza minore dalla gestione dell'austerità, e alle altre formazioni di centrosinistra. Sul quotidiano Nea Selida Tsipras ha proposto un governo dei progressisti che dopo la fine del terzo memorandum nel 2018 porti il paese fino alle elezioni politiche che si dovrebbero tenere a Ottobre 2018. Tsipras sostiene che sarebbe molto contento se il PASOK riscoprisse le sue origini progressiste e chiede ai socialdemocratici di dire da che parte stanno.

Un ulteriore spostamento a destra, dopo che Tsipras aveva proposto – scrivendo su una rivista del Partito Socialdemocratico Tedesco - ai partner europei uno scambio tra l'accettazione da parte di SYRIZA di tutti i trattati europei e l'abbandono di ogni progetto di Europa a più velocità. Offerta caduta nel vuoto.

Nel frattempo continua la discesa di SYRIZA nei sondaggi. Negli ultimi mesi il partito di Tsipras è valutato tra il 17,6% e il 21,2%, i conservatori di Nuova Democrazia sono invece stabilmente primo partito tra il 36,9% e il 38,8%. Attorno alla terza posizione, tra il 7 e l'8%, ci sono il PASOK, i neonazisti di Alba Dorata e il Partito Comunista di Grecia KKE. I fuoriusciti di SYRIZA si presentano con due formazioni diverse. I marxisti anti Unione Monetaria di Unità Popolare e la formazione populista e affine al Piano-B Via Della Libertà. Entrambe le formazioni sono segnalate tra l'1 e il 2%.

01/07/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Paolo Rizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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