Una sinistra di sistema

Una poesia che denuncia il tradimento nei confronti delle classi popolari da parte di quella sedicente sinistra completamente funzionale al sistema di potere e sfruttamento.


Una sinistra di sistema Credits: clipart-library.com

Una sinistra di sistema


“Bisogna fare quello che dice la BCE”
diceva qualcuno.
“Il welfare è morto”
sentenziava un altro:
l’epitaffio inciso sulla sua tomba.


Perché è una certa “sinistra”,
che qualcuno si ostina a chiamare tale
solo per confonderci,
che è morta oltrepassando il guado.
Non è più credibile chi ha fatto
di Mammona il suo dio.


Non è possibile un ritorno:
lo senti echeggiare in ogni parola
l’inganno si svela sempre tra le pieghe
dei giudizi, tra gli scontati
magnificat del Capitale;
fugge una natura di classe
ripetendo parole di ieri
legate a un’altra visione
della storia, dell’umanità e del domani.


Ma è solo una carezza al vento
che scorre sulle cose
senza farsi carne
e se i Parioli incoronano il re
è perché ha parlato come Agrippa
mentre la plebe di Roma
stentava i suoi giorni.

22/03/2018


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07/04/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Giuseppe Vecchi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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