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Venerdì, 14 Maggio 2021 18:01

Il Komintern e il fascismo – Seconda parte

Negli anni dell’avanzata fascista in Europa, il Komintern analizza tale fenomeno individuandone il carattere internazionale, la natura di classe in quanto manifestazione del potere capitalistico in crisi. Fino all’avvento del nazismo al potere, l’azione antifascista dei partiti comunisti e la stessa applicazione della tattica del fronte unico proletario è fortemente condizionata e limitata da un drammatico spostamento a destra delle correnti maggioritarie della socialdemocrazia, le quali aprono di fatto la strada al fascismo in Germania. Tuttavia, alla metà degli anni ’30, il Komintern saprà riprendere l’ispirazione unitaria della politica di fronte unico ampliandola e trasformandola, sul terreno dell’iniziativa e della lotta di massa, nella strategia dei fronti popolari antifascisti.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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