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La Repubblica di Platone
Solo a poco a poco, mediante la dialettica, l’uomo indirizzerà lo sguardo al sole, metafora del bene. L’uomo diviene così, secondo Platone, libero e si trasforma in filosofo, il cui compito è ora di tornare nel fondo della caverna per liberare gli altri uomini ivi rimasti. Il filosofo non deve limitarsi alla mera contemplazione del mondo delle idee, ma deve porre il suo sapere al servizio della prassi, del processo di emancipazione dell’intera umanità.
Dalla dialettica al comunismo platonico
Non essendo il bene una vera e propria idea, ma un valore, una potenza, non può esser racchiuso in una formula. Del bene più che definizioni si possono dare metafore, ma così diviene difficile dedurre da esso i fondamenti delle scienze. Perciò, al posto del bene ci sarà il progetto di società e di etica che realizza, per quanto possibile, il bene nella polis. Perciò la funzione delle scienze sarà la formazione dei filosofi destinati ad assumere e gestire il potere e a educare il resto della società.
Platone: filosofia e scienza politica
Il filosofo in Platone assume il nome di dialettico (da dialeghesthai, discutere) in virtù della sua capacità di praticare l’arte del dialogo, mediante la quale convince l’uomo dell’opinione a volgersi alla verità. Tale ricerca della mediazione è incarnata da Socrate, il Socrate platonico più che il Socrate storico. Il dialogo platonico diviene la sede in cui si confrontano i problemi della teoria e della conoscenza con quelli della società e della vita morale dell’uomo.
Il Platone di Vegetti
Sulla traccia di Aristotele si sarebbero mossi per secoli i critici della grande utopia platonica, fino a considerarla, come si è visto, indegna del suo stesso autore; per contro, in ogni tempo i platonici si mostravano pronti a intraprendere il lungo viaggio, nel tempo e nello spazio, verso la meta indicata nella Repubblica.