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Il modello di Sraffa rappresenta un’economia in equilibrio statico e ha finalità completamente diverse da quelle di Marx che intendeva indagare le leggi di movimento del modo di produzione capitalistico. Pertanto non è opportuno giudicare la coerenza del sistema di analisi marxiano con il metro di Sraffa.

Il modello di Produzione di merci a mezzo di merci di Piero Sraffa respinge l’idea che la remunerazione di capitale dipenda dalle rispettive produttività e ripropone implicitamente quella che la distribuzione del prodotto fra profitti e salari dipenda dai rapporti di forza fra le classi. L’esame di pregi e difetti di questa impostazione è rinviato a un prossimo articolo.

Piero Sraffa, economista esule antifascista in Inghilterra e amico di Gramsci, prima di dare alla luce la sua opera più nota demolisce la teoria marshalliana dei rendimenti decrescenti e crescenti e mostra il carattere irrealistico dell’ipotesi della concorrenza perfetta.

Terzo e ultimo incontro di UniGramsci Pisa sulle teorie economiche successive a quella marxiana. In questa lezione si tratta il contributo di Piero Sraffa e la scuola del circuito monetario.

Sabato, 29 Luglio 2017 18:23

L'Economia e l'Europa secondo Sergio Cesaratto

Intervista all’economista Sergio Cesaratto sui macrotemi dell’economia europea e su come e perché uscire dalla morsa del capitalismo europeo.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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