Oltre mille miliardi di euro in mano all’1% delle famiglie italiane. Signori si nasce. La ricchezza aumenta ma è sempre più concentrata e di patrimoniale non si parla.
Nell’Italia odierna un personalismo mediatico, privo di pensiero e di progetto lungimirante, dilaga tra le forze politiche di governo e di opposizione, negando o ignorando la tradizione comunista. Noi, invece, dobbiamo ricercare se quella tradizione italiana del Novecento non debba essere integrata in un’epoca di globalizzazione dissennata e disumana.
Neoliberismo e crisi del sistema. Siamo tutti cileni
di Gianni ManiscoLa “scienza” economica, o la sua manifestazione teologica moderna nota come “neo liberismo” si basa su formule matematiche che misurano numericamente i bisogni, le volontà, i desideri di ogni individuo umano. Il modello suppone come legge naturale che ogni singolo individuo è guidato dalla volontà di massimizzare la propria ricchezza. Quale ricchezza?
Tempi duri attendono un Paese come l’Italia dove lo sdoganamento del razzismo è divenuto ormai negli anni elemento di tale consenso da venire scavalcato a destra dalle istituzioni. Si diffonde la sindrome dell’invasione, dei virus, del terrorismo islamico, del lavoro e dei servizi rubati, senza che a questo corrisponda un contraltare di formazione delle coscienze. Non si tratta più solo di lanciare messaggi solidali ma di denunciare un enorme imbroglio di cui anche i nostri settori sociali di riferimento finiscono spesso con l’essere soggetto attivo.
Dopo il risultato di Evo Morales in Bolivia che ha ottenuto il terzo mandato e la riconferma di Dilma Rousseff in Brasile, è stato il turno delle elezioni in Uruguay.
La giornata ONU per la Palestina occasione per denunciare l’impunità di Israele
di Stephanie WestbrookIl 29 novembre cade l’annuale giornata delle Nazioni Unite di solidarietà con il popolo palestinese. Quest’anno, inoltre, è stato designato dall’ONU come Anno Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Le azioni di Israele della scorsa estate, gli attacchi su Gaza con più di 2.100 morti e oltre 100.000 sfollati, la forte oppressione dei palestinesi in Cisgiordania con oltre 2.000 arresti e le continue confische di terre palestinesi, ci sollecitano a riflettere su che tipo di solidarietà può fermare tale violenza e senso d’impunità.
Sta per terminare anche il 2014, l’ennesimo anno che le autorità di ogni tipo ci avevano descritto come quello della ripresa, del cambiamento “del verso”, e invece – passati ormai ben sette lunghi anni dall’emersione della crisi del 2008 – ci si ritrova nuovamente a fare i conti con una disoccupazione sempre più galoppante, e una povertà che inizia ad annidarsi stabilmente nelle case di quella che una volta si definiva aristocrazia proletaria e che da qualche decennio ha assunto poi il nomignolo più chic – e molto più impreciso – di middle class, classe media.
Alla notizia che il giornale fondato da Antonio Gramsci finirà probabilmente nelle mani di un editore di riviste di gossip, qualcuno ha commentato: «Finalmente potrò leggere l'Unità dal parrucchiere». Magari (magari) non finirà così, ma è un (l’ennesimo) segno dei tempi. E c’è poco da ridere.
E’ tempo di sciopero sociale, è tempo di scegliere da che parte stare
di Carmine Tomeo«Faremo di tutto per cambiare l'Italia» e «sono consapevole che alcune cose vanno cambiate in modo violento». Sono parole di Matteo Renzi. Il presidente del consiglio le ha pronunciate alla fine dello scorso settembre allo Yacht club di San Francisco, incontrando 150 responsabili di start-up italiane della Silicon Valley. Poi sono arrivate entrambe le cose: il cambiamento e la violenza.
Tre sono i fattori che hanno cambiato il corso degli avvenimenti nella battaglia a difesa della città di Kobanê, fino a due mesi fa sconosciuta ai più, e già condannata ad essere espugnata e martirizzata dall'esercito del cosiddetto “Stato Islamico”:
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Oltre l’euro: sinistra, sovranità nazionale, socialismo
di Ugo BoghettaIl significato delle recenti elezioni europee sembra non interessare più di tanto l'arcipelago delle sinistre radicali e comuniste.
Le svolte annunciate da Draghi. Fu vera gloria?
di Ascanio BernardeschiPer scacciare la Crisi Draghi intende pompare liquidità nel sistema finanziario. Ma – novità! – reclama anche politiche fiscali espansive e “riforme”. Il segno di classe resta però immutato.