Videolezione: dalla vita di Platone alla teoria delle idee

Inauguriamo la pubblicazione del videocorso di filosofia: “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”. Secondo ciclo: “Dall’utopia comunista di Platone al realismo immanentistico di Aristotele” – tenuto dal prof. Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci – con il video della prima lezione: Dalla vita di Platone alla teoria delle idee.


Link alla videolezione: https://www.youtube.com/watch?v=2cX6Se0qdXM

Introduzione al corso

La nostra cultura e civiltà è in buona parte fondata su due decisivi pensatori che, nei loro sistemi, hanno sintetizzato larga parte del precedente sviluppo filosofico e scientifico. Inoltre, essi costituiscono la base non solo della cultura ellenistica e cristiana tardo antica, ma della civiltà araba, medievale, umanistica e rinascimentale. Continueranno ad avere un’enorme influenza anche sulla successiva cultura moderna borghese, a partire dalla Rivoluzione scientifica e almeno fino al suo esponente più progressivo: G.W.F. Hegel. Attraverso quest’ultimo Platone e Aristotele hanno indirettamente influenzato la cultura contemporanea marxista, fino ai giorni nostri, si pensi a quanto sia direttamente e apertamente debitrice da Platone l’idea di comunismo di Alain Badiou, uno dei più affermati pensatori comunisti viventi a livello internazionale. Peraltro l’opera di Platone e Aristotele ha un’influenza così ampia e millenaria sul nostro modo di pensare, di esprimerci e di agire da non essere nemmeno avvertita dalla stragrande maggioranza degli uomini. Anche se essi – essendo tali pensieri così tanto e da così lungo tempo caratterizzanti parte significativa della cultura e civiltà umana – non ne sono consapevoli.

Dunque, per divenire finalmente pienamente consapevoli di questi capisaldi della nostra cultura e civiltà – tanto che per secoli i pensatori si sono divisi in platonici e aristotelici – e per meglio intendere gli stessi grandi pensatori moderni e contemporanei che ne sono stati, in maniera diretta o indiretta, influenzati, ci pare necessario offrire all’inizio dell’anno accademico 2021-22 dell’Università popolare Antonio Gramsci un corso introduttivo alle concezioni del mondo elaborate da Platone e Aristotele. Questi incontri avranno un valore propedeutico allo sviluppo, negli anni successivi, del nostro corso di controstoria della filosofia in una prospettiva marxista. In effetti, non è possibile comprendere pienamente e padroneggiare gli sviluppi successivi del pensiero e del modo di agire degli uomini, del loro modo di organizzare la comunità umana, senza aver ben presenti queste due colonne portanti della cultura e civiltà umana.

Nello spirito dell’Università popolare, il corso sarà rivolto a tutti coloro che hanno interesse ad apprendere e a confrontarsi dialetticamente, nell’ampio dibattito che si svilupperà al termine di ogni lezione, riguardo a tali problematiche. Quindi il corso è pensato, in primo luogo, per i filosofi della prassi (nel senso letterale del termine), ovvero per coloro che amano accrescere, nel dialogo collettivo, la propria conoscenza del mondo, per poter contribuire a trasformarlo, possibilmente in modo radicale.

In effetti, come vedremo, lo stesso spirito dell’utopia che anima i filosofi della prassi ha le sue origini e i propri fondamenti proprio nel pensiero di Platone, nel quale incontriamo peraltro la prima grande teorizzazione della società ideale, ovvero della società comunista. Un ideale che sarà ripreso e sviluppato in tutte le epoche successive, mantenendo un legame diretto con Platone almeno fino al diciassettesimo secolo, per poi cercare di superarlo in modo dialettico, in maniera più o meno consapevole. In Aristotele troveremo, al contrario, il padre nobile dell’altra grande corrente del pensiero politico e sociale, la corrente del realismo che confluirà, insieme all’utopismo platonico, nel marxismo, che li sintetizzerà, superandoli dialetticamente.

Più in generale Platone darà uno sviluppo decisivo al pensiero dialettico, talmente grande e influente da essere in qualche modo eguagliato solo da Hegel e Karl Marx. Mentre il pensiero di Aristotele ha offerto un apporto essenziale all’affermazione della moderna concezione filosofico-scientifica del mondo, di contro alla tradizionale visione mitologico-religiosa. Da questo punto di vista Aristotele è alla base di tutto il pensiero radicale immanentistico, che sarà elemento portante del marxismo scientifico a partire dai suoi padri nobili Marx e Friedrich Engels. Per continuare a leggere l’introduzione del corso clicca qui.

Il corso proseguirà ogni mercoledì alle 18, di seguito il programma delle prossime lezioni: 2) Dalla teoria delle idee ai miti platonici. Mercoledì 8 settembre ore 18.

3) Dal Simposio di Platone alla dialettica e il bene. Mercoledì 15 settembre ore 18.

4) La Repubblica di Platone. Mercoledì 22 settembre ore 18

5) Gli ultimi dialoghi platonici Mercoledì 29 settembre ore 18.

6) L’ultimo Platone e l’introduzione ad Aristotele. Mercoledì 6 ottobre ore 18.

7) La metafisica di Aristotele. Mercoledì 13 ottobre ore 18.

8) Dalla fisica alla logica di Aristotele 20 ottobre ore 18.

9) Dalla logica alla gnoseologia di Aristotele 27 ottobre ore 18.

10) Dall’etica alla retorica di Aristotele 3 novembre ore 18.

Versione cartacea del corso

Platone: filosofia e scienza politica in risposta alla crisi della società greca

La filosofia di Platone è una risposta alla crisi della Grecia e di Atene che, sconfitta nella guerra del Peloponneso, dopo il fallimentare governo dei Trenta tiranni, aveva visto la restaurata democrazia mandare a morte Socrate (399 a.C.). Vi era anche una crisi culturale, con la seconda generazione dei sofisti e la dissoluzione del socratismo. Platone per superare la crisi elabora un progetto filosofico rivoluzionario da tradurre in un progetto politico rivoluzionario.

1. La vita

Platone nasce nel 427 a.C. in una grande famiglia aristocratica. Influisce sulla sua educazione Crizia, sofista membro di un circolo di ultrà aristocratici filo-spartani. Qui conosce Socrate, maestro di Crizia, l’insegnamento del quale lo segna per tutta la vita. La collocazione sociale lo porta agli interessi politici e il giovane è affascinato dal tentativo antidemocratico di Crizia, da cui si stacca presto per il suo eccesso di violenza. Platone non apprezza il successivo tentativo di restaurazione democratica, che si scontra con contraddizioni non superabili nel quadro della polis tradizionale, contraddizioni che il mondo politico pareva amministrare più che risolvere. Dopo il processo a Socrate la sua ostilità al regime democratico moderato si accentua. 

Ciononostante, Platone non abbandona la sua vocazione politica, anzi la esercita tanto in senso teorico, studiando le migliori forme di organizzazione della cosa pubblica, quanto in senso pratico mirando a contribuire al governo della seconda città della Grecia: Siracusa.

Il progetto etico-politico alla base dell’opera di Platone, delineato sin dalla giovanile prima stesura della Repubblica, mira a rifondare lo Stato unendo politica, saggezza e sapere. Intorno a tale progetto ruota la successiva biografia di Platone. Non confidando nella monarchia macedone, rivolge l’attenzione a Taranto, in cui il pitagorico Archita rappresenta un valido esempio della possibile fusione tra scienza e potere.

I tentativi politici di Platone in Magna Grecia

Confidando sulla complicità di Dione, genero di Dionigi – definito tiranno dai suoi avversari politici aristocratico-democratici – si reca a Siracusa per sperimentare i propri progetti politici rivoluzionari. I rapporti tra filosofo e tiranno divengono presto burrascosi e Platone è venduto come schiavo.

Riscattato, ripara ad Atene, ma non demorde e organizza una fondazione politico-intellettuale che si dedica a sviluppare sul piano teorico e pratico le sue idee rivoluzionarie. Giuridicamente l’Accademia è dedita al culto delle muse, ma in realtà è il primo istituto di educazione superiore della storia, un centro di ricerca scientifica e un’organizzazione politica rivoluzionaria. Maestri e discepoli vivono in modo comunistico e condividono il progetto comunista della società basato sul sapere filosofico-scientifico.

D’altra parte Platone preferisce realizzare una rivoluzione politica, piuttosto che teorizzarla; così alla morte di Dionigi, succedendogli l’omonimo figlio su cui Dione ritiene avere forte ascendenza, Platone è chiamato nuovamente a Siracusa. Tuttavia, quando Dionigi si rende conto che Dione e Platone intendono sostituirsi a lui nelle decisioni politiche bandisce Dione e imprigiona e poi scaccia Platone. Nel 361, indomito Platone torna di nuovo a Siracusa per convincere Dionigi a richiamare Dione, senza successo. Il successivo tentativo di Dione, di prendere il potere con la forza e l’aiuto dell’Accademia va in porto, ma Dione sembra tradire ed è ucciso da un altro allievo di Platone.

Platone è così costretto a sviluppare in modo prevalentemente teorico le sue idee rivoluzionarie nell’Accademia, dove costruisce la sua scuola-partito. Quest’ultima conquisterà in diverse occasioni il potere. Muore nel 347 a. C., dieci anni prima che Filippo di Macedonia eliminasse quanto restava dell’autonomia delle polis.

Un’opera in grado di sintetizzare la filosofia greca

Al di là dei falliti tentativi politici, Platone cerca di stringere in un disegno unitario potere e sapere, filosofia, scienza ed etica con la politica. Perciò mira a fondare una filosofia che si ponga come superamento dialettico dell’intera tradizione filosofico-culturale a lui precedente. Per continuare a leggere la versione cartacea del corso clicca qui.

 

03/09/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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