Il capitale finanziario (terza videolezione)

Terza e ultima lezione sugli aspetti finanziari della crisi economica attuale. La pioggia di liquidità sul sistema economico provocata dalla Bce col quantitative Easing avvantaggia le banche e la finanza con scarse ricadute sul debito pubblico e sull’economia reale, mentre saranno in contribuenti, in ultima istanza, a sopportare le eventuali perdite.


In questa lezione Raffaele Picarelli si sofferma sul programma “non convenzionale” di acquisto di titoli della Bce detto “quantitative easing”, il famoso bazooka di Draghi, riproposto successivamente dalla governatrice Christine Lagarde. Tale programma, anziché risolvere la persistente e riacutizzata crisi in epoca pandemica, ha ulteriormente allargato, alleggerendo il sistema bancario dai titoli derivanti dalla cartolarizzazione dei debiti pubblici e privati, la pletora finanziaria. Infatti il risultato è che i titoli oggetto di acquisto aumentano le loro quotazioni e diminuiscono il rendimento, mentre la nuova liquidità che giunge al sistema bancario viene prevalentemente riorientata verso altre attività finanziarie con esigui e indiretti ritorni nell’economia reale, dovuti soprattutto all’incidenza sul tasso di cambio dell’euro e sul tasso di interesse.

La scelta di limitare l’acquisto di titoli pubblici e di farlo nel mercato secondario (cioè presso le banche e non direttamente presso gli Stati) riduce i vantaggi per lo stato debitore ma aumenta enormemente i vantaggi per le banche. Stesso discorso vale per i programmi di acquisto formalmente finalizzati ai prestiti di lungo periodo alle imprese che ugualmente vengono effettuati in favore del sistema bancario. E in caso di insolvenza dei debitori le perdite delle banche centrali nazionali saranno coperte a spese dei contribuenti.

28/05/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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