Empedocle e l’esigenza di salvare i fenomeni

Contro il rifiuto aristocratico di riconoscere validità al nostro mondo, Empedocle si sforza di mostrarne, contro gli eleati, la razionalità. Al contempo Empedocle denunzia l’ingiustizia di questo mondo, ovvero del mondo esistente e auspica il ritorno a un’età di pace e armonia.


Empedocle e l’esigenza di salvare i fenomeni

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Vita e posizione politica 

Empedocle nasce nel 490 dell’epoca precedente la nostra ad Agrigento, da una ricca famiglia democratica. Nella prima metà del V secolo in Sicilia vi sono forti conflitti interni di natura sociale ed esterni a causa dell’espansionismo cartaginese. La nostalgia per un passato più sereno assume facilmente la forma mistica dell’aspirazione a un rinnovamento generale del mondo. 

Grande oratore, Empedocle si fa interprete di tali aspirazioni divenendo capo del partito democratico. Contro il rifiuto aristocratico di riconoscere validità al nostro mondo, Empedocle si sforza di mostrarne, contro gli eleati, la razionalità. Al contempo Empedocle denunzia l’ingiustizia di questo mondo, ovvero del mondo esistente e auspica il ritorno a un’età di pace e armonia. 

Empedocle è indagatore inesausto dei fenomeni naturali, medico abilissimo, poeta e riformatore religioso. Della sua opera in versi abbiamo frammenti volti a una spiegazione razionale della natura e altri volti a una riforma della religione a partire dal pitagorismo. 

La purificazione dell’anima 

Dal pitagorismo Empedocle riprende una concezione dell’anima come démone divino condannato, per una colpa originaria, a trasmigrare senza posa in corpi diversi, umani, animali e vegetali. La salvezza dell’anima dal ciclo delle reincarnazioni, ritornando nella beatitudine divina, è possibile vivendo una vita di continua purificazione dell’anima dalla contaminazione corporea. Empedocle è fautore di un ascetismo pitagorico e della dottrina della non-violenza, è vegetariano e contrario alla violenza sugli animali. Così quando gli è offerto il governo della propria polis rifiuta. Preferisce attraversare la Sicilia per diffondere il suo messaggio etico-religioso. Muore a circa sessant’anni, presumibilmente in esilio.

Il nesso fra morale e indagine della natura in Empedocle

Fisico e uomo politico, Empedocle si presenta anche come profeta e mago-medico. L’unità fra questi due aspetti si realizza nel suo pensiero: Empedocle nelle forme del linguaggio religioso indica il cammino mediante cui l’anima può realizzare il desiderio di armonia universale, che la fisica presenta come una sua fondamentale legge. 

Le opere 

Frammenti e testimonianze mostrano Empedocle da sempre attento ai fenomeni biologici, anche se mai nella prospettiva dello scienziato specialista. Scrive due opere in esametri di filosofia, cui sono in seguito dati i nomi di Sulla natura e Purificazioni. Dei 5.000 versi originari ne restano 450, è il filosofo presocratico di cui abbiamo maggiori frammenti.

Le quattro radici materiali

A principio e fondamento della natura vi sono quattro elementi materiali, che Empedocle chiama radici, in quanto da esse la realtà deriva come la pianta dalle sue radici: acqua, aria, terra e fuoco. Tali elementi sono l’origine di tutte le cose, che sono formate dalla loro mescolanza. Ciò che gli uomini comuni chiamano generazione e divenire altro non è che la mescolanza di questi quattro elementi i quali, aggregandosi e disgregandosi, danno origine alle diverse realtà individuali. Secondo la lezione di Parmenide non esiste dunque una vera e propria nascita, il nascere e perire sono solo apparenti, in quanto i quattro elementi sono eterni, ingenerati, sempre identici a sé stessi, immutabili, divisibili, anche se ogni particella conserverà le stesse proprietà qualitative dell’elemento cui appartiene. Le cose sembrano originarsi e dissolversi, ma in realtà ciò che esiste veramente ossia le radici, non è soggetto a nascita e morte, ma solo a mescolanza e separazione. Dunque ogni oggetto e fenomeno deriva dalla composizione, dalla mescolanza e separazione di questi quattro elementi materiali: acqua, aria, terra e fuoco a seconda del prevalere di una qualità sull’altra.

Amore e odio 

La realtà, quale aggregazione e disgregazione delle radici, è pensata in analogia al pittore che dipinge ogni cosa mescolando i colori fondamentali. Come le configurazioni di colori presenti in un dipinto sono determinate dall’azione di un pittore, così alla base della mescolanza e della scomposizione delle radici materiali vi sono due forze opposte: l’Amore o Amicizia che, in quanto principio di vita, unisce e l’Odio o contesa che, in quanto principio di morte, divide gli elementi. L’amore come unisce gli uomini, aggrega le radici, l’odio mette in contrapposizione gli uomini in partiti e classi contrastanti e porta a rompere l’unità e a separare le quattro radici.

L’amore e l’odio sono due forze di natura divina, la cui azione si avvicenda nell’universo determinando un ciclo cosmico. Amore e odio, in effetti, sono le forze di attrazione e repulsione che mettono in movimento la materia e sono proiezione cosmica di un conflitto che ha luogo in ogni anima, in ogni città-Stato. Così la concezione religioso-politica di Empedocle si lega alla sua analisi scientifico-naturalistica.

Cosmologia e filosofia della storia 

Al principio era, secondo Empedocle, il regno di Amore, il cosmo era un’immobile sfera in quanto tutti gli elementi erano perfettamente compenetrati l’uno nell’altro nello Sfero, forte in tale concezione è l’influenza dell’essere parmenideo. In questa fase non c’è il mondo che noi conosciamo, non c’è il sole, la luna, la terra, né il mare, non c’è altro che un tutto uniforme, una totalità indifferenziata, in cui è annullata qualsiasi contrapposizioni di elementi.

L’irruzione di Odio determina la disgregazione di tale mondo armonioso e separa gli elementi. Gli elementi vanno ognuno per sé e contro gli altri. Così, in questa fase intermedia, dove c’è l’azione di entrambe le forze, c’è vita, ovvero rappresenta il mondo in cui vivono gli esseri umani, in quanto l’azione combinata delle due forze permette la formazione delle cose. Il mondo umano è, dunque, uno Stato intermedio, fra l’unità panica e il caos disgregatore. Così come nelle vicende umane, nelle loro relazioni sociali e nelle loro vicende storiche coesistono l’amore e l’odio, l’amicizia e la discordia.

D’altra parte, continuando ad agire l’odio prende il sopravvento sull’amore, tutto si dissolve e si instaura il regno del caos, puro dominio dell’odio, analogamente a quanto avviene quando l’uomo si separa dalla comunità e dalla natura e la polis si disgrega per le lotte politiche. Tuttavia, sull’odio torna ad agire l’amore, gli elementi tornano a unirsi, analogamente a quanto accade in una società quando le persone con caratteri differenti convivono pacificamente. A metà strada si avrà di nuovo il nostro mondo e, infine, si ritornerà nello Sfero da dove partirà un nuovo ciclo.

La teoria della conoscenza 

La concezione dei quattro elementi è in grado anche di spiegare i processi conoscitivi. A Empedocle si deve la prima formulazione del principio: “il simile viene conosciuto dal simile”, dunque, se noi conosciamo le cose, le quali sono composte dalle quattro radici, è perché noi stessi siamo costituiti dalla quattro radici: con l’acqua che è in noi percepiamo l’acqua presente nelle cose, con il fuoco conosciamo il fuoco, e così via. Più specificamente le cose emanano “efflussi” che, passando attraverso i loro pori, raggiungono i nostri organi di senso innescando il processo percettivo.

 

Inoltre la conoscenza è per Empedocle anche un atto d’amore che lega l’uomo alla natura, Così la purificazione libera l’uomo dalla colpa originaria e lo ricongiunge agli dèi. Alla fine di tale processo si ricostituisce la sfera divina. 

Il progetto politico-religioso di Empedocle

L’evocazione di questa età dell’oro separa Empedocle dal razionalismo e lo fa apparire arcaico rispetto ad Anassagora e Democrito. Si tratta, tuttavia, di un progetto politico-religioso, che può venir considerato una caratteristica in più del pensiero di Empedocle. Inoltre Empedocle non rinuncia al legame fra il razionalismo scientifico della sua fisica e le sue concezioni etico-politiche e religiose. Così il processo ciclico amore-odio-amore è retto da una necessità, mentre l’aggregazione fra gli elementi che dà vita al nostro mondo fenomenico è del tutto casuale, ma in tale casualità si inserisce un meccanismo di selezione naturale, dal momento che sopravvivono e si affermano le forme viventi più adatte alle esigenze poste dall’ambiente.

Empedocle si rende conto che non solo la natura è interamente spiegabile in termini di elementi e forze, ma anche la gnoseologia. Quando entriamo in rapporto a una cosa le sue radici influiscono tramite efflussi, attraverso gli organi di senso, sulle stesse radici di cui siamo fatti, innescando il processo percettivo e le forze di amore e odio dall’oggetto si trasferiscono al soggetto.

Nella filosofia di Empedocle gli esseri umani sono parte integrante di una natura in cui tutto quello che esiste è mescolanza di radici ed effetto delle forze di Amore e Odio. Tuttavia, gli esseri umani hanno due privilegi inestimabili: possono conoscere quello che li circonda e possono agire, in particolare all’interno della società, allo scopo di favorire l’amore a scapito dell’odio, la concordia contro la discordia. A tal fine, coerentemente con le sue idee, Empedocle contribuisce a instaurare e difendere la democrazia ad Agrigento e, anche dopo essere stato mandato in esilio dagli aristocratici, continuerà a impegnarsi fino alla sua morte perché il suo sapere contribuisca a rendere migliore le persone che lo circondano. In tal modo, la teoria di Empedocle si lega alla sua prassi politica di democratico e nemico della guerra.

26/11/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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