Recensioni di classe 53

Recensioni di classe a un film da non perdere: Till – Il coraggio di una madre, a una serie da vedere: The Dropout, a due film significativi: Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti e Armageddon Time – Il tempo dell’apocalisse, infine a un documentario su David Bowie da evitare.


Recensioni di classe 53

Till – Il coraggio di una madre di Chinonye Chukwu, drammatico, USA 2022, Il film ha ottenuto una candidatura a BAFTA, è stato premiato a National Board, ha ricevuto due candidature a Critics Choice Award, una candidatura a SAG Awards, voto: 8,5. Denuncia di grandissimo rilievo di quale era la condizione degli afroamericani negli Stati Uniti alla metà degli anni cinquanta, in cui era diffusa e impunita negli Stati del Sud la barbara pratica del linciaggio. A farne le spese erano tanto membri della chiesa che si battevano per consentire agli afroamericani godere realmente dei diritti politici, quanto dei bambini colpevoli unicamente di aver, nel caso specifico, fatto un complimento a una donna caucasica. Molto interessanti in quanto questi eventi avvengono sostanzialmente nello stesso momento in cui le truppe del Patto di Varsavia intervengono in Ungheria, su invito del capo dello Stato, per impedire che le forze al governo rendessero il paese neutrale in piena guerra fredda. Mentre la condanna di questa azione repressiva è universalmente sostenuta nel mondo occidentale, si tende a dimenticare che la potenza a capo dell’occidente, che ha scatenato la guerra fredda, non puniva gli assassini degli afroamericani, persino quanto rapivano, torturavano e uccidevano persino un bambino colpevole esclusivamente di non aver un’attitudine completamente assoggettata ai caucasici.

The Dropout miniserie drammatica televisiva statunitense del 2022, creata da Elizabeth Meriwether, ha ottenuto 2 candidature fra cui miglior miniserie e film per la tv e vinto un premio ai Golden Globes, ha vinto 2 Critics Choice Award fra cui miglior miniserie, 1 candidatura a SAG Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, ha vinto un premio ai Producers Guild per il miglior produttore in una miniserie, disponibile nella piattaforma streaming Disney+, come “Star Original”, voto: 8+. Tratta, per quanto incredibilmente, da una storia vera, la miniserie smaschera il sogno americano di divenire miliardari partendo dal basso. La protagonista della scalata sociale è assolutamente priva di scrupoli, di morale e arrivista. L’unica cosa che conta è fare profitti nel minor tempo possibile. Al solito manca un personaggio positivo, da contrapporre alla protagonista e manca l’effetto di straniamento per cui, per quanto controvoglia, lo spettatore tende almeno in parte a parteggiare con la criminale al centro della vicenda.

La serie si conferma avvincente e in grado di toccare questioni sostanziali come il funzionamento attuale sempre più marcio del modo di produzione capitalistico nella sua fase di putrefazione. Da un lato vediamo come si inasprisca in modi sempre più totalitari la schiavitù dei lavoratori salariati, dall’altro vediamo come il meccanismo della concorrenza porti, necessariamente, chi vuole avere successo – in un sistema come quello imperialista in putrefazione – a utilizzare i mezzi più sporchi e truffaldini. L’aspetto che si rischia di perdere nella serie è che il caso trattato potrebbe essere considerato l’eccezione mentre, in realtà, per chi conosce in modo un minimo critico, anche per averci lavorato, il mondo delle imprese private si tratta, piuttosto, della regola.

Finalmente, andando avanti nella serie, appaiono dei personaggi positivi che, pur con tutte le loro contraddizioni, rappresentano una sana antitesi alla hybris del potere e della ricchezza rappresentata dalla protagonista. Quest’ultima è una figura molto interessante – ben interpretata e dialetticamente rappresentata – in quanto incarna in pieno tutte le mistificazioni del sogno americano. Si tratta piuttosto dell’incubo del profitto a ogni costo, che portano l’individuo che lo vive a eliminare ogni sentimento, compassione, grandi ambizioni, interessi, hobby e, persino, a rinunciare a godersi la vita in quanto tutto deve essere sacrificato alla ricerca del profitto immediato e privato. La protagonista mostra nel modo migliore come le destre sfruttino, nel senso della rivoluzione passiva, le lotte per l’emancipazione, in questo caso degli emarginati e delle donne. Le destre offrono una emancipazione illusoria, in cui gli esclusi per venire accettati devono schierarsi dalla parte e al servizio di chi si batte per la disemancipazione del genere umano. Saggiamente la serie offre un personaggio femminile e di emarginata opposta alla protagonista, che riesce ad affermarsi proprio mantenendo il valore fondamentale di contribuire alla reale lotta per l’emancipazione del genere umano, che non può che venire dal basso e non mediante la cooptazione all’interno della classe dirigente e dominante. Molto ben rappresentata la figura del politico statunitense, considerato protagonista della vittoria nella guerra fredda, che oltre a essere un completo idiota privo di ogni morale, sostiene la diabolica arrivista contro il proprio stesso nipote, per ripulirsi l’immonda coscienza. Un altro aspetto significativo è che l’impresa truffaldina della protagonista sia stata acriticamente sostenuta e occultata da importanti uomini del mondo economico e politico statunitense come Bill Clinton e Kissinger. Interessante anche la figura del nipote del boss della destra repubblicana, che mostra come l’uomo sia sempre libero e, quindi, responsabile delle proprie scelte. Infine, incredibile che tale vicenda e questa significativa serie non sia mai stata presa in considerazione dall’unico giornale di “sinistra” in Italia, i cui critici cinematografici, esemplari della rovinosa deriva a destra dell’intellighenzia di sinistra del paese, passano il tempo a esaltare gli aspetti più reazionari dell’industria culturale imperialista, non dando, paradossalmente, nessuno spazio agli intellettuali statunitensi che, al contrario degli italiani e degli europei, sono in grado di assumere un’attitudine critica verso il sistema.

Nella serie emerge come alcuni dei massimi uomini politici statunitensi, sia repubblicani che democratici, fra i quali Biden e Obama, oltre ad alcuni dei più grandi imprenditori, a partire da Murdoch, che controlla buona parte dei mezzi di comunicazione di massa, abbiano investito, sostenuto e coperto l’enorme truffa denunciata dalla serie. Peccato che presumibilmente, per motivi cronologici, non appaia che molti esponenti di punta dell’amministrazione Trump erano parte integrante, sebbene in modo indiretto, di questa spaventosa e criminale truffa, che colpiva i più deboli, i malati. Anche perché diversi esponenti del governo Trump venivano proprio dal mondo delle grandi imprese che avevano investito in questa spaventosa truffa che, peraltro, era stata più o meno inconsapevolmente coperta anche da alti esponenti dell’apparato militare. 

Nella serie si presenta la protagonista come una tipica espressione del sogno americano, una persona che si è fatta da sé grazie alla sua determinazione e alla sua forza di volontà, una outsider, mentre in realtà era figlia e nipote di “grandi” imprenditori e di persone legate al potere politico. Non si tratta di un particolare secondario, in quanto la protagonista e i suoi sostenitori erano in parte giustificati dalla serie in quanto venivano presentati come degli outsider. Mentre emerge molto chiaramente come la truffatrice protagonista della serie e diversi suoi sostenitori utilizzassero, nel modo più spregiudicato, il tema dell’emancipazione della donna, bollando tutti i critici come misogini. Infine emerge con chiarezza come tali personaggi negativi, nonostante il loro temporaneo successo, non solo non facciano nulla per favorire, pur essendo donne e talvolta le prime donne, l’emancipazione femminile, ma siano del tutto deleterie anche da questo punto di vista. Tanto più che se la prima donna che dirige in età molto giovane una grande azienda viene denunciata e condannata come truffatrice, al punto che si vede costretta a ritirarsi dal mondo degli affari e, per rimanere a galla, a sposare un grande ereditiere. Tutto ciò non può che favorire le forze che si battono per la disemancipazione della donna.

Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti, con Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, drammatico, Italia 2023, valutazione: 7. La prima parte del film è quasi intollerabile, troppo caricata, finisce per apparire una involontaria caricatura di tutti i tipici aspetti dei film di Nanni Moretti. Anche l’ottuso e aproblematico anticomunismo della prima parte appare banale e gratuito. Nella seconda parte il film progressivamente decolla e finisce con il rivalutare sostanzialmente il comunismo, naturalmente per come e quanto può rivalutarlo un intellettuale tradizionale borghese. Significative le critiche verso il postmoderno, cioè l’ideologia oggi dominante.

Armageddon Time – Il tempo dell’apocalisse di James Gray con Anne Hathaway, Anthony Hopkins, drammatico, Brasile, USA 2022, è stato premiato a National Board fra i migliori film indipendenti, ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award per il miglior giovane interprete, ha ottenuto 1 candidatura a NSFC Awards per la migliore sceneggiatura, voto: 7. Il tempo dell’apocalisse si apre con la vittoria di Reagan e raggiunge il suo apice con la presidenza di Trump. In quest’epoca il sogno americano è divenuto di fatto impossibile. Persino la scuola, che dovrebbe consentire un minimo di mobilità sociale a livello molecolare, è travolta dalla logica neoliberale. La scuola pubblica viene sempre più dequalificata per costringere, chi riesce in qualche modo a poterselo permettere, di passare alla scuola privata, in cui domina l’ideologia suprematista e razzista della destra. Al giovane afroamericano di una famiglia povera non viene offerta nessuna possibilità di emancipazione sociale. Anche per le minoranze religiose come gli ebrei, fuggiti dalle persecuzioni in Europa, la vita non è facile. Interessante come tutte queste prospettive siano viste in modo realistico attraverso gli occhi di un bambino, meno condizionati dall’ideologia dominante. Il taglio autobiografico rende le vicende a tratti molto minimal, anche se rimane sempre netta la presa di posizione contro le discriminazioni dei più deboli.

Moonage Daydream di Brett Morgen, con David Bowie, documentario, USA 2022, distribuito da Prime video, una candidatura a BAFTA, ha vinto un premio ai Writers Guild Awards per la migliore sceneggiatura di un doc., voto: 4-. Moonage Daydream è un noiosissimo documentario su David Bowie, incentrato per lo più su penose interviste, in cui il cantante espone la sua miserrima visione del mondo irrazionalista, nietzschiana e postmoderna. Mentre l’unica cosa che andava documentata, cioè le sue performance musicali, sono alquanto scadenti per risparmiare sui diritti di autore. Anche la ricostruzione storica è del tutto assente e, in tal modo, della produzione del cantante, estraniata dal suo mondo storico, non si capisce nulla, anche perché mancano i sottotitoli in italiano delle canzoni, che trattandosi di un documentario sarebbero stati utili. Comunque la parabola del cantante è segno dei tempi, di un’epoca storica di riflusso nel privato, di abbandono del mondo storico e politico e di affermazione dell’irrazionalismo postmoderno, veicolato in particolare attraverso Nietzsche. Certo, da questo punto di vista, Bowie nel suo genere è almeno un pioniere, a differenza di quanti al giorno d’oggi continuano a riproporre, da stanchi epigoni, quella che è ormai divenuta la vulgata postmoderna.

02/06/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

Condividi

L'Autore

Renato Caputo

Pin It

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

Newsletter

Iscrivi alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle notizie.

Contattaci: