Recensioni di classe 50

Recensioni di classe a tre validi film: Il mostro dei mari, Women Talking – Il diritto di scegliere ed Empire of light, a una discreta serie televisiva e un cortometraggio: Abbott Elementary e Ivalu, a quattro film più o meno sopravvalutati: Bros, Il talento di Mr. C, Nope e Blonde.


Recensioni di classe 50

Il mostro dei mari di Chris Williams, animazione, bambini, 2022, distribuito su Netflix, nomination miglior film di animazione ai premi Oscar, voto: 7,5; decisamente il migliore film di animazione per bambini e ragazzi dell’anno, avrebbe certamente meritato il premio Oscar nella sua categoria. Il film, valido e godibile anche per il pubblico adulto, veicola un contenuto rivoluzionario, in quanto decostruisce in senso progressista e ambientalista il mito letterario statunitense per antonomasia: Moby Dick. Dallo scontro apparentemente inevitabile fra uomo e natura, grazie a una bambina orfana afro discendente si scopre che tale rappresentazione dell’altro per antonomasia, ridotto a mostro, è un puro costrutto ideologico funzionale a un potere autoritario che si basa sullo sfruttamento. Diviene, perciò, essenziale innanzitutto contrastare l’ideologia dominante e la sua concezione della storia, che pretende oggigiorno di giustificare le attuali guerre come guerre difensive, perpetrandole come giuste, naturali e infinite.

Women Talking – Il diritto di scegliere di Sarah Polley, con Rooney Mara, drammatico, Usa 2022, il film ha ottenuto 2 candidature a premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, Il film è stato premiato a National Board, ha ricevuto 6 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, 3 candidature e vinto un premio ai Spirit Awards, ha vinto un premio ai Writers Guild Awards, 1 candidatura a CDG Awards, il film è stato premiato a AFI Awards, voto: 7-. Certamente il più bistrattato fra i film candidati al miglior film ai premi Oscar, tanto da essere accusato di essere stato scelto solo per non escludere del tutto le registe donne, in realtà insieme a The Fabelmans di Spielberg è il film meno peggio dopo Avatar – la via dell’acqua e decisamente migliore degli altri film candidati, tutti assurdamente sopravvalutati. Women Talking – Il Diritto di Scegliere si basa su una storia vera, avvenuta recentemente in una comunità fondamentalista cristiana dove le donne erano regolarmente violentate, in quanto non ricevevano una educazione, se non integralista religiosa. Il film, ripreso da un romanzo, immagina come le donne discutano fra di loro per stabilire come riuscire a ribellarsi e a sottrarsi a queste continue violenze. Certo, ci sono nel film alcuni limiti del femminismo oggi dominante, come una contrapposizione troppo manichea fra donne e maschi, ma al di là di ciò Women Talking – Il Diritto di Scegliere affronta dei problemi reali e sostanziali in un’ottica di emancipazione e di denuncia del patriarcato, generalmente favorito dal fondamentalismo religioso.

Empire of Light di Sam Mendes con Olivia Colman, drammatico, Usa 2022, candidatura miglior fotografia a premi Oscar, candidatura miglior attrice a Golden Globes, 4 candidature a BAFTA fra cui miglior film drammatico, 1 candidatura a Critics Choice Award, voto: 7-. Il film contiene una valida denuncia del razzismo che si alimenta con l’affermarsi delle politiche neoliberiste. Vi è anche un quadro realistico dello sfruttamento, anche sessuale, nei luoghi di lavoro. Ottima la performance di Olivia Colman che avrebbe meritato la nomination ai premi Oscar come migliore attrice protagonista. Peccato che il film non analizzi più di tanto il nesso fra affermarsi del neoliberismo con Margaret Thatcher e il conseguente diffondersi del razzismo.

Abbott Elementary è una serie televisiva statunitense creata da Quinta Brunson per ABC, che la trasmette dal dicembre 2021. In Italia la serie è distribuita su Disney+ come “Star Original”. La prima stagione è in 13 episodi. La serie ha ottenuto 4 candidature e vinto 3 Golden Globes, 4 candidature e vinto 2 Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards, 2 candidature a Spirit Awards, 2 candidature a Writers Guild Awards, 1 candidatura a Producers Guild. Abbott Elementary è stato, infine, premiata anche a AFI Awards; voto: 6,5. Molto probabilmente la serie brillante più premiata dell’anno, non delude troppo le aspettative, se si parte con la consapevolezza del basso livello di questo tipo di serie, della difficoltà nella traduzione e del genere tendenzialmente conservatore della commedia. La serie è certamente piacevole e alquanto divertente. Inoltre fa satira sociale sulla disastrosa situazione delle scuole pubbliche nei quartieri poveri, in particolare in un paese ultra liberista come gli Stati uniti. I professori sono piuttosto verosimili e hanno alcuni tratti tipici e non sono rappresentati, come troppo spesso avviene, in chiave negativa. Fanno davvero paura il razzismo, per cui abbiamo una scuola disastrata frequentata esclusivamente da bimbi afroamericani; il potere assurdo del preside, che può licenziare su due piedi un insegnante; la spaventosa arretratezza ideologica degli statunitensi anche giovani intellettuali che considerano eroici e super partes gli apparati repressivi dello Stato imperialista, mentre presentano come un tipo pochissimo raccomandabile e disgustoso un sindacalista un minimo combattivo

La serie si conferma divertente ed esprime posizioni giustamente critiche verso i dirigenti scolastici e verso tutte le pseudo innovazioni tecnicistiche e meritocratiche. D’altra parte una seria comica che tende a ripetersi in più stagioni corre sempre il rischio di divenire mero intrattenimento, una gradevole merce culinaria, utile a evadere momentaneamente dalla drammaticità della vita reale. Anche se quest’ultima si affaccia, comunque, nella serie attraverso la denuncia del definanziamento della scuola pubblica, della svalorizzazione sociale del ruolo dei docenti, legata anche alla loro progressiva proletarizzazione dal punto di vista economico.

La struttura ripetitiva e senza reale sviluppo tipica delle serie “brillanti” le rende con il passare del tempo più noiose e meno godibili. In conclusione possiamo dire che, nonostante il livello decisamente basso delle serie brillanti, i riconoscimenti ricevuti da Abbott Elementary sono eccessivi, anche se resta una serie piacevole che, comunque, difende l’importanza della scuola pubblica e rivaluta il ruolo sociale degli insegnanti.

Ivalu di Anders Walter, cortometraggio drammatico, Danimarca 2023, candidato come miglior cortometraggio ai premi Oscar, voto: 6+. Documentario incentrato sulla denuncia di un caso di violenza sessuale contro una bambina all’interno di una famiglia. Ambientato fra gli affascinanti scenari della Groenlandia, ricostruisce la storia dalla prospettiva della sorellina minore, un punto di vista che impedisce di avere una visione di insieme e di comprendere realmente la tragedia senza catarsi messa in scena. Piuttosto sopravvalutata la nomination a miglior cortometraggio, certamente meno significativo di Le pupille di Rohrwacher.

Bros di Nicholas Stoller, commedia, Usa 2022, nomination miglior film brillante a Critics Choice Award 2023, voto: 5. Il film è proprio quello che il protagonista in una scena del film si rifiuta decisamente di realizzare: la prima commedia romantica di una major su due uomini gay. Si tratta di una merce dell’industria culturale, di evasione e puramente culinaria, di sufficiente qualità. Ancora una volta i premi assegnati dai critici cinematografici risultano i più assurdamente sopravvalutati. Il film, privo di contenuto sostanziale, dopo un po’, nonostante il ritmo delle battute, inevitabilmente annoia.

Il talento di Mr. C. di Tom Gormican con Nicolas Cage, commedia, Usa 2021, disponibile in streaming, nomination miglior film brillante a Critics Choice Award 2022, voto: 5-; la commedia si conferma un genere tendenzialmente conservatore e i premi assegnati dai critici cinematografici si confermano i più ideologici, nel senso peggiore del termine. Del tutto fuori luogo la nomination a miglior film brillante, per una merce di mediocre qualità dell’industria culturale statunitense, con un contenuto osceno, in cui l’eroe è costretto e poi collabora spontaneamente con la Cia, che dovrebbe rappresentare il bene!?. Per il resto, in quanto merce, il film evita le cadute più pesanti nel post moderno.

Nope di Jordan Peele, horror, Usa 2022, il film ha ottenuto 1 candidatura a Writers Guild Awards, 1 candidatura a CDG Awards, è stato premiato a AFI Awards, 1 candidatura a NSFC Awards, voto: 4-. Film e regista decisamente sopravvalutati, per una merce dell’industria culturale di genere irrazionalista del quale non sviluppa i possibili aspetti progressivi, ma piuttosto quelli più reazionari. Per cui gli alieni sarebbero delle belve pronte a divorare gli umani. I protagonisti sono due piccoli imprenditori agricoli, cioè quanto di più reazionario si possa immaginare, che decidono di affrontare da soli il pericolo alieno per poter salvare la propria azienda e non doverla più mettere a servizio del mondo del cinema, privo di valori. Gli alieni, prototipo del diverso, dello straniero e, storicamente, negli Usa, del comunista, sono presentati come dei mostri crudeli. Ritroviamo, dunque, i classici prototipi del cinema reazionario a opera di un regista assurdamente spacciato come un progressista.

Blonde di Andrew Dominik, biografico e drammatico, Usa 2022, ha ottenuto 1 candidatura a premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 1 candidatura a SAG Awards per la migliore attrice protagonista ad Ana de Armas, voto: 3,5. Pessimo film, lunghissimo e assolutamente monocorde, tutto costruito su uno schema pseudofreudiano per cui la vita e la morte della nota diva sarebbero state interamente condizionate dal non aver conosciuto il padre. Pessima anche la trovata del feto che si rivolge alla madre, colpevole di volerlo uccidere. Predomina ancora una volta la prospettiva del cameriere, per cui non sarebbe importante Marylin Monroe, ma la persona che si nasconde dietro un mito artefatto. Decisamente sopravvalutate le molteplici nomination di un’attrice con una interpretazione monocorde e sostanzialmente incapace di effetto di straniamento.

21/04/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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