Recensioni di classe 49

Brevi e mordaci recensioni agli ottimi documentari: Tutta la bellezza e il dolore e C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando, al bel thriller Holy Spider e all’altrettanto valido The Quiet Girl, al significativo film di animazione: Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo, all’interessante: Descendant – L’ultima nave schiavista, al godibile e discutibile The Woman King, arrivando ai sopravvalutati La donna del mistero e Babylon e a film da evitare come Il corsetto dell’imperatrice e X – A Sexy Horror Story


Recensioni di classe 49

Tutta la bellezza e il dolore di Laura Poitras, con Nan Goldin, documentario, Usa 2022, Leone d’oro a Venezia, diverse nomination a miglior documentario, fra le quali quella ai premi Oscar, voto: 9,5. Cosa più unica che rara un gran bel film vince il Leone d’oro alla mostra di Venezia. Il film riesce a essere ottimo sia dal punto di vista del contenuto che della forma. Per il suo contenuto rivoluzionario ha avuto una pessima distribuzione, a partire dall’Italia. Il film è appassionante e lascia davvero molto su cui riflettere allo spettatore. Mostra come nonostante tutto il sistema – dalle leggi, alle istituzioni ai tribunali – difendano a spada tratta anche gli aspetti più palesemente criminali del capitalismo, la determinazione alla lotta paga sempre. Unico limite del film è il considerare acriticamente gli aspetti irrazionali della sinistra dell’imperialismo e il non comprendere gli aspetti criminali della prostituzione e ancora più dei bordelli.

C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando di Federico Greco, Mirko Melchiorre, documentario 2022, con Vittorio Agnoletto, Ivan Cavicchi, Ken Loach e Roger Waters, voto: 9-. Ottimo ed efficacissimo film di denuncia delle politiche neoliberiste di privatizzazione della sanità e degli spaventosi disastri che hanno provocato. Le interviste e gli intervistati sono molto efficaci, come i materiali di montaggio e la lotta concreta che ha portato all’occupazione di un ospedale fatto chiudere dalle politiche neoliberiste dell’Unione Europea. Il film è stato censurato in ogni modo, per impedirne la distribuzione e la visione. Contiene delle accuse molto significative alle responsabilità dell’Unione Europea e del centrosinistra. Unici limiti del documentario sono una caduta piuttosto pesante nella posizione complottista e antiscientifica contraria alle vaccinazioni e delle piccole sbavature sovraniste. Per il resto il documentario è molto coinvolgente e lascia davvero tanto su cui riflettere agli spettatori. Del resto è uno dei rarissimi film che pone al centro il reale motore della storia delle società classiste, cioè il conflitto sociale.

Holy Spider di Ali Abbasi, thriller, Danimarca, Germania, Svezia e Francia 2022, il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 4 candidature agli European Film Awards, fra cui miglior film europeo e miglior regista, voto: 7+; il film si basa su una storia vera. Si tratta di un serial killer che uccide prostitute in una città santa sciita. Le autorità cercano di non creare troppo clamore intorno al caso, in quanto crea scandalo per la consueta significativa presenza di prostitute nei maggiori centri religiosi. Inoltre c’è chi sospetta, che essendo non di rado le vittime prostitute drogate e in taluni casi legate al traffico di droga, la polizia non sarebbe particolarmente interessata a ricercare il colpevole. Quest’ultimo è un padre di famiglia, religioso che ha preso parte alla guerra e, come i piccolo borghesi che hanno dato vita al fascismo, con la fine dell’ostilità ha perso il ruolo di direzione sociale svolto nel conflitto e sfoga rabbiosamente la sua frustrazione sulle più deboli. Interessante la ricostruzione dei problemi sociali che spingono povere donne a prostituirsi e a cercare di alienarsi da questa tragica situazione drogandosi. Significativo il fatto che una parte non indifferente della sempre osannata dalla borghesia società civile sembra dar credito al tentativo del colpevole di presentarsi come un uomo che avrebbe la missione divina di combattere la corruzione morale, a dimostrazione dei mostri che produce il maschilismo e il patriarcato e il loro essere, comunque, non contrastati da una società classista. Peccato che naturalmente nulla si mostri rispetto al fatto che la situazione difficile a livello sociale dell’Iran è in parte dovuta al criminale embargo imposto dall’imperialismo occidentale per il ruolo del paese nella resistenza antimperialista. Allo stesso modo in nessun caso traspare come la terribile guerra che ha favorito queste tragedie sociali è anch’essa stata finanziata e fondamentalmente voluta dalle potenze imperialiste occidentali. Certo da un regista iraniano andato a vivere in un paese parte integrante della Nato e dell’imperialismo europeo non c’era da aspettarsi nulla di buono sotto questi aspetti.

The Quiet Girl di Colm Bairéad, drammatico, Irlanda 2022, nomination a miglior film internazionale a Oscar e Bafta 2023, miglior fotografia a Oscar europei, voto: 7. Buon film, intenso emotivamente, con un significativo scavo psicologico, con validi interpreti e, comunque, ben girato, lascia anche qualcosa di sostanziale su cui riflettere allo spettatore. Significativo quanto il contesto sociale della famiglia di appartenenza possa incidere sull’educazione dei bambini; il film mostra anche l’importanza del coinvolgimento e dell’insegnamento ai bambini dei lavori svolti dagli adulti, naturalmente se alla loro portata. Se il film denuncia a ragione la cattiveria dei poveri, è un po’ troppo schematico e positivistico, in quanto non emergono adeguatamente le contraddizioni dei piccolo-borghesi, né le cause sociali dell’incapacità di alcune famiglie povere a trasmettere il dovuto affetto ai bambini. Fra i candidati Oscar a miglior film non distribuito negli Stati Uniti, si piazza al secondo posto, dietro l’inarrivabile e imperdibile Argentina 1985.

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo di Charlie Mackesy, GB 2022, mediometraggio di animazione, nomination Oscar miglior corto animato, distribuito da Apple TV+, voto: 6,5. Significativi, per essere essenzialmente un film per bambini, sia i disegni sia il contenuto del film che riesce, a tratti, a interessare e ad affascinare anche un pubblico adulto. Pieno di perle di saggezza e di buoni momenti, anche poetici, che attratti rischiano di divenire stucchevoli, il film garantisce un certo godimento estetico e lascia qualcosa di non banale su cui riflettere allo spettatore, anche se accompagnatore adulto.

Descendant. L’ultima nave schiavista di Margaret Brown, documentario Usa 2022, distribuito su Netflix, premiato fra i migliori documentari al National Board of Review 2022 e nomination miglior doc a National Society of Film Critics Awards 2023, voto: 6. Il film narra una vicenda interessante sulla tradizione orale, dove il mito si mescola alla memoria storica, a proposito dell’ultima nave illegale di schiavi giunta negli Stati Uniti. Il tema della tratta degli schiavi e della censura che ha cercato di occultare questi tragici eventi è certamente molto interessante, ma il film finisce formalisticamente per perdersi dietro interviste di scarso rilievo ai membri di una piccola città statunitense.

The Woman King di Gina Prince-Bythewood, drammatico, azione e storico, Usa 2022, Il film ha ottenuto una candidatura ai Golden Globes, 2 candidature ai Bafta, il film è stato premiato a National Board, 4 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature a Sag Awards, 1 candidatura a Cdg Awards, Il film è stato premiato a Afi Awards, voto: 6. Tipica americanata, con un buon ritmo, parte con l’intento di ridare dignità alle vittime della tratta degli schiavi, mostrando una resistenza significativa che si sarebbe realizzata in Africa allo schiavismo portato avanti dai brasiliani. Peccato che questo tentativo di rivalutare l’antica Africa sia il prodotto di un rovescismo storico, dal momento che un regno che doveva la sua forza proprio alla tratta degli schiavi, viene trasfigurato in martire ed eroe dalla lotta contro lo schiavismo. Anche il tema femminista viene sviluppato in modo molto ambiguo, in quanto le donne per emergere sembrano dover ripercorrere le orme negative dei maschi. Inoltre, al solito, manca del tutto una critica politica e sociale a una monarchia, di fatto assolutistica, e a una concezione dello Stato organicista e, quindi, fondamentalmente di destra. Alla luce di tutto ciò il film appare sopravvalutato rispetto ai molti riconoscimenti ottenuti.

La donna del mistero – Decision to Leave di Park Chan-wook, drammatico, Corea del Sud 2022, il film è stato premiato per la miglior regia al Festival di Cannes, ha ottenuto una candidatura ai Golden Globes come miglior film straniero, ha ottenuto 2 candidature ai Bafta miglior regia e miglior film straniero, è stato premiato a National Board come miglior film, ha ottenuto una candidatura a Critics Choice Award come miglior film straniero, ha ottenuto 3 candidature a Nsfc Awards, voto: 5. Certamente fra i registi e i film maggiormente sopravvalutati, punta tutto sulla forma e, così, il contenuto diviene soporifero. Magari il regista sarà anche abile tecnicamente, ma non è in grado né di lasciare qualcosa di significativo su cui riflettere allo spettatore, né di assicurare godimento estetico a un pubblico di non addetti ai lavori.

Babylon di Damien Chazelle, con Brad Pitt e Margot Robbie, drammatico, Usa 2022, nomination miglior film, miglior regia a Critics Choice Award 2023, miglior film brillante a Golden Globe, 4 nomination minori agli Oscar, voto: 5. Film decisamente sopravvalutato e giustamente ridimensionato agli Oscar, è opera di un regista insopportabilmente pretenzioso e reazionario. Il film tende a esaltare acriticamente le orge nei party hollywoodiani degli anni Venti, in cui giovanissime attrici erano più o meno costrette a prostituirsi e dovevano essere evacuate in gran segreto, in quanto vittime di overdosi di droghe e dove la protagonista si afferma se mercificando il proprio corpo e la propria sensualità. Mentre il protagonista maschile si fa strada reprimendo con la violenza uno sciopero delle comparse, presentate come una pericolosa plebaglia. Tanto che vediamo più volte lavoratori umili che sul set vengono uccisi da condizioni di lavoro disumane, ma anche questo è presentato dal film come un danno collaterale necessario e naturale.

Il corsetto dell'imperatrice di Marie Kreutzer, con Vicky Krieps, biografico, Austria, Francia, Germania e Lussemburgo 2022, disponibile sul web, agli Oscar europei ha ottenuto le nomination a miglior film, regia e vinto il premio di migliore attrice europea con Vicky Krieps, voto: 4,5. Quest’ultimo premio è meritato, mentre le due nomination, come la nomination a miglior film straniero a Bafta e Independent Spirit Awards 2023, sono certamente sopravvalutati, nonostante l’annata particolarmente infelice per i film europei. Il film pretende di reinterpretare in chiave femminista la figura dell’imperatrice. Così emerge in particolare la denuncia della condizione della donna, scelta dall’imperatore per il solo ruolo di rappresentanza. D’altra parte, per quanto sia attuale e importante la lotta per l’emancipazione della donna, concentrare un intero film su una donna ultraprivilegiata del 1878 è qualcosa di privo anche del minimo sano buon senso. Emergono, peraltro, i già noti, ma al solito assolutamente sopravvalutati, limiti interclassisti del femminismo. Per cui non emerge per niente il conflitto fra le libertà, cioè ci si interessa solo della libertà dell’imperatrice nel suo ruolo sociale e si pone del tutto in secondo piano la questione della libertà delle persone al suo servizio. Il film è formalmente valido, ma in quanto inconsistente dal punto di vista del plot, finisce con l’annoiare.

X – A Sexy Horror Story di Ti West, horror, Usa 2022, voto: 3,5. Il solito pessimo film horror estivo, improntato programmaticamente alla distruzione della ragione, all’irrealismo e all’inverosimile, con in più uno sguardo maschilista sulle donne davvero insopportabile. Il film non è nemmeno piacevole, tanto è strampalato. Ci voleva il coraggio de “Il manifesto” per recensirlo e consigliarlo.

31/03/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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